Non sempre servono chilometri e chilometri per sentirsi appagati nella propria voglia di bici. La Pista Ciclopedonale Maremonti è da questo punto di vista qualcosa di unico: appena 5 chilometri, disegnati sul percorso della vecchia ferrovia, congiungendo un centro importante, anche come dimensioni, come Levanto al piccolo borgo di Framura passando per Bonassola.
Eppure per quel breve tratto passano i ciclisti più diversi, da chi si allena in maniera assidua e vuole mettersi alla prova a chi invece l’affronta con lo spirito del turista, sfruttando tutti i suoi sensi.
Per capirne un po’ di più abbiamo interpellato Alessandro Colò, ex professionista nella prima decade del nuovo secolo, che quel percorso lo conosce come le sue tasche e lo ha affrontato più volte in ogni veste: «E’ un percorso che risale addirittura al 1874, quando venne attrezzata la sua linea ferrata che è rimasta in funzione fino a quando non fu realizzato il raddoppio del collegamento ferroviario Sestri Levante-La Spezia che progressivamente fece cadere in disuso questo tracciato. Poi una quindicina di anni fa sono iniziati i lavori per riesumarlo, a scopo ciclopedonale. Oggi vi trovi podisti, ciclisti ma anche tanti che l’affrontano con pattini a rotelle e skateboard».
In che condizioni è?
Ottime, l’asfalto è ben tenuto e molto permeabile, liscio. Questo è un percorso di pianura e considerando il clima, d’inverno è ideale per allenarsi, per questo in tanti lo affrontano su e giù per incamerare chilometri. Soprattutto in quel periodo, quando il cicloturismo cala un po’ di numeri. La sua particolarità è che in 5 chilometri si trovano ben 9 gallerie, pari quasi al 50 per cento del suo intero sviluppo. Davvero qualcosa di molto particolare, che non mi è capitato spesso di vedere.
Proviamo a descriverla…
Si parte da Levanto tenendo sempre la destra in quanto è a doppia corsia. Si alternano buio e luce e questo all’inizio può lasciare un po’ interdetti, ma proprio quest’alternanza consente a ogni uscita dalla galleria aperture inaspettate su squarci di mare blu che lasciano a bocca aperta. Dalla pista si accede a diverse calette, differenti dalla spiaggia ampia e sabbiosa di Levanto che si sviluppa per un chilometro. Sono piccoli spazi sassosi con acqua limpidissima e molti non resistono alla tentazione di un tuffo ristoratore, ma serve attenzione ed esperienza. Arrivati a Framura, c’è un ascensore che scende al Porticciolo, con tante barche ormeggiate.
Spiagge a parte, quali sono i richiami per i turisti, anche dal punto di vista culturale?
Levanto da questo punto di vista è molto varia e ricca: intanto le sue vie sono un dedalo nel quale è piacevole perdersi trovando al suo interno luoghi tutti da vedere, come la Chiesa di Sant’Andrea oppure le mura del vecchio Castello di San Giorgio, la Loggia Medievale oppure l’Oratorio di San Giacomo. Bonassola è un borgo più piccolo ma proprio per questo invita a una sosta, magari anche per rifocillarsi, mentre Framura è affascinante per i suoi scogli a picco sul mare. Si deve poi tenere conto che il percorso, come detto prima, è a doppio senso e completamente chiuso al traffico, quindi si può affrontare anche partendo da Framura.
Il turismo locale ha beneficiato di questa pista?
Moltissimo, faccio l’esempio di Levanto dove proprio per la popolarità della pista, un negozio di bici ha aperto il noleggio e tanti turisti vi si recano per affittare la propria bici, quasi sempre da strada ed addentrarsi sul percorso. D’altronde è molto facile e quindi può essere affrontato da tutta la famiglia. Se dovessi consigliare un periodo direi da aprile a ottobre, quando è davvero frequentatissimo dai cicloturisti. Infatti in quei mesi non è ideale per allenarsi, a dispetto di quanto invece può essere in autunno e inverno…