E’ nata per affrontare i percorsi più tosti, quelli tecnici, veloci e imprevedibili. La Ridley ASTR RS è stata la risposta muscolare a questa sfida, portando nel gravel geometrie reattive e grande stabilità. Ora Ridley alza l’asticella con la E-ASTR: stessa piattaforma, ma con un’anima elettrica.
E’ una e-bike pensata per chi vuole qualcosa in più, non per semplificare il viaggio, ma per allungarlo. Il risultato è una gravel sportiva e leggera, con un’assistenza invisibile che lascia intatta la sensazione di guida. Un nuovo punto di riferimento.

Geometrie gravel, DNA racing
E’ facile confondere la E-ASTR con la versione muscolare: stesso telaio, stessa geometria, stesso approccio aggressivo al gravel. La base di partenza è quella della ASTR RS, bici nata per correre. L’angolo di sterzo di 71,5° garantisce una conduzione precisa, mentre il piantone a 74° favorisce una trasmissione di potenza efficace e diretta. Il movimento centrale abbassato di 75 mm regala grande stabilità anche quando la velocità aumenta o il fondo si fa insidioso. I foderi bassi da 425 mm contribuiscono a mantenere agile la guida, anche con un motore e una batteria a bordo.
Tutto questo senza compromettere l’impostazione gravel: il passaggio ruota da 52 mm resta generoso, così come nella ASTR RS. E’ un dettaglio cruciale, perché permette di montare coperture larghe che migliorano trazione, comfort e controllo, compensando il peso aggiuntivo dei componenti elettrici.
E non è un caso che molti atleti abbiano scelto gomme abbondanti all’ultima Unbound, la gara gravel più celebre del mondo: Ridley aveva già colto il segnale.
TQ HPR40: assistenza invisibile
Cuore della E-ASTR è il motore TQ HPR40, tra i più leggeri e silenziosi in assoluto. Pesa appena 1,2 chili e lavora in combinazione con una batteria da 290 Wh (1,42 chili): insieme offrono un rapporto peso/potenza eccellente. La coppia massima è di 40 Nm, con una potenza di picco di 200 watt. Sembra poco rispetto a una e-MTB, ma è esattamente quanto basta nel gravel: un supporto puntuale, naturale, calibrato. Il motore entra in funzione solo quando serve, e si disattiva automaticamente oltre i 25 chilometri orari.
Non ci sono transizioni brusche, né attriti. La sensazione è quella di una spinta gentile, come avere il vento in favore nei tratti tecnici o in salita. La batteria standard è più che sufficiente per uscite gravel di mezza giornata.
Per chi cerca distanze maggiori, è disponibile un range extender opzionale da 160 Wh. L’integrazione è totale: la batteria è nascosta nel tubo obliquo, il motore è quasi invisibile dietro le corone. Non c’è display sul telaio: solo LED discreti sul manubrio per indicare il livello di assistenza. Una scelta coerente con lo stile pulito e funzionale di Ridley. La E-ASTR resta una gravel a tutti gli effetti, con qualcosa in più “sotto il cofano”.
Versatilità, allestimenti e filosofia
La E-ASTR nasce per chi non vuole limiti. Può essere bici da escursione, compagna d’allenamento, oppure strumento per chi vuole semplicemente rimanere nel gruppo senza faticare troppo. E’ una e-bike pensata con equilibrio: leggera, silenziosa, reattiva. Non vuole stravolgere il gravel, ma amplificarne le possibilità.
La filosofia Ridley è chiara: l’assistenza serve a prolungare il piacere della pedalata, non a sostituirlo. La piattaforma è la stessa già vista nella E-GRIFN (che abbiamo già ammirato qui), ma declinata qui in chiave racing.
L’allestimento base della E-ASTR parte da 7.199 euro, con trasmissione SRAM Apex XPLR AXS a 12 velocità. Salendo di gamma, si può scegliere il gruppo SRAM Rival XPLR (8.199 euro) oppure Shimano GRX Di2 2×11 (8.899 euro).
Tutti i montaggi includono pneumatici larghi, ruote robuste e componenti selezionati per reggere l’uso misto. E’ una bici adatta anche a chi proviene dalla strada e vuole esplorare nuovi terreni senza cambiare troppo la propria posizione in sella. Il mondo e-bike è in piena evoluzione e Ridley ha deciso di partire dal gravel: una scelta simbolica e strategica. Altri modelli riceveranno presto la spinta elettrica, ma intanto la E-ASTR detta la linea. Una gravel che amplia gli orizzonti.