| 14 Aprile 2024

Into the wild. I racconti e le avventure di Maurizio Doro

Precursore dei viaggi estremi in bicicletta, Maurizio Doro è un moderno Jack London che, nella sua vita, è stato praticamente ovunque. Specialmente in luoghi che pochissimi esseri umani hanno avuto il privilegio – e il coraggio – di esplorare.

«Sono passati ormai molti anni dalle mie prime esperienze – racconta Maurizio, trentino della classe 1963 – e se ci ripenso oggi, mi viene da dire che ero un folle sognatore. Volevo vivere emozioni autentiche, da esploratore. Non mi interessava il viaggio in sé, restavo lontano dalle città e dalla civiltà. Il mio obiettivo era stare a stretto contatto con la natura, sentirmi parte di essa. I pericoli e le difficoltà erano molti e forse non mi rendevo pienamente conto dei rischi, ma ogni chilometro è stato straordinario».

Gli spazi infiniti e la bici come chiave per aprire le loro porte: è la molla dei viaggi di Doro
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Lontano da ogni sentiero

Dalle coste ghiacciate dell’Alaska alle zone più desertiche del mondo, il viaggio secondo Maurizio Doro non è mai stato fine a se stesso, piuttosto un modo per stare sempre più in simbiosi con il lato più crudo e selvaggio di Madre Natura.

«Ho fatto diversi viaggi lungo la costa sud dell’Alaska – racconta – da Cordova a Yakutat dove non esiste pista, né sentiero. Ho pedalato sulle coste ghiacciate, portando un gommoncino con il quale attraversavo questi fiumi che scendono dai ghiacciai più grossi al mondo. E’ stato incredibile pensare di pedalare in luoghi che non erano mai stati visti dagli esseri umani. Questa traversata infatti l’avevano affrontata solo tre persone in gruppo, ma io ero da solo».

Fermato dalla palude

Maurizio racconta come effettivamente quell’avventura terminò a soli 5 chilometri dalla meta per colpa di una palude impossibile da attraversare.

«Avevo impiegato 19 giorni per arrivare fino a lì, dei quali 15 di pioggia ininterrotta. E dopo 500 chilometri mi sono trovato davanti questa colata di fango. Ho provato ad avvicinarmi al punto più stretto, ma la situazione era molto complicata perciò ho chiamato l’elicottero della Guardia Costiera».

Quella tra i ghiacci è stata solo una delle traversate più estreme affrontate da Maurizio. Altri viaggi ai confini del reale sono stati il periplo del lago Bajkal – il lago di acqua dolce più profondo al mondo – e l’esplorazione delle aree più desertiche dell’Argentina.

«Sembrano veramente follie – aggiunge – ma era la mia curiosità a spingermi sempre più in là. Volevo rinsaldare sempre di più il rapporto dell’uomo con la natura, in solitudine».

Doro e la libertà: quando si è soli in quello che a volte sembra il centro del mondo
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Esploratore e scrittore

L’ispirazione più grande gli è arrivata dal re delle Alpi Walter Bonatti, che da alpinista, scalatore e reporter ha rivoluzionato il concetto di scoperta, raccontando gli aspetti più vividi e reali delle proprie esperienze. Sulla scia di questa figura quasi leggendaria, Maurizio sente l’esigenza di documentare tutto. Inizia a collaborare con la rivista No Limits e gira video durante le sue traversate, per portare gli spettatori in giro per il mondo con lui.

«Sono un nostalgico – spiega – mi attirava la figura di Bonatti, perché non si limitava ad esplorare, ma registrava i suoi viaggi in modo meticoloso come in un diario di bordo. L’ispirazione è importante e sono felice quando le persone mi scrivono che anche le mie peripezie sono state stimolanti. Una volta un ragazzo mi ha mandato una mail per ringraziarmi. Diceva che aveva visto un documentario in Rai quando aveva sei o sette anni e si era appassionato, aveva iniziato ad imitarmi nel giardino di casa e poi aveva cominciato a viaggiare».

A volte il vento ti costringe a scendere di sella e non puoi fare altro che spingere
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La bicicletta per scoprire nuovi mondi

Quando ancora le ultra ride non erano un trend, Maurizio sfruttava le ore notturne per allenarsi. Sportivo per vocazione, non è stato sempre solo un ciclista, ma anche un nuotatore e un camminatore.

«Quarant’anni fa – spiega – partecipavo a competizioni di triathlon. E ho fatto viaggi a piedi di lunga distanza, nel deserto, in Canada, trascinando una slitta. La bici è diventato il mio mezzo prediletto per un motivo: è il solo che ti permette di esplorare più chilometri possibili. Io non sono pratico di tecnologia, materiali, non mi reputo un intenditore. Semplicemente la bicicletta mi permette di vivere la natura appieno. Quando cammini, la distanza giornaliera che percorri è veramente esigua, ma quando pedali puoi arrivare più in là, sempre più in là, e così vedi il mondo».

Con gli anni, anche i suoi amici cominciano a chiedergli di mostrargli le destinazioni con i suoi occhi – o meglio, alla sua maniera – e Maurizio inizia a organizzare esperienze nei più remoti angoli inesplorati del globo.

La bicicletta per Doro è il modo per coprire distanze superiori e vedere più posti nello stesso viaggio
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I primi viaggi organizzati

«Erano gli anni duemila – ricorda – quando ho cominciato a proporre qualche viaggio. Mi stimolavano proprio le richieste degli amici. Inizialmente erano impegnativi, siamo andati in Bolivia e in Marocco. Ho portato gruppi di persone anche a 6.000 metri. Volevo trasmettere agli altri le mie stesse emozioni. Il primo l’abbiamo organizzato su una rotta marocchina, ancora nella zona berbera, lontano dal grande turismo. Siamo entrati in contatto con vecchi guerrieri e viaggiavamo con delle jeep al seguito, pianificavamo tappa per tappa e ci appoggiavamo a dei campi base».

Ancora oggi Maurizio e il suo team sono alla costante ricerca delle aree più inesplorate, dove ancora si può vivere nella cultura del luogo e vedere scorci intatti.

«Adesso è tutto molto più semplice», aggiunge. «Riesci a pianificare le tappe giorno per giorno, usi google maps, sei più consapevole, anche i social ti aiutano moltissimo. Prima era più complicato tenere i contatti con il mondo o comunque sapere dove fossi esattamente. Ricordo che, durante la traversata dell’Himalaya, mi fermavo nei posti di blocco dei militari pachistani per telefonare a casa e dare notizie.»

Le proposte di Naturaid

I viaggi vacanza che oggi propone Maurizio con la sua agenzia Naturaid sono alla portata di tutti, anche se la missione non è cambiata. L’avventura è sempre al primo posto in ogni esperienza, lunga o breve che sia.

«Come destinazioni principali abbiamo la Sardegna e il Marocco – dice – ma anche l’India per esempio, dedicata a chi volesse fare un’esperienza più impegnativa. Il percorso è sempre costituito da tappe. Si pedala durante il giorno e ci si riposa in alberghi o piccole pensioni».

Conclude dicendo che ogni proposta è aperta anche alle più svariate personalizzazioni. L’attitudine da esploratore fa parte della sua natura e spesso anche di chi si rivolge a lui perché chiamato dal desiderio di salire in sella e scoprire nuovi mondi. Vedere qualcosa per la prima volta e con occhi nuovi è un lusso sempre più raro in un mondo che ci dà continuamente l’illusione che tutto sia già stato scoperto.

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