| 5 Maggio 2025

EDITORIALE / Il solo modo per batterli è farseli amici

Sarà soltanto suggestione, ma di colpo abbiamo la sensazione di essere trascinati indietro rispetto alle faticose conquiste degli ultimi anni. Deve essere l’effetto Trump, mascherato da Papa e da guerriero di Star Wars. Sono bastate poche settimane perché portasse gli USA fuori dal Trattato di Parigi, tornando alle politiche del 2017 quando, eletto la prima volta, revocò 125 norme contro l’inquinamento. E adesso, ciliegina sulla torta, ha anche ordinato la riapertura del carcere di Alcatraz. Non c’entra nulla con l’ambiente, questo è chiaro, ma conferma la sensazione di un ritorno agli anni in cui il disastro ambientale fu messo in atto. E se allora fu per tornaconto e ignoranza, oggi almeno l’ignoranza si può togliere dal mazzo.

Gli USA avrebbero dovuto abbandonare il carbone a fine 2024, cosa cambia con l’avvento di Trump? (foto Creativenature.nl)
Gli USA avrebbero dovuto abbandonare il carbone a fine 2024, cosa cambia con l’avvento di Trump? (foto Creativenature.nl)

Il ballo del bullo

Uno potrebbe anche dirsi che sono fatti loro, che l’hanno votato e ora se lo tenessero stretto. Purtroppo però, quando il bullo inizia a ballare in un certo modo, dà sicurezza e fiducia a quelli che ne traggono ispirazione.

L’Italia ha riscritto il codice della strada in barba ai diritti dei più deboli. Alcuni politici si sono scagliati e ancora si scagliano contro le amministrazioni che sposano i trenta all’ora in città. E si assecondano ridendo le uscite farneticanti di chi non riesce ad accettare la diversità nella vita, figurarsi sulle strade.

Scrive giustamente Paolo Pinzuti sul primo maggio. Il numero degli incidenti mortali sul lavoro è alto, ma certamente in calo. Nessuno ha però posto l’attenzione sulle morti andando al lavoro, quelle di cui non si parla perché non fanno notizia, ma andrebbero conteggiate nello stesso paniere.

L’accoglienza nei borghi è ormai collaudata: si spiega anche così la presenza crescente di cicloturisti
L’accoglienza nei borghi è ormai collaudata: si spiega anche così la presenza crescente di cicloturisti

Turisti e residenti

Quando mi chiedono come sia vivere a Roma, la risposta che nasce dal cuore è che la Capitale sia una fantastica destinazione per i turisti, ma che per viverci serva la pelle dura. Volendo estendere il concetto all’uso della bicicletta su tutto il territorio nazionale, mettendo al posto di Roma l’Italia intera, si potrebbe avere l’identica prospettiva. Bello pedalare durante una vacanza, anche strutturata e di più giorni, ben altra cosa doverci vivere.

I numeri del rapporto Viaggiare con la Bici 2025, realizzato da Isnart-Unioncamere per l’Osservatorio sull’Economia del Turismo sono travolgenti e parlano di un aumento esponenziale del cicloturismo in Italia. Ma cosa si può dire di chi volesse utilizzare la bici per la vita quotidiana? La risposta è simile. Serve la pelle dura, serve coraggio e anche parecchia fortuna.

Anche la Capitale si sta abituando alla presenza di corrieri in cargo bike (foto Corro, Corrieri Roma)
Anche la Capitale si sta abituando alla presenza di corrieri in cargo bike (foto Corro, Corrieri Roma)

Tra violenza e ignoranza

In certi giorni, tuttavia, si ha la sensazione (stupefacente) di una primavera in arrivo. Sembra che la voglia di cambiamento non se ne sia completamente andata dopo la riapertura post Covid e che il seme da qualche parte abbia attecchito. Se è facile che ciò accada e resista dove la bicicletta ha radici profonde – belle le tante ciclabili inaugurate nel Nord del Paese, dalla Liguria all’Emila Romagna, in Toscana come nelle Marche – fa piacere riscontrare l’esplosione delle cargo bike e dei ragazzini in bicicletta anche nelle vie di Roma.

Non è dato di sapere se questo dipenda dai costi del carburante o dalla voglia di salute e di ambiente pulito. Lo sporco nelle strade fa pensare che non tutti condividano una simile spinta, ma invita a insistere. Forse il solo modo perché imparino a rispettarci è che imparino ad averci intorno.

E’ difficile credere all’evidenza di automobilisti criminali che si fanno un baffo della presenza di ciclisti e pedoni. E’ più logico pensare a una categoria incolta, disabituata o ineducata alla convivenza civile. Ciò richiede nel breve termine qualcuno che faccia rispettare la legge e nel più lungo periodo una fase di informazione e scolarizzazione, negli istituti superiori come nelle scuole di guida. Per far capire che va bene la fretta e va bene l’auto veloce, ma che la vita non è un videogame e ammazzare qualcuno ti scava il baratro dentro. Non muore soltanto il ciclista, muore anche chi l’ha investito.

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