PRALORMO – Dopo i tulipani della Contessa di Pralormo e la visita allo stabilimento Martini di Pessione di Chieri raccontate ieri, la nostra seconda tappa del viaggio sulle colline ad est di Torino si apre con un pallido sole che sorge sulle alture del piccolo comune di Cinzano, dove domina la Tenuta La Serra. Si tratta di un proprietà del Settecento e, non appena varchiamo la ghiaia del cancello d’ingresso, Federico Rossotto, figlio del proprietario dell’azienda vitivinicola, ci accoglie e ci spiega il panorama circostante. «Vedete laggiù le prime colline del Monferrato Astigiano – spiega – con la collina di Albugnano che è la più alta di esse, intorno ai 500 metri di quota. Diciamo che è la prosecuzione della Collina Torinese».
Quindi ci guida all’interno della cantina dove si produce il loro vino. Oltre alle barrique ci colpisce che in un andito abbia voluto inserire alcuni pannelli esplicativi della storia dell’azienda familiare Rossotto, dall’albero genealogico ad una mappa che illustra le caratteristiche geologiche del suolo, a testimonianza di quanto sia stretto il legame con le proprie radici e di quanta voglia ci sia nel raccontarlo ai visitatori.

Superga: presenza costante
Oggi i dislivelli sono un po’ più importanti, tanto che alla fine del nostro giro in gravel fra i saliscendi del torinese di quasi 50 km conteremo un’elevazione di circa 700 metri. In lontananza la Basilica di Superga è una presenza costante e tra uno strappo e l’altro (per lo più su asfalto, almeno nella mattinata) ci concediamo qualche fuori programma, come la visita a Villa Il Palazzo, una residenza storica tra Castiglione e Chieri che spesso diventa location per cerimonie. Non a caso mentre irrompiamo noi si sta svolgendo uno shooting fotografico pre-matrimoniale…
Da Pavarolo a Chieri
Dopo la conquista del paesino di Sciolze è la volta del primo… rifornimento in quel di Pavarolo, altro piccolo centro collinare. Ad accoglierci c’è la sindaca che prima ci illustra le bontà del banchetto imbandito dal Ristorante del Castello (su tutte, la susina purina, detta “brigna” in piemontese), poi ci accompagna nella vicina Casa Studio Casorati, in occasione della mostra temporanea “Felice Casorati Designer” che rimarrà allestita fino alla fine di giugno. Nato nel 1883, Casorati fu pittore, scultore ed incisore noto per il suo stile metafisico e neoclassico.
La discesa verso Chieri è un susseguirsi di sterrati polverosi e scorci inaspettati. Giunti nella cittadina, meritano una sosta le chiese di San Giorgio e di San Filippo Neri, ma soprattutto il Duomo di Chieri, ovvero la Chiesa di Santa Maria della Scala. E’ già il primissimo pomeriggio quando raggiungiamo l’ex Mattatoio, trasformato per l’occasione nel cuore pulsante di “Hubbuffate”, il festival dell’agricoltura sociale. Tra bancarelle colorate, scopriamo la patata di Villastellone della Cascina del Mulino in due versioni: chips croccanti e gnocchi morbidissimi. «Questi ortaggi – ci spiega un giovane agricoltore – sono coltivati da ragazzi con fragilità sociali. La terra qui è una maestra di vita».
Una miriade di percorsi
Tra un morso del Galucio ‘d Cher (una pagnottella dolce, semplice, preparato anticamente con gli avanzi dell’impasto del pane) una fetta della focaccia di Chieri (a tal riguardo segnatevi l’evento Focaccia Gravel in programma il 5 ottobre) e un assaggio degli artigianali grissini Rubatà, veniamo a conoscenza del Distretto del Cibo del Chierese e del Carmagnolese, un’associazione nata per valorizzare le eccellenze alimentari territoriali e sostenere le imprese locali che vi gravitano intorno.
