| 4 Dicembre 2024

Sara Safe Factor brilla forte. Ne parliamo con Cantagallo

Sara Safe Factor è un progetto di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale nato quasi 18 anni fa per iniziativa di Sara Assicurazioni e con il supporto di ACI Sport. L’iniziativa si rivolge agli studenti delle scuole superiori, in particolare a quelli delle classi quarte e quinte, prossimi al conseguimento della patente. L’obiettivo è quello di promuovere il rispetto delle regole del codice della strada, affrontando temi chiave come la convivenza tra ciclisti e automobilisti, l’uso del casco e la distanza di sicurezza. E in questo Sara Assicurazioni è davvero vicina ai ciclisti, come abbiamo già visto.

Dicembre, è tempo di bilanci per un progetto che nel 2024 ha nuovamente girato l’Italia, raggiungendo migliaia di ragazzi con incontri diretti e coinvolgenti.

Abbiamo parlato con Emiliano Cantagallo, ciclista e testimonial del progetto, per fare il punto su quest’anno di attività e riflettere su cosa significhi educare alla sicurezza stradale in Italia.

Il claim di Sara Safe Factor: “In strada e in pista vincono le regole”
Il claim di Sara Safe Factor: “In strada e in pista vincono le regole”
Emiliano, continua il tour di Sara Safe Factor: siamo verso fine anno, si può tracciare un bilancio?

Il bilancio è sempre meraviglioso. Sara Safe Factor porta un messaggio forte: “In strada, in pista, vincono le regole”. Giriamo l’Italia da anni e parliamo con i ragazzi delle quarte e quinte superiori, ovvero con chi si sta avvicinando al mondo della guida. Questo è fondamentale perché spesso i giovani non hanno ancora una percezione chiara delle conseguenze che derivano dal mancato rispetto delle regole. Io parlo dal punto di vista dei ciclisti, mentre Andrea Montermini, ex pilota di Formula Uno, tratta la sicurezza dal lato automobilistico.

Ad ognuno il suo e tutto è più chiaro

Inizio il mio intervento mostrando un filmato sul cicloturismo: racconta il mio lavoro e le imprese che ho compiuto, come la salita dello Zoncolan o la Roma XXIVh. L’entusiasmo che vedo nei ragazzi è contagioso, ma poi arrivo al cuore del messaggio: siamo tutti responsabili della sicurezza stradale. Parlo della convivenza tra ciclisti e automobilisti e delle incomprensioni che spesso sorgono. Alla fine, è chiaro che non si tratta di “noi contro di voi”, ma di rispettare le regole insieme.

E loro come reagiscono?

Il confronto è vivo e stimolante. Molti ragazzi, inizialmente, esprimono pregiudizi tipici sugli utenti della strada: i ciclisti sono maleducati, invadenti, sempre al centro della carreggiata. Io non nego queste impressioni e dico: «Avete ragione».

I gruppi occupano la strada? Eppure la maggior parte degli incidenti avviene con ciclisti da soli dicono da Sara Safe Factor (foto Pietro Romano)
I gruppi occupano la strada? Eppure la maggior parte degli incidenti avviene con ciclisti da soli dicono da Sara Safe Factor (foto Pietro Romano)

Di certo questo li spiazza!

Esatto e cattura la loro attenzione, ma subito mostro esempi di cattiva condotta anche da parte degli automobilisti, come l’uso del cellulare alla guida o il mancato rispetto della distanza laterale. Questo approccio li coinvolge, fa emergere opinioni, domande, curiosità.

A proposito, cosa ti chiedono i ragazzi?

Spesso chiedono informazioni pratiche: «Quanto costa un casco di qualità?», «Quali luci sono davvero utili?». Spiego che la sicurezza non può essere un ripiego: spendere 15.000 euro per una bici e 2 euro per una luce non ha senso, perché la visibilità salva vite ed è provato con dati alla mano.

