| 28 Agosto 2024

La Val Ferret, un incrocio di mondi

Oggi presentiamo l’ultimo degli itinerari dedicati al territorio di Courmayeur, all’ombra di sua maestà il Monte Bianco. Questo si snoda interamente nella Val Ferret, l’altro polmone verde della zona assieme alla sua “gemella” Val Veny, di cui abbiamo parlato nelle scorse settimane.

Si tratta di un itinerario di poco più di 33 km totali con circa 850 metri di dislivello, che dà il meglio di sé se affrontato in mtb. Le salite non proibitive (esclusi, forse, gli ultimi 3.000 metri) e le molte strutture di appoggio che si incontrano lungo la via ne fanno un percorso adatto a tutti, anche ad una gita in giornata con tutta la famiglia.

Il percorso in Val Ferret seguei corso dell’omonimo ramo della Dora
Il percorso in Val Ferret seguei corso dell’omonimo ramo della Dora

Lungo la Dora di Ferret

Anche in questo caso la partenza e l’arrivo sono fissati a Piazza Abbé Henry, nel cuore di Courmayeur. Da qui si risale brevemente la Dora Baltea fino ad Entreves, che – come abbiamo già raccontato nelle puntate precedenti – in lingua “patois” significa “tra le acque”. Si trova infatti esattamente alla confluenza tra la Dora di Veny e la Dora di Ferret.

Qui infatti si svolta a destra iniziando a seguire proprio la Dora di Ferret, che ci accompagnerà con la musica e il colore delle sue acque per tutto l’itinerario. Entreves si trova a soli 3 km dalla partenza, ma può già essere il momento di una breve pausa per ammirare dall’esterno la casaforte Passerin d’Enteèves, una casa fortificata medievale risalente al 1351.

Prati e single track e sullo sfondo i giganti alpini (foto Courmayeur-Mont Blanc)
Prati e single track e sullo sfondo i giganti alpini (foto Courmayeur-Mont Blanc)

Dopo Entreves si sale

Dopo Entreves, la strada inizia a salire. A circa metà della salita di 3 km lasciamo la strada asfaltata, svoltiamo a destra e prendiamo una strada sterrata. Si attraversa il torrente e si raggiunge la località Pont Pailler, dove la strada torna ad addolcirsi.

Siamo ora sulla sinistra orografica della Dora di Ferret, sulla nostra sinistra possiamo già ammirare le vette che caratterizzano questa parte del massiccio del Monte Bianco. Tra tutte il Dente del Gigante e le Grandes Jorasses, nomi che svettano non solo in cielo, ma anche nella storia dell’alpinismo.

Dopo Pont Pailler ci ricongiungiamo con la strada principale che continua in un leggerissimo falsopiano, mentre il panorama si fa meno boschivo. Si aprono prati in cui vediamo pascolare le mucche da latte, un tipo di allevamento tradizionale di tutto l’arco alpino, che qui produce una tipicità locale: la fontina.

Quando finisce l’afalto, inizia il tratto più caratteristico e impegnativo del percorso (foto Courmayeur-Mont Blanc)
Quando finisce l’afalto, inizia il tratto più caratteristico e impegnativo del percorso (foto Courmayeur-Mont Blanc)

I larici di Arnouva

La strada principale della Val Veny è bellissima da pedalare, perché è accompagnata in tutta la sua lunghezza da una piccola ciclabile sterrata al bordo della carreggiata, protetta da una staccionata di tronchi. Al km 10 dell’itinerario, in località Lavachey, è possibile – e consigliabile – una piccola deviazione di poche centinaia di metri che ci porta a Frébouge. Qui infatti possiamo ammirare un piccolo gruppo di baite costruite in una bella radura vicino al torrente.

Da questo punto in poi non ci sono varianti e seguendo la ciclabile a bordo strada arriviamo alla spettacolare piana di Arnouva, un pianoro alpino costellato di larici a 1.750 metri di quota.

Il Rifugio Elena è il punto di approdo della scalata a quota 2.062
Il Rifugio Elena è il punto di approdo della scalata a quota 2.062

Il Rifugio Elena

E’ il momento in cui finisce l’asfalto come anche la possibilità per le auto di proseguire e comincia il tratto più impegnativo, ma anche più caratteristico del percorso. L’ascesa verso i 2.062 metri del Rifugio Elena.

Il fondo è sterrato e abbastanza smosso in alcuni tratti, le pendenze gravitano sempre oltre il 10%, abbastanza da preferire una mtb ad una gravel, sia essa tradizionale o assistita.

Però si tratta di solo 3 km, gli ultimi, che ci portano al GPM di giornata: il Rifugio Elena. Possiamo finalmente appoggiare la bici e goderci il meritato riposo e il panorama che si apre davanti ai nostri occhi.

Di fronte a noi vediamo il ghiacciaio Pré de Bar, dove nasce la Dora di Ferret e simbolo come molti altri del cambiamento climatico. Fino a 30 anni il suo fronte arrivava fino a fondovalle, ora il lobo frontale si è diviso dal corpo principale ed è rimasto isolato, solitario y final, ricoperto di detriti ad attendere la sua inevitabile scomparsa.

Il percorso richiede gambe e padronanza del mezzo. La e-Bike può essere un’utile compagna (foto Courmayeur-Mont Blanc)
Il percorso richiede gambe e padronanza del mezzo. La e-Bike può essere un’utile compagna (foto Courmayeur-Mont Blanc)

Fra Italia, Francia e Svizzera

Tra le varie vette il Mont Dolent merita una citazione particolare. E’ una piramide di granito nero divisa in tre facce per altrettanti versanti, ognuno dei quali segna un confine: italiano, francese e svizzero.  Il Rifugio Elena è infatti l’ultimo rifugio italiano prima del Gran Col Ferret, che segna l’inizio del territorio elvetico.

Perchè forse ecco svelata la vera bellezza di questo territorio, di questo itinerario, della Val Ferret. L’essere un meraviglioso incrocio di mondi.

Courmayeur-Mont Blanc

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Percorso che parte e arriva a Courmayeur e ha nel Rifugio Elena il punto più alto. Distanza di 33,42 chilometri, dislivello positivo di 893 metri, quota minima 1.211 metri, quota massima 2.062 metri.

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