Se da una parte la Ciclovia Adriatica ha una grande popolarità e costituisce un po’ l’arteria principale di molti percorsi ciclabili che dal Veneto scendono attraverso lo Stivale, dall’altra il suo corrispettivo, la Ciclovia Tirrenica, deve ancora guadagnarsi la stessa fetta di popolarità. Eppure parliamo di un percorso tra i più lunghi del panorama nazionale, che va da Ventimiglia all’estremo confine occidentale fino a Latina, scendendo per Liguria, Toscana e Lazio attraverso 741 chilometri.
Probabilmente la ciclovia paga il suo essere perennemente “work in progress”. E’ vero che nel suo complesso è già disponibile, ma molti tratti sono in via di revisione soprattutto nella parte ligure. Nel Lazio, ad esempio, una diatriba giudiziaria contrappone il Comune di Roma ad alcuni proprietari terrieri restii a concedere il passaggio del tracciato nella zona fra Mezzocammino e il confine con Fiumicino, con il Tar che due settimane fa ha dato ragione a questi ultimi. Oppure l’impegno che l’Associazione Italia Nostra ha preso per la tutela del tratto di lungomare intorno a Passoscuro.
Una ciclovia a ridosso del mare
D’altronde è un po’ la storia di questo tracciato, una sorta di autostrada per bici. E’ nata nata unendo tratti già esistenti, pezzi di vecchie ferrovie abbandonate, percorsi a bassa intensità di traffico fino a costruire una vera e propria arteria stradale che consente di visitare la costa tirrenica italiana. Viaggiando sempre a ridosso del mare perché una delle particolarità del percorso è proprio questa. Il progetto, finanziato con i fondi del PNRR e del Piano Nazionale della Mobilità Sostenibile avrà un termine dei lavori nei prossimi anni. Già oggi è sostanzialmente pedalabile in tutta la sua lunghezza.
Se della parte ligure c’è stato già modo di occuparsi, soprattutto riguardo alle sue aggiunte e all’impegno che svariati comuni stanno mettendo per favorire miglioramenti utili anche alla circolazione quotidiana, entriamo qui più nello specifico della parte toscana. La Ciclovia Tirrenica passa per territori che hanno una profonda tradizione ciclistica, a cominciare dalla Versilia. Si sarebbe portati a pensare a queste terre come patria del turismo balneare ed è ancora così. E’ anche vero però che il cicloturismo si sta ritagliando spazi importanti, anche nell’economia locale.
In Toscana la bici è di casa
Viareggio, Forte dei Marmi, Lido di Camaiore hanno un solido legame con le due ruote, qui vengono organizzati tantissimi eventi fra strada e offroad. Ma il matrimonio con le bici lo si nota tutti i giorni, pedalando in queste città ma anche nelle strade di collegamento. Da parte di chi ha scelto le due ruote per fare attività fisica ma anche da chi le privilegia per i propri spostamenti, più agili rispetto alle auto. Poi non dimentichiamo che a pochissima distanza ci sono metropoli più strutturate come Livorno e Pisa. Qui girare in bici per le strade cittadine è il modo migliore per scoprire le loro bellezze. Gli spazi e l’atmosfera accogliente del centro storico per la città labronica, ad esempio, oppure i tesori di Piazza dei Miracoli per Pisa.
Costa degli Etruschi, paradiso delle due ruote
Scendendo si arriva alla Costa degli Etruschi. Un territorio che ha un prestigio legato alle due ruote che arriva in tutto il mondo. Basti pensare alla pioggia di iscrizioni dall’estero che ogni anno arriva agli organizzatori della Costa degli Etruschi Epic, marathon di mtb in programma proprio domenica prossima. Questo era, fino a una ventina di anni fa, il territorio privilegiato dalle squadre professionistiche per i loro ritiri prestagionali, prima che dirottassero le loro scelte verso la Spagna. Ma ci sono borghi che solamente in bici rivelano tutto il loro fascino, come Populonia, Piombino (dove si può prendere il traghetto per le tante attrattive dell’Isola d’Elba), oppure Castagneto Carducci dove la figura del poeta è ancora fortemente avvertita.
Nella zona della dominazione etrusca
Si continua a scendere lungo la ciclovia e si passa alle zone legate a Pisa, come Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli. Per poi arrivare nella Maremma, terra d’incontro fra Toscana e Lazio dove la presenza etrusca resta molto forte e si pedala in spazi aperti e selvaggi. Si entra così nella porzione laziale, dove la flora mediterranea domina il paesaggio. Come detto però la presenza etrusca è ancora molto forte. Ad esempio la necropoli di Tarquinia è per ogni cicloturista un passaggio quasi obbligato. Ma lo possono essere anche i piccoli borghi dell’entroterra viterbese, consigliabili anche per un pranzo in piccole trattorie a base di prodotti tipici.
Scendendo verso il litorale romano ci sono sì le cittadine dove c’è lo sfogo marino di chi abita nella Capitale (Ostia, Pomezia, Torvajanica) ma anche territori naturali degni di una sosta molto accurata e intrigante, come la Riserva Statale del Litorale Romano ma anche la Palude di Torre Flavia. La Ciclovia Tirrenica si avvia alla sua conclusione andando a toccare l’Agro Pontino, a cominciare dal Parco Nazionale del Circeo con macchia mediterranea e dune sabbiose che rendono ancora più piacevole il bagno ristoratore durante la pedalata. Presso Cisterna si può anche visitare il Giardino di Ninfa, un autentico tesoro italiano considerato nel suo genere uno dei più belli al mondo. Non c’è luogo migliore dove concludere il proprio viaggio con le foto di rito…
La bici ideale è la gravel
Per affrontare il viaggio le bici ideali sono la superleggera, opportunamente attrezzata anche nella parte tubolari o, forse ancora meglio, la gravel considerando che non mancano tratti in sterrato soprattutto nelle parti dove la ciclovia devia rispetto al disegno originario. Il percorso è tutto su piste ciclabili segnate, ma non è esclusivamente composto da queste, ci sono anche deviazioni su strade comunque poco trafficate, proprio perché la ciclovia deve ancora essere completata. Sulla rete è facile trovare tracce GPX, è consigliabile scaricarne di quelle specifiche per i tratti che si affrontano giornalmente. E’ anche importante, per chi volesse farne l’oggetto della propria vacanza, programmare il proprio viaggio nei particolari, trovando le strutture bike-friendly che in genere abbondano in tutte e tre le regioni e che sono in costante aumento proprio grazie alla sua crescente popolarità, ma anche segnandosi luoghi di richiamo enogastronomico, stazioni ferroviarie, anche luoghi di manutenzione bici. Tutto ciò contribuirà a rendere il viaggio degno di essere vissuto, all’insegna della tranquillità, evadendo dallo stress quotidiano.