Venti Regioni, venti salite prosegue con altre due scalate: la 13ª e la 14ª in classifica. Parliamo di Piano Corte Matese in Molise e della Colletta delle Salse, in Liguria. Due salite di confine. Davvero poco note, ma forse proprio per questo selvagge (in apertura foto di Mauro Pancaldi).
Sia Piano della Corte che la Colletta delle Salse sono facili. Ci si può davvero godere il paesaggio senza dover per forza spingere a fondo. Entrambe superano di poco i 1.600 metri di quota, ma sono molto diverse tra loro. Se non altro perché una è una scalata appenninica e un’altra è alpina, tra l’altro la più bassa delle Alpi tra quelle prese in esame in Venti Regioni, venti salite.
13- Piano Corte Matese, Molise
Siamo nel cuore dell’Appennino, in una delle sue porzioni più remote e selvagge. Scarsa antropizzazione e tanti scorci ancora genuini. Siamo tra cime che superano o sfiorano i 2.000 metri di quota: brulle in vetta, verdissime sotto.
Piano della Corte Matese divide la provincia di Campobasso da quella di Caserta. E’ un valico di confine. Ma il suo punto più alto, 1.638 metri, per pochissime decine di metri si trova in territorio molisano, di cui ne è il punto asfaltato più elevato.
Si parte da San Massimo nel cuore del Molise non lontano poi da Bojano, una delle roccaforti del gusto, anzi dei gusti del Sud, come avevamo visto quando parlammo della Statale 17. Tra l’altro la Sp 106 si dirama proprio dalla SS17.
La scalata misura 20,6 chilometri e ha una pendenza media attorno al 5 per cento, quindi più che abbordabile. Fino a Campitello Matese, nota località sciistica e in qualche caso sede di arrivo del Giro d’Italia, la strada è molto larga, poi si restringe un po’.
Il tratto più duro va dal sesto al nono chilometro, quando le pendenze medie ballano tra l’8 e il 7 per cento. Diventa tutto molto facile invece dopo Campitello, addirittura c’è un piccolo tratto in discesa. Ma va bene così perché così ci si può godere meglio il panorama.
Tanto verde nella prima parte, che sparisce invece a due terzi di scalata quando si aprono immensi prati tra le vette del Milletto (2.035 metri) e della Gallinola (1.938 metri), sotto la quale si scollina. Da qui si ha una veduta splendida sul Lago Matese, uno specchio d’acqua a 1.000 metri di quota, il quale però è già in provincia di Caserta.
14 – Colletta delle Salse, Liguria
Al confine tra Liguria e Piemonte, nel territorio di Imperia scorre la strada, anzi una vera lingua d’asfalto della Colletta delle Salse, che si arrampica all’area stupenda del Bosco delle Navette. Si chiama così perché un tempo, con il legno dei suoi alberi, Larici e Abeti bianchi secolari, si costruivano le imbarcazioni tipiche liguri per la Repubblica di Genova.
Siamo davvero al confine. E’ questo il punto asfalto più alto della Liguria. Siamo comunque non troppo lontani dalla sua vetta assoluta, il Monte Saccarello (2.201 metri) che si può raggiungere in mtb.
La salita in questione è la Colletta delle Salse, che svetta a 1.625 metri di quota. Per raggiungere questo valico bisogna fare una vera caccia al tesoro. Anche in questo caso siamo in un angolo remoto, a scarsissima popolazione, delle Alpi Marittime. Ma questo forse è il fascino di questo spicchio d’Italia. Lasciato il borgo Monesi Mendatica i piccoli gruppi di case che s’incontreranno sembrano quasi fantasma. Imposte serrate e poca gente.
La Colletta delle Salse si attacca da Pieve di Teco e ha una lunghezza di 32,2 chilometri e ricalca da questo lato la Sp 97. Volendo si può anche fare una deviazione, transitando dal Colle di Nava per poi dirigersi verso Monesi Mendatica e lì le due strade si riuniscono.
Il dislivello è alto, oltre 1.500 metri, ma la salita non è affatto difficile. Il segmento più duro è quello di Mendatica: tra il chilometro 9 e 16 si sale sempre tra il 6 e l’8 per cento. E sempre l’8′ per cento si ritrova nei due chilometri finali. All’inizio e verso Monesi invece la strada non solo spiana ma scende anche un po’.
Come dicevamo questa è una zona davvero selvaggia. Se si è fortunati si potranno vedere uccelli rapaci, ma anche stambecchi e caprioli. Qui sembra quasi che la natura si sia rimpossessata della terra. Man mano che ci addentra verso le montagne il paesaggio dapprima si chiude nelle abetaie e solo in cima lascia intravedere squarci di orizzonte, dominati da boschi e cime. Si fa fatica a credere di essere il Liguria. Anche il mare non si vede poi così facilmente.
Negli articoli precedenti
1- Venti Regioni, venti salite. Inizio ad alta quota: Stelvio e Agnello
2- Venti Regioni, venti salite. Altri due miti: Gavia e Gran San Bernardo
3- Venti Regioni, venti salite: dalle Tre Cime al Gran Sasso
4-Venti Regioni, venti salite: si va sul Crostis e sull’Etna
5- Venti Regioni, venti salite: in alto su Terminillo e Aspromonte
6- Venti Regioni, venti salite: Cimone e Amiata, quanta bellezza