FELTRE – Dovendo raccontare cos’è la Sportful Dolomiti Gravel si può cominciare così. Dopo 7 chilometri dalla partenza non ho idea di dove sono. Passo sopra una passerella su un torrente in mezzo al bosco, poi la traccia continua su un single track fangoso circondato da acacie, carpini e noccioli. Potrei essere in qualunque posto dell’Europa continentale, se non sapessi che 7 chilometri fa sono partito da Feltre, a cento metri dall’ospedale in cui sono nato.

Tre percorsi, molte salite e molto sterrato
Dei tre percorsi possibili ho scelto il medio, 80 chilometri con 1.500 metri di dislivello da Feltre a Pedavena (dove c’è la famosa birreria). Gli altri due erano il corto, di 60 chilometri e il lungo di 190. Tutte e tre le tracce si snodavano all’interno della Valbelluna, con i primi due che esploravano la zona del feltrino mentre il terzo si spingeva anche fino a Belluno.
E’ noto che il gravel sia un mondo molto vasto, che va dalle più scorrevoli strade bianche ai sentieri accidentati dove il portage la fa da padrone. Già dopo i primissimi chilometri ci si rende conto come quello della 4ª edizione della Sportful Dolomiti Gravel sia un gravel che vira più alla seconda delle due opzioni. Niente di estremo o fastidioso, ma comunque spesso tecnico e a tratti esigente, come si capisce anche dalle molte mtb che incontro lungo il percorso. D’altronde è anche il bello di eventi come questo, senza classifiche e liberi dall’agonismo, dove se anche capita di dover scendere e spingere la bicicletta per qualche metro lo si può fare senza timore di perdere delle posizioni. Per dare un dato, più della metà del percorso è fuoristrada, e quando si trova l’asfalto di solito è il momento per tirare un sospiro di sollievo.
I mille scorci della Valbelluna
E poi la Valbelluna ha sempre scorci nuovi anche per chi come chi scrive qui ci è nato e cresciuto. Qualche esempio. Uno dei tratti più suggestivi è stato il passaggio lungo la sponda del lago del Corlo, per un sentiero – anche bello impegnativo – in mezzo al bosco e vicino all’acqua. Un’altra bella scoperta è stato il primo avvicinamento a Pedavena, ad un terzo del percorso, con i suoi panorami di mezza montagna tra fattorie e pascoli sopra Feltre.
Come anche la pista sterrata affianco al torrente Cismon che porta ad Arsiè, un’alternativa campestre alla strada asfaltata che passa poco distante. Oppure l’ultima salita sopra Seren del Grappa, dove nonostante la fatica accumulata ci si può godere le tante piccole sculture di legno realizzate dagli abitanti ed esposte a bordo strada. Infine non è una novità ma non si può non citare il passaggio per il centro storico di Feltre, dove arriva la Sportful Dolomiti Race, una specie di Venezia tra le montagne, con il castello di Alboino in cima.
L’avventura dietro casa
All’arrivo nel parco della birreria Pedavena tutti i 350 partecipanti sono stati accolti con una bottiglia di birra, graditissima in una calda giornata di luglio anche da chi, come chi scrive, si è accontentato di 80 chilometri e 1.500 metri di dislivello. Perché il gravel, specie quello tracciato bene come in questo caso, ha questo di bello. Moltiplica l’esperienza sui pedali, espande gli orizzonti delle due ruote, e trasforma in una nuova avventura anche un giro tra le strade di casa.