Il 19 maggio, fra dieci giorni, a Cesenatico si disputerà la Nove Colli, la cui prima edizione si svolse nel 1971. La cittadina romagnola, patria dell’indimenticato Marco Pantani, è legata all’evento e al cicloturismo con corda doppia. Quest’anno poi, come inattesa ed eccezionale novità, Cesenatico sarà città di partenza della seconda tappa del Tour de France che si concluderà a Bologna dopo 200 chilometri.
Per capire il legame tra la città e il ciclismo, fra Cesenatico e la Nove Colli, siamo saliti fino in cima alla piramide, coinvolgendo il sindaco Matteo Gozzoli, classe 1986, a sua volta ciclista in allenamento per partecipare alla gran fondo di casa.
«C’è un rapporto molto stretto – dice – tant’è che stiamo lavorando in sinergia con alcuni comuni dell’entroterra, con la supervisione della Provincia, per rifare la segnaletica tabellare del percorso della Nove Colli. Non tanto per chi ha già corso la Nove Colli e per i local, che chiaramente sanno già qual è il percorso, ma per chi viene qui in vacanza. Durante tutta la stagione, che va da marzo a ottobre/novembre, è un percorso che viene battuto da ciclisti italiani e stranieri, che vengono in vacanza nel territorio e chiaramente hanno un paio di obiettivi. Il primo è cercare le salite di Pantani, il secondo fare il percorso della Nove Colli».
E non è poco…
Sono i due segmenti più forti, cui ultimamente si somma il fuoristrada. Stiamo cercando di implementare tutte le ciclovie che portano dal mare fino all’entroterra. Una l’abbiamo fatta, l’altra la stiamo progettando e partiremo con i lavori con l’anno nuovo. Diciamo che il cicloturismo, al di là di quello che succede a maggio, è comunque importante perché vuol dire migliaia di presenze turistiche, un indotto per tutto l’anno, perché le visite e i passaggi proseguono in vari momenti della stagione.
Come sta l’entroterra? Si è ripreso dalle ferite dell’alluvione?
L’entroterra è ancora ferito. Non sono state ancora completate tutte le opere di consolidamento, abbiamo alcuni punti che sono ancora in sofferenza e si conta di completarle nell’arco dei prossimi mesi. Recentemente gli amici della Nove Colli hanno fatto un passaggio con la Provincia per destinare una parte dei proventi dello scorso anno proprio alla viabilità e alla sicurezza dei tratti del territorio. La gente del ciclismo ha una sensibilità non comune.
Perché secondo lei?
Tutti i volontari che lavorano per la Nove Colli sono persone che vivono in questo territorio. Nel corso degli anni hanno diversificato i loro interventi. Si è passati dalle realtà del sociale fino a una collaborazione molto importante con l’Istituto Oncologico Romagnolo, rivolto soprattutto ai più piccoli. Da lì poi è nato il progetto della Nove Colli 4 Children, che è una corsa nella corsa, con i ragazzi che devono correre entro un certo orario, per contribuire alla donazione. Infine l’ultimo anno in particolare l’hanno rivolto al tema dell’alluvione.
E’ più trainante il nome di Pantani oppure il richiamo della Nove Colli?
Direi 50 e 50. Il turista che arriva dall’estero vuole visitare lo Spazio Pantani, viene alla ricerca della piazza dove c’è il monumento e della tomba e quello chiaramente è un tema che rimane forte. Poi c’è l’appassionato cicloturista, meno interessato alla dimensione dell’agonismo e più aperto al tema ciclistico in generale. Due pubblici che si dividono e che non sempre sono coincidenti, ma contribuiscono a darci questa centralità nel tema delle due ruote. Ce la riconoscono tutti e spero anche che il Tour de France contribuisca a rafforzare ulteriormente questa immagine, che non vuole essere solo apparenza, ma anche sostanza.
Ci sono le spiagge e ci sono le bici: con quale equilibrio?
Per le presenze turistiche che abbiamo durante tutto l’anno, siamo al terzo posto come presenze. C’è Rimini, c’è Bologna e c’è Cesenatico. L’80 per cento delle presenze è ancora collegato al mondo del balneare, perché chiaramente quello è il segmento forte. Diciamo che il restante 20 per cento è una fetta importante, legata agli eventi sportivi, alle manifestazioni e ovviamente anche al cicloturismo. Consideriamo che ci sono bike hotel aperti da febbraio a novembre e sono quelli che praticamente hanno la stagione più lunga di tutti.
Quanto è impegnativo ospitare una tappa del Tour?
Ci stiamo lavorando praticamente da un anno. I primi sopralluoghi ufficiali sono stati svolti circa un anno fa, anche se i loro emissari erano venuti anche prima delle firme ufficiali a vedere le città. Quando si sono presentati, avevano già le idee piuttosto chiare. Stiamo lavorando da un anno e il periodo che ci ha portato fino alla presentazione del Tour è stato molto intenso, perché abbiamo dovuto definire tutta una serie di passaggi. Adesso siamo entrati nella fase finale che ci sta impegnando un po’ più intensamente.
Su cosa state lavorando?
C’è tutta la parte di informazione della popolazione rispetto alle viabilità, alle modifiche delle soste e tutto quello che impatta di più sulla quotidianità. Molti pensano che il Tour sia più o meno un Giro d’Italia con un colore diverso, in realtà la mole dei mezzi e di quello che si movimenta è completamente diverso. Il villaggio di partenza sono 25.000 metri quadri di area, più tutto il resto. Ho anche la fortuna di occuparmi anche degli aspetti della viabilità a livello provinciale e stiamo avendo molte incombenze proprio nelle aree appenniniche, più la parte a livello locale. Il 21 giugno, quindi il venerdì precedente il weekend del Tour, faremo la notte bianca e anche questo ci sta impegnando in maniera importante.
Adesso che si parlava di dimensioni, come vanno le cose con le prenotazioni alberghiere, dato che il Tour muove migliaia di persone e per l’Italia si tratta di un periodo già frequentato…
Saremo già in alta stagione. Mi dicono i miei funzionari del turismo che ci sono ancora diverse troupe, soprattutto estere, che stanno avendo difficoltà a trovare posti. I francesi dell’organizzazione si sono mossi per tempo per riservare i loro posti e parliamo di migliaia di camere. Chi pensa di muoversi all’ultimo momento, essendo già un weekend caldo dal punto di vista delle presenze, si troverà davanti il tutto esaurito.
E il sindaco Gozzoli come passerà quei giorni?
Sarà sicuramente uno dei periodi più belli e intensi della mia vita, anche perché a metà mese mi dovrebbe arrivare un figlio. Per cui vorrei provare a viverlo H24, dalla sera fino alla mattina. Sarò sul campo in qualunque caso, non solo per la parte più istituzionale, ma soprattutto per stare nei luoghi della manifestazione. Credo che non mi capiterà mai più di vivere una cosa del genere nel paese in cui abito. Però adesso devo stringere i denti e fare un po’ di chilometri nelle gambe. Vediamo se prima del Tour, si riesce a fare nuovamente la Nove Colli….