Quanti incontri avete fatto quest’anno e quanti ragazzi avete coinvolto?

Ogni tappa coinvolge tra i 200 e i 500 studenti e ne facciamo circa 15-20 all’anno. Questo significa parlare con migliaia di ragazzi. È un lavoro intenso, ma vedere l’impatto che abbiamo ci ripaga di ogni fatica. Sono le scuole ormai a chiamarci: Sara Safe Factor è riconosciuto come un evento formativo che lascia il segno. E credetemi, mantenere viva l’attenzione per due ore e mezza non è cosa scontata.

L’auto ufficiale, Sportequipe, di Sara Safe Factor condotta da Cantagallo
L’auto ufficiale, Sportequipe, di Sara Safe Factor condotta da Cantagallo

E immaginiamo non si interagisca allo stesso modo: è ovvio che tra una scuola di Pordenone, dove magari in tanti vanno a scuola in bici, e una di Roma, ci sia una bella differenza?

In effetti c’è un gap significativo. Al Nord, dove c’è più cultura della bicicletta, troviamo ragazzi che già usano la bici per andare a scuola e si pongono in modo leggermente diverso. Al Sud, la bici è meno diffusa e spesso manca una sensibilità diffusa sulla sicurezza stradale. Ma attenzione, il messaggio rimane universale: dobbiamo lavorare per creare una cultura condivisa del rispetto delle regole. E questo vale ovunque. Anche se poi chiaramente bisogna fare i conti con il contesto reale. Spesso quando si parla di mobilità o ciclabili ci si riferisce al Nord Europa, ma quella è per noi “fantasilandia”. Noi dobbiamo fare i conti con altre infrastrutture, culture, nervosismi di chi è alla guida…

Sara Safe Factor, come detto, va avanti da diversi anni. C’è stata una novità in particolare?

Direi un paio ed entrambe in accordo con Sara. Per mostrare le bellezze dei territori che incontriamo durante l’anno c’è stata una condivisione social con il mio profilo Facebook e Instagram. Non solo, ma sulla vettura ufficiale, l’ammiraglia, per dirla in gergo ciclistico, c’è sempre una bici. E’ molto importante aver unito educazione stradale e cicloturismo, facendo capire quanto possa essere importante una risorsa come il cicloturismo ai fini della sicurezza.

Cantagallo durante un incontro e dietro il significativo simbolo del metro e mezzo di distanza da mantenere in fase di sorpasso
Cantagallo durante un incontro e dietro il significativo simbolo del metro e mezzo di distanza da mantenere in fase di sorpasso
Cosa ne pensi della nuova legge sul metro e mezzo?

Per me è una conquista fondamentale. Sono anni che, con Sara Safe Factor, parlo di questo tema. La distanza minima di sicurezza non è solo una questione normativa: salva vite. Durante gli incontri faccio sempre l’esempio del treno che sfreccia accanto a te oltre una linea gialla per far capire cosa prova un ciclista quando un’auto lo sfiora. La maggior parte dei ciclisti che muore lo fa mentre pedala da solo, rispettando le regole. Questo rende il metro e mezzo ancora più importante.

Dal tuo tono sembri sinceramente contento di questa legge…

Quando la legge è stata approvata, Sara Assicurazioni mi ha chiamato: erano entusiasti perché dimostrava che il messaggio che portiamo avanti è valido e giusto. Vi rendete conto che sino a pochi giorni fa il metro e mezzo era un consiglio? Ora ci siamo adeguati a molti Paesi europei e va bene, ma dobbiamo continuare a educare, affinché questa norma venga rispettata davvero. Sara Safe Factor si conferma un progetto che unisce passione e impegno civile, dimostrando che l’educazione alla sicurezza stradale non è solo una questione di regole, ma di rispetto reciproco e responsabilità condivisa. E se tutti, dico tutti, rispettiamo le regole da domani in strada non c’è più neanche un morto.

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