Biella, territorio di bici, paradiso dei ciclisti. Una frase che è risuonata spesso e che ha un suo perché, per la storia delle due ruote (quante volte il Giro d’Italia è passato da queste parti?) ma anche per la sua morfologia e per i tanti richiami offerti dal suo territorio. Ci sono tanti spunti che emergono e che danno spunto per escursioni e viaggi in bici, per questo la provincia biellese è diventata ormai meta cicloturistica di pregio.

Tanti percorsi, anche per mtb
Uno di questi spunti, che sta prendendo sempre più piede quasi fosse una “moda” cicloturistica è il Giro dei Santuari. Ce ne sono tantissimi, questo va detto subito ed è quindi impossibile pensare di allestire un’escursione unica. Si può però pensare a un viaggio a tappe, magari rivolgendosi anche a una delle tante guide cicloturistiche del territorio. La zona di Biella è infatti ricca di strutture legate proprio alle due ruote: non solo società, ma anche scuole di mtb, che hanno avuto un grosso peso nell’evoluzione di questa disciplina formando anche molti accompagnatori referenziati dalla Fci.
Molti pensano che Biella e il suo territorio siano famosi solo per la mountain bike. E’ vero, nel territorio c’è un’infinità di percorsi e c’è la possibilità di trovare pane per i propri denti, in base alle proprie capacità, ma anche il ciclismo su strada è molto praticato, proprio perché permette di raggiungere luoghi che sono meritevoli di una visita, anche solo per la loro bellezza.
Si parte da Bielmonte
Il Giro dei Santuari è un tracciato che misura intorno ai 200 chilometri e questo dà già l’idea di che cosa significhi, anche dal punto di vista dell’impegno. L’itinerario parte da Bielmonte, sede anche della sua conclusione e per una parte si sviluppa anche sulla famosa Panoramica Zegna. C’è molto da salire, questo è chiaro, ma il divertimento per certi versi è proprio lì, ancor più con l’ausilio della pedalata assistita.
La prima parte del percorso porta a Borgosesia per accompagnare sulla destra il fiume da cui la città prende nome. Si pedala sul Sacro Monte di Varallo facendo anche uno sconfinamento geografico in Valsesia. Si tocca il Santuario di Boca per poi pedalare su una strada immersa tra i vigneti da cui si trae il celeberrimo Nebbiolo.
Siamo in una zona che per chi la affronta si rivela davvero divertente. Si pedala sulla bici da strada ma è come un bike park perché lo scenario offre sempre qualcosa di nuovo e ci si diverte anche alla guida. Tra l’altro la parte alta è affrontabile anche d’estate perché si gode una certa frescura.
Nella “savana del Biellese”
Superata Gattinara si va avanti passando per le risaie con un bellissimo panorama alpino, con il Monte Rosa che spicca fra tutte le cime. Passando per Mottalciata si sale per l’altopiano della Baraggia di Candelo, chiamato “la savana del Biellese” e già questo nome è un succoso invito ad affrontarlo, mantenendo un che di selvaggio. Questa come il Parco della Bessa sono zone che da sole valgono il piacere della pedalata, molti cicloturisti chiedono espressamente di affrontare questa parte perché dà il senso dell’avventura.
A Candelo si può procedere a una sosta, grazie ai suoi numerosi B&B presenti, sfruttando l’occasione per visitare il Ricetto, un tipico esempio di costruzione medievale. E questo apre lo spazio a una digressione: se il territorio è ciclisticamente all’avanguardia, deve ancora crescere molto dal punto di vista dei servizi da offrire al cicloturista. Ci sarebbe bisogno – e questo vale per tutta la provincia – di strutture logistiche per cicloturisti in maggior numero. Si sta però facendo molto in questo senso ed è un terreno fertile per nuove iniziative imprenditoriali.
Un panorama esteso a perdita d’occhio
Il cammino riprende verso la collina della Serra, un altro dei territori dove anche la mtb regna. Qui le caratteristiche del territorio si differenziano, tanto è vero che quando si sale ad Andrate si gode un panorama spettacolare che va dalla Valle d’Aosta fino all’anfiteatro morenico di Ivrea. E dopo c’è l’emozione regalata dal Tracciolino, una strada panoramica che si snoda a mezzacosta sulle Alpi Biellesi.
I santuari si susseguono, con Graglia che precede quello di Oropa e la sua ascesa fa ripensare alle grandi imprese ciclistiche, da quella di Pantani nel 1999 a Pogacar capace di imitarlo e risalire il gruppo dopo uno stop forzato lo scorso anno. Si sale verso la Galleria di Rosazza toccando quasi quota 1.500 metri. Ci si ritrova in Valle Cervo e da lì è facile il ritorno a Bielmonte, ma non prima di una visita al “borgo misterioso” di Rosazza.
L’importanza delle scuole di ciclismo
In questa zona l’uso della bici è ormai entrato anche nella tradizione locale e forse anche le scuole di mtb che sono fiorite già dagli anni Novanta, insegnando soprattutto le tecniche di guida ai bambini, hanno inciso, inculcando una cultura diversa legata al movimento. Ma se parliamo del territorio biellese, c’è un’avvertenza da fare: quando si viene, poi si ha l’irresistibile voglia di tornare, perché ci sono tante zone da scoprire, da quella di Lessona teatro della famosissima La Prevostura Mtb al Lago di Viverone. E’ la grande forza di questi luoghi….