Pedalare, anzi “girare” come si dice in gergo, a Finale Ligure è un’esperienza che ogni biker deve provare almeno una volta nella vita. Prima o poi deve portare la sua ruote grasse o una di quelle presa a noleggio, sui sentieri che danno a picco sul mare.
Finale Ligure, cittadina della Riviera di Ponente, si trova ad una trentina di chilometri ad Ovest dal suo capoluogo, Savona. Finale ha una storia millenaria, addirittura ben prima dei romani. E come vedremo anche questa è una risorsa a portata di biker.
A portata di biker
Come un po’ tutto il territorio ligure, anche Finale è schiacciata tra mare e montagne. Fra qualche leccio, frassino e arbusti tipici della macchia mediterranea si snoda la sua enorme rete sentieristica.
E qui entriamo più nello specifico. E lo facciamo con l’aiuto di Maria Luisa Surico, referente Comunicazione per il Consorzio Finale Outdoor Region, la quale ci parla del territorio. E di quanto la mtb sia diventata importante per questo posto un tempo semplice località balneare.
«Finale – ci racconta con grande passione, Maria Luisa – è una realtà unica nel suo genere. Anche se un po’ tutta la Liguria ben si presta alla mountain bike, quello che succede in questa porzione della Regione è davvero particolare. Qui c’è una rete di sentieri molto vasta e molto curata».
Un consorzio virtuoso
«A Finale Ligure la mtb è arrivata almeno 30 anni fa e man mano è cresciuta». Ed è cresciuta con eventi, con la promozione e il passaparola di questi sentieri che hanno attirato sempre più appassionati. Si è sviluppata grazie alla capacità degli operatori locali di captare subito le potenzialità economiche di questo tipo di turismo.
«Appassionati e imprenditori locali – riprende Surico – hanno visto che il territorio ben si prestava allo sport all’aperto. Oltre il mare c’era di più. C’erano falesie per l’arrampicata, trail per i runner, si poteva fare trekking e chiaramente mountain bike. E allora si sono detti: “Perché non ci portiamo la gente?”. Dopo quasi trent’anni di lavoro oggi c’è un sistema organizzato, una squadra di trail builder che lavora tutto l’anno, tanti servizi specifici e ben 250 sentieri tra Finale e gli altri comuni del comprensorio della “Region”».
Il territorio finalese è ampio, la sua influenza varca i confini comunali. Partendo da un piccolo agglomerato di case dominato dal castello Orco (che non è quello delle fiabe ma si chiama proprio così!), nel corso dei secoli riuscì per un lungo periodo a non farsi dominare da Genova, la grande Repubblica Marinara. E addirittura a ritrovare l’indipendenza attorno al 1500. Insomma i finalesi, hanno sempre avuto questo spirito “ribelle”, di autonomia, un po’ come gli abitanti di Capoliveri, altro tempio della mtb, all’Elba.
Parola d’ordine: manutezione
E chissà, forse è anche da questo “Dna” che nasce Finale Outdoor Region, un consorzio che raccoglie oltre 300 attività.
«Si tratta di attività che operano e sono presenti sul territorio di Finale e i suoi dintorni. Parliamo di hotel, bar, ristoranti, bike service, shuttle… che consentono di offrire servizi a chi viene in bici (e non solo, ndr). Di fatto un consorzio serviva perché quando i flussi arrivano, questi vanno gestiti, altrimenti si rischia di perderli. Tanto più che la Mtb è un’attività “impattante” e se non si facesse costante manutenzione ai trail molto velocemente diventerebbero pericolosi e non divertenti per gli utenti».
Quando Maria Luisa parla di flussi, intende dire che a Finale Ligure nel corso dell’anno arrivano 400.000 persone, per la maggior parte biker. A questi biker pertanto bisogna far trovare sentieri puliti, divertenti e sicuri.
«Da qui – prosegue Surico – ecco una grande squadra di trail builder che lavora sulle rete dei sentieri. Alcuni di loro sono assunti, altri arrivano a chiamata. Parliamo di 15 persone che operano da Vado Ligure a Loano e fino alla Val Bormida. E’ soprattutto questo che rende la Finale Outdoor Region unica».
