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| 25 Ottobre 2025

Tre itinerari d’autunno con Malfatti: l’Alto Garda che incanta

E’ la stagione in cui la luce si fa più morbida, i colori esplodono e la quiete torna sui sentieri. L’autunno è forse il momento più bello per pedalare nella zona dell’Alto Garda, tra Arco, Riva e le valli trentine che sanno di storia, acqua e roccia.Qui la bici diventa un modo per respirare il paesaggio. E ogni curva rivela una nuova sfumatura di rosso, di oro, di blu (in apertura foto Visit Trentino).

A guidarci è Michele Malfatti, tracciatore, biker, guida cicloturistica e profondo conoscitore di queste terre, tra l’Alto Garda, le Giudicarie e la Valle dei Laghi. Con lui scopriamo tre percorsi che raccontano il territorio secondo diversi livelli d’impegno: il Giro delle Marocche, un anello affascinante e facile; il Lago di Tenno, che unisce natura e borghi storici; e il Ledro Land, dove arte e paesaggio si fondono in un’esperienza completa.

Tre percorsi adatti davvero a tutti, facili. Idee per un fine settimana d’autunno da concludere con un buon bicchiere di rosso e le castagne roventi!

Marocche: nella storia della Terra

Il primo itinerario proposto da Michele Malfatti è il Giro delle Marocche. Si tratta di un percorso perfetto per chi vuole scoprire un ambiente unico senza eccessivo impegno fisico. Si parte dalle foci del Sarca, nei pressi di Torbole, e si segue la ciclabile che attraversa la piana di Arco fino a Dro. Da qui si entra nel cuore della Riserva delle Marocche, la più grande paleofrana d’Europa: un paesaggio di rocce e silenzi, scolpito dagli eventi geologici di migliaia di anni fa.
Il tracciato si snoda su sterrati ondulati che alternano saliscendi e passaggi panoramici. A Pietramurata, incastonata tra le pareti del monte Casale, la vista si apre anche sulla Valle dei Laghi verso Nord. Spicca il castello di Toblino, specchiato nell’acqua color smeraldo.

«E’ un giro che parla di geologia e di tempo – racconta Malfatti – ma anche di vita e di rinascita. Le Marocche sono un museo naturale a cielo aperto, dove la vegetazione ha riconquistato la pietra. Da qui si può proseguire fino al lago di Toblino. Successivamente rientrare lungo la ciclabile dei Laghi, chiudendo un anello che unisce storia, natura e bellezza».
Un percorso di 27 chilometri e 360 metri di dislivello, perfetto per chi vuole lasciarsi sorprendere dal contrasto fra le rocce e i colori autunnali delle viti e dei pioppi.

Lago di Tenno: castagne e borghi

Il secondo itinerario di Michele Malfatti parte da Riva del Garda e si arrampica verso Nord, seguendo stradine secondarie tra uliveti e muretti a secco fino a Varone, dove si inizia a salire verso Pranzo, piccolo borgo celebre per la produzione di castagne. E’ un itinerario di media difficoltà (23 chilometri e 600 metri di dislivello), che alterna salite dolci a tratti più impegnativi, ma sempre immersi nel paesaggio, tra boschi e radure che offrono scorci ampi.

Il cuore del giro è il Lago di Tenno, celebre per le sue acque cristalline e per il contrasto spettacolare fra il turchese dell’acqua e i toni caldi delle colline circostanti. Da qui la bici lascia il posto per un breve tratto al cammino: in pochi minuti si raggiunge Canale di Tenno, borgo medievale tra i più belli d’Italia, dove il tempo sembra essersi fermato.
«E’ un percorso che unisce sport e cultura – spiega Malfatti – perché ogni pedalata porta a scoprire qualcosa: un castello, un vigneto, una locanda. E poi c’è l’atmosfera dell’autunno, quando i boschi profumano di legna e il lago riflette il cielo come uno specchio».


La discesa verso Tenno e poi verso Riva regala una serie di stradine secondarie tra vigneti e scorci suggestivi, ideali per chi cerca emozione e armonia in egual misura.

Ledro Land: arte e natura

L’ultimo dei tre percorsi è forse il più scenografico: si parte ancora una volta da Riva del Garda, percorrendo la storica Strada del Ponale, sospesa tra roccia e lago. Il panorama è mozzafiato fin dall’inizio: a ogni curva, il blu del Garda si allunga verso sud come un fiordo alpino. La salita, regolare e panoramica, conduce fino al Lago di Ledro, un piccolo gioiello incastonato tra le montagne.

Durante il tragitto si attraversa il borgo di Pré di Ledro, famoso per la lavorazione dei chiodi di ferro un tempo usati nelle scarpe militari, e si arriva a Molina di Ledro, dove si trovano le antiche palafitte, oggi patrimonio UNESCO.
Da qui è possibile proseguire lungo il periplo del lago, un anello che alterna tratti asfaltati e sterrati in mezzo ai boschi. Una deviazione consigliata è quella verso Ledro Land Art, un parco all’aperto immerso nella natura, dove sculture di legno, rami e pietra si fondono con il paesaggio e cambiano aspetto con le stagioni.

«E’ un itinerario (32 chilometri e 680 metri di dislivello) che emoziona – racconta Malfatti – perché mette insieme la forza della natura e la creatività dell’uomo. In autunno, le opere si vestono di nuovi colori, e tutto sembra muoversi lentamente, come in un respiro».
Un percorso che invita a rallentare, a guardare e a sentire: la bici come mezzo per entrare in sintonia con un paesaggio che vive e respira.

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