Che le Marche siano in primo piano in questo periodo nel mondo cicloturistico è abbastanza evidente dal fatto che fornisce continuamente spunti d’interesse. Uno di questi nasce dalla confessione di Raffaele Bertucci, vicedirettore del Natural Village Resort di Porto Potenza Picena sottolineando come la Ciclovia delle Abbazie sia un percorso privilegiato e soprattutto molto richiesto dai clienti, in particolar modo da chi proviene dall’estero.
Vediamo allora di capire il perché di tale richiamo parlando con la guida stessa della struttura che è anche il responsabile Fiab locale, Sandro Mancini: «Effettivamente è il percorso più richiesto perché è aperto a tutti, pianeggiante, dove si pedala quasi sempre su strade secondarie, ancor più oggi che il principale traffico autoveicolare è dirottato verso la nuova superstrada da Civitanova Marche verso Spoleto».
Un percorso adatto a tutti
Il percorso principale della Ciclovia va da Civitanova fino a Tolentino. Si pedala tra le dolci colline marchigiane, «ma non bisogna farsi trarre in inganno – riprende Mancini – perché si può trovare qua e là solo quale piccolo saliscendi, ma è un tracciato ideale per le famiglie, affrontabile anche dai bambini. E’ un tracciato ideale per le bici da strada ma anche gravel, è tutto asfaltato e non presenta difficoltà».
Lo dice il nome stesso, la Ciclovia delle Abbazie è anche un’immersione nella spiritualità dei luoghi toccati, viaggiando fra architetture romaniche ma soprattutto nella devozione che questi luoghi hanno sempre ispirato. Teatro di partenza è il Santuario di Santa Maria Apparente, andando verso il porto turistico di Civitanova e questa parte è particolarmente attraente perché il porto è stato trasformato in una sorta di museo a cielo aperto, illustrato da oltre 100 artisti contemporanei attraverso murales del più diverso stile.
La parte più bella del percorso
Si continua lungo la ciclabile del lungomare, andando verso sud per arrivare all’Abbazia Imperiale di Santa Croce in Chienti a Sant’Elpidio a Mare e questa è davvero maestosa nella sua costruzione e nella sua storia che supera il millennio. Da qui si prosegue fra le pittoresche vie di campagna per raggiungere un altro gioiello, l’Abbazia di Santa Maria di Pié di Chienti a Montecosaro Scalo, con il suo interno a due piani sovrapposti e le gallerie riservate alle donne chiamate “matronei”.
«Qui inizia la parte che ritengo più bella – afferma Mancini – arrivando fino a San Claudio di Corridonia. Sono una quindicina di chilometri immersi nella campagna marchigiana, dove regna il silenzio, il profumo della natura soprattutto in questo periodo e dove è consigliabile (io lo suggerisco spesso) prendersi il proprio tempo e magari godersi anche un picnic all’aria aperta ripartendo poi, saziati nel fisico e nello spirito».
Una sosta al Castello della Rancia
L’Abbazia di San Claudio è molto caratteristica, con le sue due torri gemelle che dominano il paesaggio. Andando avanti si prosegue nella Riserva Naturale dell’Abbazia di Fiastra, culminante nell’Abbazia di Chiaravalle, uno dei maggiori esempi italiani dell’architettura cistercense con materiali provenienti dall’antica città romana di Urbis Salvia.
La ciclovia è vicina al suo epilogo, passando per i vigneti del territorio di Tolentino senza dimenticare di fare una piacevole sosta al Castello della Rancia, che da oltre 700 anni è meta di passaggio per tanti viaggiatori nella media valle del Chienti. La chiusura del percorso è nel centro del paese con la Basilica di San Nicola che contiene il “Cappellone”, un famosissimo ciclo di affreschi del XIV secolo.
Percorso in due porzioni
Un percorso, quello marchigiano, che potrebbe essere affrontabile anche nel quadro di una giornata, ma non è consigliabile: «Meglio dividerlo almeno in due parti. Con un gruppo di cicloturisti recentemente abbiamo fatto l’esperienza in un giorno e alla fine eravamo stanchi, la seconda parte è risultata pesante. E’ invece preferibile dividere il tracciato in due porzioni, cosicché nella seconda, che è un po’ più trafficata, c’è modo di pedalare più tranquilli e senza stress e magari fare una sosta nella zona del Castello dove c’è un bel bosco che merita di essere “respirato” all’insegna della tranquillità».
A tal proposito Mancini affronta un discorso importante, relativo ai servizi che si possono trovare lungo la Ciclovia: «Partiamo dalle segnalazioni, abbastanza accurate, ancor di più da Montecosaro in poi dove siamo stati noi stessi della Fiab ad apporre cartelli indicatori utili per chi pedala. Nel complesso è un tracciato che si presta abbastanza anche per soste gastronomiche, con luoghi che propongono prodotti tipici ma soprattutto bar utili per soste veloci in un clima accogliente. Ci sono anche soluzioni per dormire attraverso B&B della zona».
La soluzione bici + treno
E per quel che riguarda i noleggi? «Ce ne sono, ma possiamo anticipare che nel prossimo settembre a San Claudio aprirà un importante punto bike, destinato non solo al noleggio bici, ma anche a riparazioni e a tutto quel che concerne le due ruote. Inoltre, fattore da non sottovalutare, lungo la ciclovia sono presenti diverse stazioni ferroviarie sulla linea che collega Civitanova Marche a Fabriano, equipaggiate per il trasporto delle bici e quindi utili per tornare indietro senza fatica. Anche se, ripeto, dedicare più tempo al percorso, con giuste soste, consente di apprezzarlo di più anche al ritorno».