Il Giro-E è l’evento che affianca il Giro d’Italia dei professionisti, una manifestazione nata per unire il ciclismo e il territorio attraverso una chiave diversa. Non la competizione e l’agonismo, ma il divertimento e la voglia di mettersi alla prova, di scoprire nuovi posti e luoghi. La carovana del Giro-E condivide l’arrivo di tappa con la corsa dei professionisti, attraversando le stesse strade e i luoghi resi iconici dalle imprese dei corridori. Tuttavia l’idea è quella di far capire che il ciclismo non è solo per chi pedala forte, ma per tutti ed è capace di coinvolgere.
Valentina Pillon è il sindaco di San Biagio di Callalta, località in provincia di Treviso che ha ospitato il Giro-E nel 2024.
«La voglia di portare la carovana e l’entusiasmo dell’evento organizzato sempre da RCS Sport & Events è nata quando a Monastier, nel 2023, siamo entrati in contatto come ospiti alla manifestazione. Il Giro-E è stato subito un volano di positività per il territorio, che ha coniugato sport, tempo libero e divertimento. Oltre a una parte di turismo legato comunque all’evento principale, ovvero il Giro d’Italia».


Così avete voluto portare il Giro-E da voi…
La nostra amministrazione locale ha voluto da subito attivarsi per offrire al territorio questa opportunità. Una vetrina di visibilità e di conoscenza per tutto quello che ruota attorno al turismo legato allo sport. Stiamo parlando di una tipologia di turismo che punta a valorizzare i prodotti locali e far conoscere proprio le diverse peculiarità. Ci siamo attivati e nel 2024 è arrivato il villaggio di partenza, abbiamo subito coinvolto studenti e giovani delle scuole. Vogliamo fortemente avvicinare da subito i nostri ragazzi al mondo dello sport.
Cosa porta un evento del genere?
Non è qualcosa calato dall’alto, ma che coinvolge davvero tutta la comunità e l’amministrazione locale. In qualche modo il Giro-E riesce ad avvicinare i cittadini e le istituzioni. Inoltre, cosa ancora più importante, interagisce attivamente con il territorio.


In che modo si uniscono i puntini per realizzare il tutto?
E’ importante parlare e confrontarsi con i vari uffici turistici o associazioni del territorio. Noi a San Biagio di Callalta abbiamo la fortuna di avere tante realtà che lavorano in questo senso. Si deve creare qualcosa di parallelo alla sola pedalata, in modo che i partecipanti possano conoscere e apprezzare il territorio: storia, cultura e luoghi.
Cosa porta alla comunità?
Sicuramente ricchezza, ospitare la partenza del Giro-E permette alle strutture ricettive di lavorare, i locali e i commercianti hanno un’attenzione particolare per chi arriva da fuori. Poi c’è anche l’adrenalina dell’evento, la cittadinanza risponde in maniera positiva diventando anche pubblico attivo. C’è da dire che il villaggio allestito non sparisce quando la tappa parte, ma rimane ad animare tutta la giornata.


Siete riusciti a coinvolgere tutte le realtà locali?
Sì, abbiamo avuto un supporto importante dalle aziende per coprire i costi, così da non toccare le tasche dei cittadini. Questo ha permesso alle aziende di avere anche una grande pubblicità a livello intercomunale. Lo sport è un motore importante, da sempre, anche a livello imprenditoriale.
Per quanto riguarda il territorio che riscontro avete avuto?
A livello locale ci siamo concentrati sul valorizzare la storia, legata alla Grande Guerra, al Piave e altri aspetti. Inoltre la bicicletta si sposa bene con la scoperta enogastronomica, con il Prosecco a guidare il tutto. Le cantine locali hanno avuto un incremento di visite. A San Biagio di Callalta c’è già un evento organizzato dalla Pro Loco che si chiama “Calici su due ruote” dove si pedala tra le diverse cantine, anche dei comuni limitrofi.
Avete avuto riscontri turistici?
Numericamente non ancora, ma le due vie ciclopedonali sono molto vive. Una parte dalla città di Treviso e arriva fino da noi, mentre l’altra attraversa diversi comuni. Possiamo dire che gli appassionati di bici e chi pedala ha riscoperto il territorio, imparando a guardarlo da una prospettiva diversa.







