| 3 Novembre 2024

Più bici e pedoni, meno incidenti. Negli Usa lo hanno capito…

In Italia il dibattito sulla sicurezza delle corsie ciclabili è tema di aspro confronto parlamentare, legato alla proposta governativa di riforma del codice stradale che vuole cancellarle quando non vere e proprie piste ciclabili separate da cordolo. Per potersi fare davvero un’idea sul tema e abbozzare una risposta, si può dare un’occhiata oltreOceano, in quegli Usa in piena fibrillazione per le elezioni presidenziali che fra poco più di 48 ore decideranno il futuro del Paese e non solo.

Lo studio evidenzia come sia ciclisti che pedoni incidano fortemente sul numero di incidenti

Un’accurata analisi comparativa

Due ricercatori americani, Nicholas Ferenchak e Wesley Marshall hanno realizzato uno studio su 14 piccole e medie città di diverse zone degli Stati Uniti provando a cambiare prospettiva: qual è il rapporto tra l’utilizzo della bici e gli effetti sulla sicurezza stradale in genere, quindi anche per pedoni e automobilisti? Lo studio, pubblicato dalla prestigiosa rivista ScienceDirect, rivela che le città con maggiori percentuali di utilizzatori di bici per spostamenti quotidiani tendono ad essere più sicure per tutti, riducendo il tasso di incidenti stradali.

Gli studiosi hanno proceduto mettendo in relazione 7 città con una forte tradizione e pratica ciclistica, come la famosa Boulder in Colorado sede anche di ritiri delle squadre professionistiche (ad esempio la Us Postal di Armstrong) oppure Davis, nel nord della California, con altre dove invece le due ruote sono meno diffuse, come Youngstown in Ohio e East Orange nel New Jersey, seppur con una conformazione sociale abbastanza simile (dimensioni, popolazione numerica, vicinanza a grandi college). Lo studio prende in esame i dati dal 2010 al 2019.

I numeri mostrano tassi di mortalità estremamente bassi: prendendo ad esempio proprio Boulder, c’è una percentuale di incidenti mortali dell’1,8 per cento, se prendiamo quelli che interessano i ciclisti scendiamo allo 0,2 per cento.

Per le strade di Boulder molti prediligono la bici per gli spostamenti lavorativi e gli incidenti diminuiscono
Per le strade di Boulder molti prediligono la bici per gli spostamenti lavorativi e gli incidenti diminuiscono

Il tasso di mortalità stradale

Lo studio segue altri analoghi, come quello di Beck nel 2007 e dimostra che nelle città con elevato utilizzo di bici i tassi di mortalità stradale scendono significativamente rispetto agli altri e questo andando oltre alle infrastrutture esistenti. E’ chiaro però che una discesa repentina degli incidenti è legata all’uso sempre più diffuso delle due ruote e questo va favorito adeguando la rete stradale ai loro bisogni.

Scendendo nello specifico, le città messe a confronto dimostrano che le strutture urbane dove l’uso della bici non è diffuso hanno una media del 61,4 per cento di morti totali nel traffico in più e il 40 per cento in più di decessi solo relativamente ai pedoni. Scendono significativamente anche il numero di incidenti mortali in generale, mentre è sostanzialmente in pareggio il numero di morti fra i ciclisti nei due blocchi di città, quelle più e meno ciclabili.

Il calo di incidenti nelle città più ciclabili (in blu) è evidente secondo lo studio americano
Il calo di incidenti nelle città più ciclabili (in blu) è evidente secondo lo studio americano

L’importanza delle alternative all’automobile

Il dato sorprende e può avere spiegazioni legate a variabili che le statistiche nude e crude non contemplano. Ad esempio, la conformazione geografica e strutturale delle città (magari costruite su forti dislivelli come San Francisco, per dirne una) che non invitano all’uso della bicicletta. E’ indubbio però che diminuendo l’uso dell’auto, sostituita da un mezzo più ecologico e rapido negli spostamenti medio—brevi, il tasso di mortalità stradale scende e questa tendenza, proprio raffrontando lo studio con altri analoghi dei decenni scorsi, è in aumento.

Lo studio a stelle e strisce non è legato solo alla bici e per questo le conclusioni derivate vanno anche al di là. Innanzitutto emerge che la promozione di alternative all’automobile migliora la sicurezza stradale, favorendo l’uso di mezzi pubblici (ancor meglio se alternativi alla rete stradale) oppure circolazione ciclistica e pedonale. Si riduce l’esposizione al rischio di incidenti mortali legati all’auto e si creano ambienti urbani più sicuri e vivibili. Inoltre le aree con un maggior numero di pendolari che si muovono a piedi hanno tassi di mortalità pedonale molto minori: questo perché l’aumento di soggetti “vulnerabili” spinge anche chi guida ad aumentare la propria soglia di attenzione.

La cittadina di Davis, in California dove la bici è molto utilizzata dagli studenti locali
La cittadina di Davis, in California dove la bici è molto utilizzata dagli studenti locali

La relazione tra spostamenti, velocità e incidenti

Ciò influisce anche sull’ambiente che ci circonda: le città con maggiore densità abitativa e concentrazione di persone impongono spostamenti più brevi, velocità minori e conseguentemente meno incidenti gravi. Questo invoglia anche all’uso di mezzi alternativi più agili, proprio come la bici, che consentono di spostarsi più velocemente con corposi guadagni di tempo.

Si tratta di principi universali, che bisogna però considerare sempre in base alla struttura urbanistica esistente e alla sua adattabilità a una rete ciclabile. E’ chiaro però che realizzando una mappa di circolazione tenendo in considerazione anche i mezzi a due ruote e non solo le ingombranti auto, si avranno benefici a più ampio raggio e gli esempi anche in Italia non mancano, in quelle città dove la rivoluzione legata alla mobilità sostenibile è già in atto.

TUTTE LE CATEGORIE DEL MAGAZINE