GRECCIO – Questo weekend ci siamo concessi una due giorni di pedalate nella Valle Santa Reatina. Tale nome che viene dato alla piana che si estende da Rieti verso nord è dovuto alla presenza di quattro santuari francescani che sorgono sulle alture circostanti. In senso orario sono quelli di Poggio Bustone, La Foresta, Fonte Colombo e Greccio. Quest’ultimo, oltre ad essere il più noto, è anche quello in cui si svolge ogni anno la rievocazione storica del presepe vivente. Forse non tutti sanno che 801 anni fa, nel 1223, San Francesco fece proprio qui la prima rappresentazione della natività, dando origine, appunto, alla tradizione del presepe.
Con il nostro amico Marcello scendiamo alla stazione di Rieti. Per l’occasione abbiamo montato sulle nostre gravel una coppia di ruote da strada dato che le due tappe che percorreremo sono su strade secondarie ma comunque asfaltate.
La nebbia del mattino è talmente fitta che ci fa pensare che forse abbiamo azzardato la scelta del giorno. Ma ciò è stato condizionato dal fatto che questo weekend è stato il primo in cui è avvenuta la rappresentazione del presepe a Greccio che poi si ripeterà per tutti i fine settimana fino al termine delle festività natalizie.
Sulla Via di Francesco
Per orientarci abbiamo scelto di seguire un tratto della Via di Francesco. Di cammini francescani ce ne sono molti, questo è un percorso che ha come punto di arrivo Assisi e di cui esistono due versioni. Quella da nord scende dal Santuario de La Verna verso la cittadina umbra, quella da sud sale da Roma, passando appunto per Greccio. Entrambe sono percorribili a piedi ed in bici per un totale di circa 500 km. Sebbene attraversi tre regioni, la Via di Francesco è una creazione della Regione Umbria. Umbra è anche la società che si occupa di assistere pellegrini e viandanti per quanto riguarda la logistica. Tramite il sito www.francescosways.com la Genesi Srl aiuta infatti coloro che intendono percorrerla nell’individuazione di ostelli, alberghi e posti dove mangiare (ad eccezione del tratto romano).
Suor Maria a Fonte Colombo
Per la prima giornata abbiamo scelto di dirigerci a Greccio visitando però prima il Santuario di Fonte Colombo, pochi chilometri dopo Rieti. Per raggiungerlo occorre fare una deviazione e superare una salita di un paio di km al 6-7 per cento. Ci aiuta a riscaldarci e ci fa sbucare sopra le nuvole che avvolgono la piana. Finalmente ecco sopra di noi il cielo azzurro previsto dal meteo. Il santuario è piccolo, con un grazioso chiostro all’interno, avvolto dal silenzio. Un’auto si ferma sul piazzale antistante. Scende Suor Maria con una cesta di pane: «Siamo arrivati insieme – scherza – Io vengo da Greccio». Marcello le dice che stiamo andando proprio lì e lei ci ricorda che più tardi ci sarà la rievocazione, per cui dobbiamo affrettarci perché a breve chiuderanno la strada.
Ci rituffiamo nella nebbia scendendo per la stessa strada, poi svoltiamo a sinistra, superando dopo qualche chilometro il paese di Contigliano che sta “acciambellato” su una collina alla nostra sinistra. Quindi finalmente iniziamo la salita più dura di giornata, quella che porta al paese di Greccio, posto ad oltre 700 metri di quota. Man mano che i tornanti si succedono aumentano le foglie gialle ai lati delle strade. Qualche pianta di melograno ha perso le foglie lasciando ben visibili gli ultimi frutti rossi ancora appesi.
Il brulicare di Greccio
Quando mettiamo di nuovo la testa sopra la nebbia, il sole da pallido diventa il pittore che esalta i colori dell’autunno, ma soprattutto non possiamo non rimanere colpiti dalla soffice distesa bianca che domina la conca reatina. Sull’altra sponda di questo “mare” si staglia il Terminillo, salita storica del Centro Italia, con qualche timida spruzzata di neve in cima.
Al paese di Greccio (che, come ci ricorda il cartello d’ingresso, è gemellata con Betlemme) ci sono già i primi turisti che brulicano tra le casette di legno del mercatino di Natale allestito in piazza. I volontari cominciano ad allertare le auto e ci dicono che con le bici possiamo passare tranquillamente. Il santuario è due chilometri più giù e lo raggiungiamo velocemente. Qui troviamo già dei pullman di persone che si preparano ad assistere alla rievocazione.
La rappresentazione del presepe
Questa avviene nel tardo pomeriggio, dopo il tramonto, ed è una vera e propria rappresentazione teatrale con gli abitanti del paese in costume d’epoca. Non si tratta dunque solo di un presepe vivente, ma della ricostruzione delle vicende che nel XIII secolo hanno portato Francesco d’Assisi da queste parti e che poi sono culminate con la prima rappresentazione della Natività della storia. Il tutto si svolge in uno spiazzo dominato dal santuario che si staglia sullo sfondo, in cui per l’occasione sono state allestite persino delle tribune.
Finita la rappresentazione ci siamo concessi una cena frugale presso la vicina Taverna di Frate Francesco, dove abbiamo mangiato dei pizzicotti al sugo, un piatto tipico del reatino. Si tratta di una ricetta contadina semplice che deve il nome al fatto che la pasta che se ne ricava viene ottenuta “pizzicando” dei pezzetti dall’impasto del pane casareccio, appena prima di buttarli in acqua.
La Foresta e Poggio Bustone
L’indomani concludiamo l’anello della Valle Santa Reatina visitando i santuari de La Foresta (appena fuori Rieti) e quello di Poggio Bustone. Quest’ultimo paese, tra l’altro, è quello che ha dato i natali a Lucio Battisti ed una sua statua presso i “Giardini di Marzo” è lì a testimoniarlo.
Rimaniamo in quota ammirando la Riserva dei Laghi Lungo e Ripa Sottile, e chiudiamo queste due tappe della Francesco’s Ways sulle sponde del Lago di Piediluco, appena varcato il confine con l’Umbria.