Nel frattempo, le nuvole che ci hanno accompagnato per tutta la mattinata concedono una tregua e ne approfittiamo per ripartire verso Pecetto percorrendo “Pistaaa! La Blue Way Piemontese”, itinerario ciclabile che corre tra vigneti e frutteti. A proposito di percorsi: ieri parlavamo della ciclovia Lan.Po ed oggi vi sveliamo che dal mese di maggio vedrà la luce questo booklet a cura dell’Ente Turismo Torino e Provincia con una miriade di itinerari georeferenziati scaricabili tramite QR Code e visibili nell’app Outdoor Active. La guida cartacea sarà in distribuzione sia presso gli uffici del turismo che presso gli esercenti a tema: noleggi bici, alberghi, ristoranti, pasticcerie… localizzati nell’Oltre Collina Torinese.
Il regno della ciliegia e dell’amarena
Sembrerà curioso, ma la tecnologia del QR Code serve anche ad aprire le… chiese. E’ quello che è possibile provare presso quella di San Sebastiano di Pecetto Torinese. Grazie all’app “Chiese a porte aperte”, voluta dalla CEI piemontese, è possibile prenotare una visita gratuita: giunti sul posto nell’orario selezionato, inquadrando il QR code con lo smartphone si apre la porta dell’edificio. Una volta entrati è possibile far partire un sistema di guida della chiesa composto da “voce narrante” in tre lingue, abbinata a musiche e ad un sistema di illuminazione dei dettagli artistici. La voce narrante nella Chiesa di San Sebastiano ci racconta storie di santi e pellegrini mentre ammiriamo i dettagli degli affreschi quattrocenteschi.
Pochi chilometri più avanti, Barbara della Cooperativa AgricooPecetto ci accoglie con assaggi di confetture di ciliegia, frutto simbolo del territorio.
«Siamo a Pecetto per cui qui regna la ciliegia e l’amarena, ma nella nostra cooperativa trasformiamo altri prodotti per renderli fruibili tutto l’anno: il peperone di Carmagnola, il cavolo verza di Moriondo, la zucca di Sciolze, il pomodoro costoluto di Cambiano – elenca – e potrei andare avanti ancora con tutti gli altri prodotti del Distretto del Cibo del Chierese e del Carmagnolese». Anche qui non manca l’attaccamento alle proprie radici: ad una serie di condimenti vegetali per la pasta hanno dato ciascuno il nome dei propri nonni…
Planata su Torino
Gli ultimi chilometri ci conducono alle porte di Torino, più precisamente alle spalle del maestoso Castello Reale di Moncalieri dove giungiamo proprio nel giorno dell’inaugurazione del parco sapientemente ristrutturato dal Comune di Moncalieri. Ci concediamo persino una breve pedalata nel Bosco del Re prima di planare sulla sottostante Torino.
La giornata si conclude infatti al Festival del Cicloturismo Bike Experience nel Parco Le Vallere, tra stand di bici artigianali, workshop e racconti di viaggi su due ruote. Tra di essi riconosciamo Leo del bike cafè Bicierin di cui vi avevamo parlato tempo fa e facciamo la conoscenza di Fabrizio Astuto. Mentre le casse sparano “Cosa sarà” di Lucio Dalla, Fabrizio ci lascia un volantino del suo Gravel Circus, il circuito di manifestazioni gravel dell’Alto Piemonte.
E poi a tavola a raccontare…
Il van messo a disposizione dal Piedmont Bike Hotel ci riporta a Pralormo per una rapida doccia. Alla Trattoria Bue Rosso di Poirino, infatti, il giornalista Enrico Bassignana deve preparare un articolo per il Corriere di Chieri e freme per sapere come sta andando questo viaggio.
Tra un sorso di Balbiano e un fritto misto ci chiede quali siano stati i momenti significativi di questi primi due giorni. Per noi la risposta è semplice (oltre che diplomatica): più che sceglierne uno abbiamo sin qui capito che la bici è la chiave per scoprire tante eccellenze nascoste nel raggio di pochi chilometri. E sentiamo che anche domani ne avremo conferma.