| 8 Luglio 2025

Maratona dles Dolomites: festa, fatica, stupore, silenzio e la Luce

CORVARA – Una festa della bicicletta avvolta da uno scenario mozzafiato. La Maratona dles Dolomites-Enel non è una semplice granfondo, ma una manifestazione che per una settimana o più fa vivere un’avventura a 360 gradi a 8.000 appassionati e alle loro famiglie, alla scoperta dell’Alta Badia e delle valli limitrofe. 

Se il cuore dell’evento è la prima domenica di luglio, tutto quello che lo circonda in termini di incontri, pedalate, esperienze la rende ancor più speciale. Il pensiero di ogni iscritto è che percorso fare tra il classico (non chiamatelo corto, eh!) Sellaronda (55 km con 1.780 metri di dislivello), il medio (106 km e 3.130 metri di dislivello) e lungo (138 km e 4.230 metri di dislivello). Per chi li accompagna in questa sfida non mancano le opportunità di avventurarsi in un giro con la pedalata assistita, una camminata o qualche esperienza culinaria.

Attività per tutti

Anche quest’anno, Corvara in Badia, La Villa e i comuni limitrofi hanno cominciato a riempirsi già dal giovedì, giorno in cui viene inaugurato il villaggio degli sponsor. Si può ritirare il ricco pacco gara e fare un giro tra i tantissimi stand degli espositori presenti. Il venerdì e il sabato mattina, invece, tantissime le “ride” organizzate per dar la possibilità di pedalare con leggende del pedale o personaggi famosi. Così come per cominciare a studiare il percorso. Come piccole formichine, soprattutto sui 4 passi del Sellaronda e sul Falzarego, il via via di ciclisti era davvero intenso.

Tra gli 8.000 partecipanti, equamente divisi tra Italia ed estero, ce ne sono tantissimi alla prima volta. Come Alessandro, che per i 70 anni si è regalato questa sfida, insieme agli inseparabili amici di Montecatini Terme, Antonio e Cristiano, I primi due si sono cimentati nel medio, mentre l’ultimo ha optato per la Maratona completa. Alla vigilia del grande appuntamento, era d’obbligo la foto con la scritta Corvara situata a poche centinaia di metri dall’ambito traguardo. 

Un altro evento da non perdere è la Maratona for Kids del sabato mattina, che quest’anno aveva due testimonial d’eccezione come i due ambassador Sportful Peter Sagan e Paolo Bettini: i due pluricampioni iridati si sono divertiti quasi più dei piccoli ciclisti tra i 6 e i 12 anni. Grazie a questa rassegna, sono stati raccolti anche 1.810 euro per la Fondazione Michele Scarponi per l’educazione e la sicurezza stradale.

Sveglia alle 4,30

Poi però, c’è il momento più atteso. La sveglia che suona alle 4,30, poi giù a colazione. All’hotel Sassongher, appena ai piedi del gigante di pietra, è giornata di straordinari. Già a quell’ora sulla tavola si trova qualunque leccornia grazie agli sforzi dell’inesauribile personale. Poi di corsa in stanza a prepararsi e pronti per il ritrovo alle 5,45 con Rudi e Orlando, compagni di pedalate in questo weekend insieme ad Andrea per testare le gambe in vista della Maratona. Ognuno si avvia alla sua griglia e io mi ritrovo vicino all’amico e collega Alan Marangoni e alla nutrizionista dell’Equipe Enervit Elena Casiraghi, subito dopo aver incrociato il discesista Mattia Casse. Per uno come lui, quando non è sulla neve a preparare i Giochi di Milano Cortina 2026, il richiamo della bici è troppo forte

Poco prima di partire ritrovo il mio amico russo Anton e con lui ci avviamo al Campolongo, prima fatica di giornata. Lui da quando è scoppiata la guerra vive in Olanda con la famiglia e spesso si allena a Forte dei Marmi con l’olimpionico della pista Michail Ignatiev. Sul Podoi, invece, condivido la fatica con l’atleta di Obiettivo 3 Christian Casiraghi. Vederlo domare ogni tornante su una sola gamba fa sì che in tanti lo acclamino mentre vengono superati. 

Il bivio e la Luce

Sul Sella, dopo i campanacci e le maschere dei temibili Krampus sfoderate dai fassani, mi guardo attorno e, scrutando i pettorali di chi mi affianca, è un gran passare di bandiere. Colombia, Gran Bretagna, Olanda, Germania, Cile, Belgio: 91 sono i Paesi che partecipano a questa celebrazione del pedale. Non sei mai da solo e, anche se fai fatica, a volte basta alzare lo sguardo, incrociarlo con quello di un altro partecipante e scatta il sorriso.

Sul Gardena splende la maglia arcobaleno di Gianni Bugno e dopo quattro chiacchere con un altro amico torinese nel tratto finale, giù in picchiata verso Corvara per il primo bivio di giornata. Tagliare il traguardo o proseguire? La Lüm, ovvero la Luce, tema di quest’anno ha la meglio sulle nuvole e, dunque, opto per la strada che porta alla seconda scalata del Campolongo. La gente a bordo strada è instancabile, dalla partenza e per ogni singolo chilometro siamo travolti da incitamenti, scritte, striscioni e cori per un abbraccio che ti fa pensare di essere nel bel mezzo di una tappa del Giro d’Italia. Chi lo strudel, chi un panino, chi opta per la banana: ognuno fa rifornimento per la seconda metà di gara. 

Il rettilineo del Valparola

All’ultimo bivio, quello tra medio e lungo, ci sono anche i simpatici tifosi dello Swatt Club che stuzzicano i partecipanti con un “Forza, si va a destra, che c’è il sole!”. Visti i miei 900 km scarsi di allenamento, penso che per oggi il medio basti avanzi e per stavolta lascio ad altri il Giau, incamminandomi per il Falzarego. Avendo però avuto la fortuna di avventurarmi nel lungo in passato, trovo un grande punto in comune tra queste due salite mitiche durante la Maratona: il silenzio. La fatica ci consuma e in quegli attimi, tutti cerchiamo le ultime risorse per vincere la sfida contro noi stessi.

Tra Falzarego e Valparola incontro un ragazzo austriaco, Andreas e con lui commento quel rettilineo all’insù che sembra non finire mai. Lui sorride e dice che la sua prima Maratona rimarrà qualcosa di indelebile nel cassetto dei ricordi. Ultima discesa e poi il momento più amato e odiato da tutti: il famelico Mür dl Giat. Nonostante qualche goccia di pioggia, il tifo a bordo strada sembra quello che si trova sui muri delle classiche belghe e ti spinge a superare anche quest’ultimo ostacolo spaccagambe.

L’arrivo a Corvara è un mix di emozioni tra gioia, soddisfazione e sfinimento. Il pasta party e la festa tra popoli nel palazzetto accanto al traguardo rendono ancor più magica la Maratona. E fanno pensare che il tema per l’anno venturo, ovvero la Pace (Pesc per dirla in lingua ladina tanto cara al deus ex machina Michil Costa) sia quanto mai azzeccato. C’è chi ha già segnato il 5 luglio 2026 sul calendario. 

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