Una mattinata come tante, nel dicembre di Ostia dove sul lungomare il vento spesso toglie il fiato. Rolando ha chiamato a raccolta un numero di amici, tutti bardati con le loro bici e tenuta invernale, il freddo intirizzisce le mani ma non le idee. Un gruppo di cicloturisti si incontra per festeggiare il Natale in maniera originale, con una lunga passeggiata in bici pedalando verso il Circeo. Ma prima c’è lo scambio dei regali e ad Andrea arriva un libro, “Tour de France, tour de souffrance” dove si racconta come nacque il cicloturismo.
Alle radici del cicloturismo
Facciamo un salto indietro. 12 giugno 1897. L’artista Vito Pardo chiama a raccolta un gruppo di amici romani con l’intento di partire all’alba in bici e raggiungere Napoli entro il tramonto. L’impresa riesce e trova spazio anche sui giornali, dove i 9 protagonisti vengono appellati “audaci”. Qualche giorno dopo i partenopei rispondono e fanno il percorso inverso, dando di fatto il là al primo “gruppo Audax” della storia, che raccoglie tutti i ciclisti capaci di percorrere 200 chilometri in una giornata. Analoghi gruppi si spargono per l’Italia e nel 2003 viene allestita una ciclopedalata da Roma a Parigi.
La corsa non sfugge al giornalista Henry Desgrange, reduce dal lancio del Tour de France che il 3 aprile dell’anno dopo allestisce il primo brevetto Audax da Parigi a Gaillon e ritorno. A novembre viene fondato l’Audax Club Parisien che ancora oggi organizza la Parigi-Brest-Parigi, riferimento mondiale delle randonnée, sviluppo dell’idea nata a Roma. Quel libro dà ad Andrea uno spunto trascinante, così oltre 100 anni dopo, pensa che quell’impresa di 12 “audaci” debba essere commemorata nel giusto modo. Pedalando.
Ogni anno un grande viaggio
Il 12 giugno 2010 in 18 con bici e abbigliamento d’epoca partono dal Campidoglio e attraverso la Casilina raggiungono in serata Piazza del Plebiscito a Napoli. Doveva essere un’impresa “una tantum”, invece da lì nasce una tradizione, un’organizzazione che ogni anno allestisce eventi cicloturistici legati a particolari avvenimenti, legando sport e cultura. Andrea Perugini è rimasto alla guida di un’organizzazione, chiamata Pedalando nella Storia, che è andata ogni anno crescendo.
«Noi allestiamo viaggi dove il piacere della pedalata si unisce a quello della scoperta – racconta Perugini – Nel 2011 ad esempio abbiamo fatto una ciclopedalata per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia toccando le tre capitali: Roma, Firenze e Torino. L’anno dopo siamo stati in Abruzzo, terra delle mie origini, per celebrare la Transumanza, nel 2013 siamo andati da Roma a Parigi per il centesimo Tour de France, venendo accolti nella capitale francese dall’ambasciatore italiano. Ogni anno c’è un appuntamento principale intorno al quale poi costruiamo anche qualche ciclopedalata nei fine settimana o in giorni prestabiliti che si esauriscono nello spazio di 24 ore. Un esempio in tal senso è stato il giro di Roma per celebrare le tre religioni monoteiste, partendo dalla moschea, passando per la sinagoga e arrivando alla chiesa di Piazza del Popolo».
Da Venezia a Lubecca, ricordando Mann
La nuova impresa è decisamente ambiziosa: una ciclopedalata sulle strade di Thomas Mann, nel 150° anniversario della sua nascita dal 18 al 28 giugno partendo da Venezia per arrivare a Lubecca: «La Germania è stata spesso teatro delle nostre avventure perché lì le strade sono larghe ma soprattutto c’è un profondo rispetto per i ciclisti, una cultura che da questo punto di vista vorremmo tanto fosse condivisa anche da noi. Abbiamo celebrato il trentennale del passaggio della capitale da Bonn a Berlino, ad esempio come anche i 50 anni dall’Olimpiade di Monaco, una pietra miliare, ancorché controversa, nella storia dei 5 cerchi».
Quanta gente partecipa normalmente alle vostre ciclopedalate? «In media sono almeno una ventina e provengono da tutta Italia: quest’anno hanno già aderito associati da Piemonte, Lombardia, Alto Adige, Toscana… Inoltre abbiamo sempre con noi ragazzi diversamente abili, quest’anno verranno due pedalatori privi della vista che affronteranno l’avventura in tandem».
Tutto curato nei minimi particolari
Come sono organizzate le vostre avventure? «Noi lavoriamo molto nella loro preparazione prima della partenza. Innanzitutto studiando il percorso, trovando i vari punti per fare tappa, prenotando gli alberghi, scegliendo i luoghi di visita. Abbiamo un furgone che ci accompagna, che predispone lungo il percorso i punti di ristoro e che va direttamente all’arrivo di ogni tappa facendo trovare le valigie già in albergo. Curiamo i minimi dettagli per rendere questa esperienza indimenticabile».
Un capitolo a parte merita il sito dell’associazione, dove si può provvedere alle iscrizioni, consultare i programmi ma soprattutto rivivere le avventure svolte, attraverso testi, foto video. «La nostra associazione è aperta, iscrivendosi a ogni ciclopedalata si entra automaticamente a farne parte. Ci sono ancora tante avventure da vivere insieme e siamo aperti anche a nuove ispirazioni, l’importante è che ogni uscita abbia un significato che va al di là della semplice pedalata, che ci faccia crescere anche spiritualmente e culturalmente».