Una card, mille possibilità
Non solo, ma questo consente anche di destagionalizzare i flussi. Non c’è solo l’estate e il mare. Qui ormai grazie ai biker si lavora tutto l’anno. Maria Luisa ci spiega come aziende di settore si ritrovano qui anche nei mesi invernali, di come team e squadre svolgano dei test. E questo consente di far lavorare ristoranti, hotel e altre strutture anche nei mesi “morti” per le località di mare.
Un sistema in armonia dunque quello di Finale Ligure, la cui struttura è quella del consorzio Finale Outdoor Region. Ma perché un sistema funzioni ha bisogno di una linfa. E questa si ottiene grazie ad uno strumento tanto semplice quanto geniale, la For You Card. Cos’è ce lo spiega ancora Maria Luisa.
«L’obiettivo principale di questa fidelity card è quello di sovvenzionare la manutenzione dei sentieri perché i comuni da soli non possono occuparsi di mantenerne oltre 250. Gli utenti acquistando la carta, il cui costo è 5 euro e ha validità un anno, possono contribuire direttamente alla manutenzione. E allo stesso tempo possono ottenere benefit e guadagnare punti per riscattare premi».
«Ogni volta che si utilizza la For You Card presso una delle strutture convenzionate, che ricordo sono circa 300, il biker riceve in cambio dei punti, che poi potrà scaricare per ottenere degli sconti, mentre quell’operatore verserà una piccola parte della sua vendita al consorzio, che a sua volta la utilizzerà per la manutenzione dei sentieri». Ecco dunque un buon esempio di circolo virtuoso. Di economia che opera sul e per il territorio.
La forza degli eventi
Ma Finale è Finale anche per i suoi eventi. Prima abbiamo accennato al fatto di come questa località sia arrivata, in Italia, prima di altre a capire determinati potenziali della mtb. E ha cementato tutto ciò grazie anche agli eventi che ospita. La stessa Surico sottolinea come questi siano un elemento cardine del sistema. Alla fine, chi mastica anche solo un po’ di mtb ha sentito, anche solo per nome, la 24 Ore di Finale Ligure.
«Mi fa piacere che l’abbiate nominata – prosegue Maria Luisa – quello è stato il primo evento. La 24 Ore ha portato tanta gente sui nostri sentieri, anche tanti stranieri. C’era la gara sì, ma era anche e soprattutto un evento per incontrarsi, per stare insieme, anche in modo goliardico. C’è stata per 22 edizioni, adesso dopo un periodo di pausa la riprenderemo».
Mentre oggi il punto di forza di Finale è l’enduro: «Dal 2008 ad oggi organizziamo almeno un evento di enduro. Nel 2013 siamo entrati nel maggior circuito mondiale, l’Enduro World Series. E questo ci ha fatto fare un salto incredibile, tanto che dallo scorso anno siamo una tappa della Enduro World Cup (quest’anno si terrà dal 10 al 12 maggio, ndr)».
Sugli altopiani
Descrivere i sentieri di Finale Ligure sarebbe impresa titanica. Servirebbe un mese e forse non basterebbe. Scontato dire che ce ne sono di ogni livello e lunghezza. E così abbiamo chiesto a Maria Luisa, che quotidianamente vive quelle terre, quale sentiero ama di più. E perché.
«Io sono piemontese e per amore della mtb sono venuta a vivere qui. Dove vuoi andare se non a Finale! Tutto questo movimento è motivo di orgoglio. Io utilizzo una e-mtb, quindi una mtb con pedalata assistita, e mi piace scoprire gli altopiani: Le Manie, San Bernardino, Caprazoppa e Monte Grosso. Sono quelli i miei giri preferiti».
«Proprio perché ho un’e-bike faccio su e giù senza shuttle, in libertà e mi metto alla prova. Da buona biker, mi piace la discesa ma mi piace se prima c’è la salita. Questo anello degli altopiani è il giro che preferisco. Per me è magnifico anche perché ti consente davvero di entrare dentro questo territorio. Il finalese è ricco di storia, di grotte e di siti archeologici e percorrere questi sentieri è una continua scoperta».
(le foto di questo articolo sono sono di: Nicola Damonte, Alberto Martinelli, Davide Busetto)