| 21 Settembre 2024

Il bello dell’ecosistema Garmin? C’è spazio per le sensazioni

Garmin è sinonimo di tecnologia ed evoluzione della bicicletta, ma anche di gestione delle attività e dei numeri. Talvolta proprio tutta questa modernità appiattisce le sensazioni personali ed il valore aggiunto è una piattaforma che lascia spazio ad una serie di feedback soggettivi.

Combinare in modo corretto, funzionale ed adeguato il “come mi sento oggi” ai dati è il segreto per stare meglio e performare nel modo giusto con qualità. Gli stessi numeri ci possono aiutare ad interpretare alcuni segnali del corpo. Entriamo nell’argomento anche grazie al contributo di Daniel Oss, che meglio di chiunque altro fa collimare l’esperienza dei 14 anni di professionismo su strada, all’attuale passione e attività in ambito gravel.

Nel 2023 l’ultima stagione da pro’ su strada
Nel 2023 l’ultima stagione da pro’ su strada
Prima su strada, ora nel gravel, hai cambiato il modo di usare il Garmin?

Negli anni da pro su strada l’utilizzo della tecnologia era finalizzato ai numeri e quantificare la performance. Il Garmin era prima di tutto lo strumento per visualizzare i dati degli allenamenti e alcune funzioni utili nei momenti di gara. Oggi nel gravel assume dei contorni anche più gogliardici. Diventa un compagno quando sei solo, nel gravel capita spesso di non avere nessuno al proprio fianco e la funzione maggiormente utilizzata è quella delle mappe, dei tracciati e alcune funzioni che mi piace definire live.

La funzione ClimbPro non è utile solo agli agonisti
La funzione ClimbPro non è utile solo agli agonisti
Spiegaci meglio

Per merito del gravel ho imparato ad utilizzare e sfruttare al massimo le funzioni mappali, perché i sentieri in zone sconosciute necessitano un approccio differente rispetto alle strade in asfalto. Le tracce precise che offre lo strumento sono un aiuto non secondario. Funzioni live, una su tutte la Garmin ClimbPro che ti permette di capire in anticipo come è quella salita, come affrontarla, gestire lo sforzo e le energie. Ecosistema positivo che va ben oltre gli strumenti, un aiuto anche psicologico nei momenti di fatica.

Aiuto psicologico?

Quando fai un anello e la gara o l’uscita in bici ripercorre gli stessi sentieri per più volte sai cosa ti aspetta. Quando le manifestazioni sono point to point, sono lunghissime, durano molte ore e non si conosce il percorso, avere i dati mappali ben chiari può avere un’influenza positiva, anche in termini di gestione personale.

Daniel Oss, gravellista anche per passione (foto Garmin)
Daniel Oss, gravellista anche per passione (foto Garmin)
E nel gravel non è banale…….

Si fa un numero inferiore di gare, rispetto a quando ero pro’ su strada. Spesso è una sfida contro se stessi e per molte ore puoi rimanere da solo. Un grande aiuto.

Ti piace ancora allenarti?

Sì e per me l’allenamento è un mood positivo. Mi piace utilizzare anche tutti gli strumenti che ho a disposizione, power meter incluso e questa propensione allo sfruttamento della tecnologia è un fattore che mi appartiene da sempre.

La sua propensione, non celata, allo sfruttamento della tecnologia
La sua propensione, non celata, allo sfruttamento della tecnologia
Più power meter o più fascia cardio?

Entrambi. Credo che la combinazione dei due strumenti è la chiave vincente, insieme al feeling soggettivo. Do una maggiore importanza alla rilevazione cardiaca nelle prime parti della stagione e alla ripresa degli allenamenti. Quando la condizione sale, i lavori specifici aumentano e tendo a considerare maggiormente il misuratore di potenza. Non perdo mai di vista le sensazioni e alcune risposte del mio fisico.

Sensazioni e dati?

Assolutamente sì. Di sicuro io faccio parte di una generazione differente da quella degli atleti più giovani. Sono cresciuto con le sensazioni e la capacità di interpretare il mio corpo, poi mi sono evoluto e ho imparato ad utilizzare la tecnologia. Cerco di avvicinare il feeling ai numeri. Qualche volta i numeri mi aiutano ad interpretare alcune sensazioni, altre volte è il contrario. Questo per me è il vero ecosistema, ovvero un insieme di più strumenti facili da usare che lasciano spazio all’individuo.

Hai imparato ad analizzare anche il riposo?

Sì, tramite l’orologio Garmin. Diventa una sorta di completamento, tra i momenti giù dalla bici e quelli pedalati. Questa valutazione e combinazione dei dati la utilizzo solo in alcuni periodi dell’anno, quando non si lascia nulla al caso. Quando decido di staccare la spina preferisco allontanarmi un poco dai numeri.

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