| 5 Gennaio 2025

Fa la guida a 88 anni, ma Drelli non ha intenzione di smettere

88 anni e non sentirli. Potrà anche sembrare strano, ma molti appassionati che scelgono per le loro vacanze ciclistiche la Romagna e in particolare l’Hotel Dory, lo fanno anche per poter avere come guida cicloturistica Everaldo Drelli. Una vera icona in Romagna e non solo, forse la più anziana guida nazionale, ma solo come anagrafe perché basta parlarci per accorgersi che il suo entusiasmo e spirito sono ancora quelli di un ragazzino.

Drelli è sempre richiestissimo come guida, soprattutto dai cicloturisti stranieri
Drelli è sempre richiestissimo come guida, soprattutto dai cicloturisti stranieri

Una passione sviluppata tardi

Eppure la storia ciclistica di Drelli non è così antica: «A dire il vero la bici ha sempre fatto parte della mia vita, tanto che da piccolo lavoravo in un negozio di biciclette e mi piaceva, mi piaceva proprio il mezzo. Ma costavano e io dovevo dedicarmi al lavoro. A 18 anni sono andato in Belgio dove ho vissuto per 11 anni lavorando in miniera; oddio, non proprio, nel senso che mi occupavo dell’impostazione con i geometri, ma non era semplice…».

La bici è entrata nella sua vita quando è tornato a Riccione: «Era la passione dei miei amici così ho cominciato a pedalare anch’io. Da allora la bici è diventata mia fedele compagna, anche quando mi sono spostato per lavoro a Urbino. Lavorare non mi è mai pesato e l’uscita serale in bici mi consentiva di rilassarmi e divagarmi. Per fortuna ho trovato una moglie comprensiva, che alla domenica veniva a fare il tifo per me nelle gare amatoriali alle quali ho partecipato per tanti anni. Sapeva d’altronde che se non andavo in bici stavo male…».

Il romagnolo ha scoperto il ruolo di guida molto tardi, iniziando dopo essere andato in pensione
Il romagnolo ha scoperto il ruolo di guida molto tardi, iniziando dopo essere andato in pensione

Un vincente fra gli amatori

Drelli, prima di essere una guida cicloturistica, è stato un agonista, di quelli che gareggiavano nelle prove amatoriali, non proprio le Granfondo. «Ricordo la prima gara, il Trofeo Filiberto sul Monte Titano, verso San Marino. Mi sono messo a tirare in testa al gruppo e quando mi sono voltato non c’era più nessuno. Da lì non ho più smesso di pedalare e di gare ne ho vinte tante…».

E’ curioso però come poi sia diventato una guida: «Io ero andato in pensione a 65 anni, mi giunse voce che al Dory avevano bisogno di guide per i cicloturisti. Io potevo pedalare e sfruttare anche la conoscenza della lingua francese appresa in Belgio. Il bello è che poi chiedono di me anche quelli che parlano inglese, tanto fra ciclisti ci si capisce…».

Da sinistra Stefano Giuliodori titolare dell’hotel, Bernard Hinault 5 volte vincitore del Tour e Drelli
Da sinistra Stefano Giuliodori titolare dell’hotel, Bernard Hinault 5 volte vincitore del Tour e Drelli

La Panoramica, il posto più bello

Eravamo a cavallo del millennio, ma la seconda vita di Drelli va avanti: «Avrei anche smesso e al titolare Giuliodori l’ho anche detto, ma mi ha implorato di andare avanti perché tanti quando fanno la prenotazione chiedono appositamente se ci sono io. Io con il suo hotel mi sono fatto amici in tutto il mondo. Tanti mi chiedono qual è la ricetta che mi tiene così giovanile, io non la conosco, posso solo dire che ho seguito una vita regolare cercando anche con la dieta di restare in forma».

Nel suo pellegrinare, Everaldo macina chilometri: «Prima i 140 settimanali erano una norma, ora mi “limito” a un’ottantina, soprattutto dopo una brutta caduta di qualche anno fa quando mi sono rotto bacino e costole. Ma dopo un mese ero già in sella… Porto i turisti a San Marino, San Leo, Gabicce, Urbino, insomma in giro fra la Romagna e le Marche. Se dovessi dire qual è il mio posto preferito direi la Panoramica di Gabicce, si gode un paesaggio che lascia sempre tutti di stucco».

In salita Drelli si è sempre trovato bene. Ora utilizza la bici a pedalata assistita
In salita Drelli si è sempre trovato bene. Ora utilizza la bici a pedalata assistita

Ora va sulla e-bike

Ma che cosa dicono i tanti cicloturisti che se la ritrovano davanti per la prima volta? «Si fanno meraviglie e vogliono seguirmi, si crea subito un’intesa che va anche oltre l’ostacolo della comunicazione. Io racconto quel che so dei luoghi, delle strade, faccio anche appello alla mia memoria. Devo dire che alla fine tutti sono contenti e mi ringraziano, dicono che hanno qualcosa da raccontare al loro ritorno».

Everaldo oggi pedala con la e-bike: «Ma fino a un paio d’anni fa ho sempre usato solo la bici muscolare, ora però cerco di preservarmi e la bici a pedalata assistita è utile, soprattutto in salita, un aiutino penso che ci stia… La voglia di pedalare comunque non è mai venuta meno, anche adesso non vedo l’ora che inizi la stagione turistica, Giuliodori sa che può ancora contare su di me. Come guide siamo una decina, ci diamo i cambi, lavoriamo a scaglioni, ma quando siamo nel pieno della stagione si lavora tutti».

Il gruppo di guide a disposizione dell’Hotel Dory tra cui Stefano Casadei, 4 volte tricolore paralimpico
Il gruppo di guide a disposizione dell’Hotel Dory tra cui Stefano Casadei, 4 volte tricolore paralimpico

Quanto lavoro, l’estate scorsa…

E quando è arrivata la carovana del Tour de France? «Lasciamo stare, si lavorava come fachiri… Portavamo i turisti sui percorsi, sulle stesse strade dei campioni e vedere i loro occhi così pieni di gioia, delle sensazioni che stavano provando era il migliore dei regali. E’ per questo che non voglio mollare, quegli sguardi sono senza prezzo…».

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