| 20 Maggio 2025

Le strade bianche e il Giro-E, viaggio in un mondo da fiaba

Dalle suggestive Crete Senesi all’abbraccio travolgente di Piazza del Campo. Al termine della sesta tappa del Giro-E gli occhi ancora brillano per le tante istantanee impresse nella mente durante le intense due ore di pedalata sulle orme dei campioni. 

Quarantaquattro chilometri mozzafiato da Monteroni d’Arbia a Siena su itinerari resi oramai mitici dalla Strade Bianche e tinti di rosa dalle pennellate di due funamboli come Wout Van Aert e Isaac Del Toro nell’ultima frazione del Giro d’Italia prima del secondo giorno di riposo. Grazie al team di Sara Assicurazioni e al suo capitano Emiliano Cantagallo ho potuto respirare quest’atmosfera magica, in una terra come la Toscana che trasuda ciclismo da ogni suo scorcio. 

Il via da Monteroni d’Arbia, l’arrivo a Siena: 44 km mozzafiato (foto Alessandro Garofalo/La Presse)
Il via da Monteroni d’Arbia, l’arrivo a Siena: 44 km mozzafiato (foto Alessandro Garofalo/La Presse)

Sul palco come i pro’

Emiliano è uno dei punti di riferimento del cicloturismo italiano e tutti lo conoscono per Pendenze Pericolose, il Bike Hotel ai piedi del temibile Zoncolan, e per i suoi nuovi progetti. Tuttavia a maggio è uno dei pilastri del Giro-E ed è proprio lui a guidarci in questa avventura tra saliscendi, sterrati e rampe da brivido che, grazie alla nostra Orbea con la pedalata assistita, diventano più accessibili per tutti. 

Il ritrovo con la squadra è a Monteroni d’Arbia, a circa 13 km da Siena. Dopo aver conosciuto i miei compagni di squadra (Franco, Emanuele, Andrea e Angiolino) e aver ricevuto la bici dal meccanico Andrea e la divisa e le ultime indicazioni dai team manager Luca e Tommaso, veniamo chiamati al foglio firma come i veri pro’. Poi ancora una ricca colazione in area hospitality, come se non fossero bastati i pici alla cinta senese e la tagliata della sera prima al Piccolo Hotel San Valentino di Cristena (20 minuti di macchina da Monteroni d’Arbia), circondato da scenari al tramonto che mi hanno ricordato i campi del Gladiatore di Ridley Scott, girato non così lontano da lì, in Val d’Orcia. Bando alle ciance: è già ora di incolonnarci e partire.

Qualche goccia di pioggia sul Team Sara Assicurazioni guidato da Emiliano Cantagallo (foto Alessandro Garofalo/La Presse)
Qualche goccia di pioggia sul Team Sara Assicurazioni guidato da Emiliano Cantagallo (foto Alessandro Garofalo/La Presse)

Attenti alle onde

Pronti, via ed è subito sterrato. Le così famose strade bianche del senese ci permettono di allontanarci dalle vie più trafficate. Ci ritroviamo in breve in una realtà parallela, con scorci da cartolina tra file sterminate di cipressi, viti a non finire, suggestivi casolari e boccioli di ogni tipo. Nel nervoso tratto che ci porta a San Martino in Grania però, oltre a godersi il panorama, bisogna star ben concentrati. Infatti è un settore molto tecnico, sia nei segmenti che si impennano all’insù sia quelli all’ingiù.

A un certo punto, un ausiliare del traffico ci segnala: «Attenti alle onde». Abituati a quelle del mare, scopriamo invece le temibili gobbe dei ghiaiosi percorsi toscani che ci tengono sull’attenti. Non lontano da qui, nel 1260, ci fu la battaglia di Montaperti tra guelfi e ghibellini, menzionata da Dante Alighieri nel X canto dell’Inferno all’interno della Divina Commedia. Il verde dei campi, i profumi che ci circondano rendono ancor più piacevole la nostra fatica. Un mix di storia e natura da goderci sulle due ruote.

Poca pianura anche fuori dagli sterrati, il gruppo si è tutto allungato (foto Alessandro Garofalo/La Presse)
Poca pianura anche fuori dagli sterrati, il gruppo si è tutto allungato (foto Alessandro Garofalo/La Presse)

Qualche goccia di pioggia

Si ritorna sullo sterrato e stavolta si sale a Colle Pinzuto. Una nuvola passeggera ci scarica addosso qualche scroscio di pioggia, ma siamo fortunati e dopo pochi chilometri le nostre mantelline sono già asciutte grazie al sole che si riaffaccia timidamente. Il profilo di Siena comincia a manifestarsi all’orizzonte e le strade a riempirsi di appassionati che attendono la Corsa Rosa. 

Alberto Dolfin con la maglia azzurra di Sara Assicurazioni nell’ultimo chilometro (foto Alessandro Garofalo/La Presse)
Alberto Dolfin con la maglia azzurra di Sara Assicurazioni nell’ultimo chilometro (foto Alessandro Garofalo/La Presse)

L’ultimo chilometro

L’ultimo chilometro è un qualcosa di inspiegabile perché, come se non bastasse aver pedalato al fianco di leggende come Chiappucci, Colbrelli, Cunego e Tafi (poi vincitore della tappa), a farci venire i brividi sono le due ali di folla che ci accolgono lungo l’ormai celeberrimo strappo di via Santa Caterina.

Vedere il campione paralimpico Andrea Pusateri sfrecciare a quelle pendenze scatenando i cavalli della sua possente gamba sinistra ci dà ancora più energia. 

L’arrivo dei campioni

Stringiamo i denti anche noi, ci godiamo lo spettacolo e in un batter di ciglia siamo in Piazza del Campo, gremita come quando c’è il Palio di Siena. A chi volesse cimentarsi in questa fatica in sella, da chiudere in bellezza nel cuore della città, consiglio una tappa obbligata nel ristorante Il Vinaio di Bobbe e Davide in via Camollia per recuperare le calorie bruciate.

Noi, invece, per stavolta ci godiamo lo spettacolo regalato dalle stelle del Giro d’Italia per una tappa che fa piangere di gioia il redivivo Van Aert, riscrive la classifica generale e regala una maglia rosa storica al Messico grazie al ragazzino terribile Del Toro. Di sicuro qualcuno, almeno tra i direttori sportivi, approfittando anche del giorno di riposo, si sarà goduto una bella ribollita o due cantucci col Vin santo. 

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