Le radici dell’Interrnational Mountain Bicycling Association affondano nella notte dei tempi. La grande organizzazione nata negli Usa ma ben presto propagatasi in tutto il mondo ha da sempre accompagnato l’affermazione della mtb. In Italia ha avuto un ruolo essenziale sin dalla fine del secolo scorso anche se l’effettiva data di costituzione di Imba Italia risale al 2015. Ma chi ha qualche primavera sulle spalle non dimentica il grande spettacolo della 24 Ore di Finale Ligure del secolo scorso, quando da un’idea di Mauro Bertolotto venne costituito un appuntamento capace di richiamare l’attenzione anche degli appassionati d’oltreoceano e di fare del piccolo centro ligure la capitale del freeride.
Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti ma la mission primaria dell’associazione, quella non è mai cambiata: la cura e la preservazione del territorio, per renderlo sempre più a misura delle due ruote. Oggi a capo dell’organizzazione italiana c’è Edoardo Melchiori, giovane imprenditore che ha saputo mixare sapientemente tradizione e nuove prospettive.
«Dopo l’epopea della 24 Ore l’organizzazione è stata un po’ dormiente – spiega – seguendo gli ulteriori sviluppi di questa disciplina. C’era bisogno di ripartire da nuove basi, da un progetto rivoluzionato come io e il gruppo diciamo di persone di cui facevo parte, abbiamo fatto 10 anni fa. Quest’anno al Gathering di Pinerolo festeggeremo il nostro primo decennio, con questo assetto che poi si è un po’ evoluto negli anni».
Quali sono le attività principali che oggi l’IMBA svolge in Italia?
Principalmente collaboriamo con associazioni locali per aiutarle a poter concretizzare quelli che sono i loro progetti legati alla sentieristica: quindi manutenzione di sentieri, in alcuni casi realizzazione di qualcosa di nuovo. Supportarle il più possibile per come muoversi al meglio nei rapporti con la pubblica amministrazione e coi privati. Inoltre abbiamo i nostri corsi di trail building per i quali andiamo in giro per l’Italia, organizzandoli in collaborazione con delle associazioni che si occupano di sentieri e di mountain bike, ma anche con enti pubblici, enti parco, bike Park. Poi c’è la parte più propriamente burocratica.
In che cosa consiste?
E’ l’advocacy nuda e pura, che è quella che fa meno notizia, ma sono tutte quelle riunioni, discussioni, mail per cercare di portare avanti e rappresentare tutto quello che è il mondo della mountain bike, tutti quelli che vogliono fruire dei sentieri in mountain bike in quei tavoli decisionali politici dove non c’è ancora una vera e propria rappresentanza ben strutturata del mondo del ciclismo fuoristrada.
Proprio a questo proposito, negli ultimi anni si è notato quasi un peggioramento dei rapporti con gli enti pubblici. Tante gare che poi svaniscono negli ultimi giorni perché vengono negati i permessi, tanti percorsi che devono essere cambiati all’ultimo momento. Tanti accessi per escursioni e giri in mtb che vengono negati…
C’è una minore attenzione da parte di chi è chiamato a decidere nei confronti dei biker. Io credo che ci sia una ciclicità in quella che è l’energia che gli organizzatori di determinati eventi riescono a impegnare. Quello della 24 Ore di Finale Ligure potrebbe essere un esempio che quando il nocciolo duro di un gruppo di persone che ha portato avanti quella manifestazione per tanti anni ha dovuto fare il passaggio di consegne, c’è stata difficoltà nel trovare qualcuno che prendesse il testimone. Questo vale per le gare come per qualsiasi evento o associazione legata alla mtb. Negli anni il è cresciuto il numero di interessati a praticare lo sport, la mountain bike e quindi come crescono i numeri ci si deve poi confrontare con anche delle problematiche diverse rispetto al passato. Ci sono magari adempimenti burocratici che oggi sono richiesti e non lo erano magari 10 o 15 anni fa e ciò fa sì che le associazioni non siano più in grado di farci fronte. In questi casi è importante capire come si possono ottimizzare gli sforzi.
E’ qui che interviene l’IMBA?
Anche. Per esempio stiamo lavorando da diversi anni sul portale dedicato alle associazioni, una piattaforma dove tutte possono poi accedere per recuperare documenti, bozze di documenti, informazioni su quelle che sono anche le leggi regionali sulla sentieristica. Ciò può diventare uno strumento al quale, quando si deve organizzare un evento, le associazioni possono accedere per abbreviare tempi e difficoltà. Per avere delle guide per capire quali sono i permessi, gli studi che vanno fatti prima di poter portare un evento sul campo. Perché poi molte volte è anche una questione di tempo, si parte magari troppo tardi nel chiedere determinati permessi e quindi poi non ci sono i tempi tecnici per la pubblica amministrazione per riuscire a dare eventualmente il nulla osta.
Voi siete sempre stati in prima linea nel trail building, che influisce sul proprio territorio…
Sarebbe più corretto parlare di “trail care”, ovvero di manutenzione ordinaria o straordinaria di sentieri e di tracce già esistenti. La maggior parte delle volte gli interventi che vengono fatti sono in realtà per mantenere aperto, sistemare, rendere magari meglio fruibile sentieri che già esistono. In alcuni casi si arriva poi anche alla progettazione, richiesta di permessi, costruzione di qualcosa di nuovo. A nostro avviso ci sono tantissime associazioni che aiutano la fruizione della rete sentieristica da parte di tutti, non soltanto delle biciclette. Un sentiero che non è tenuto bene, magari lo si continua a percorrere a piedi ma in bicicletta diventa quasi subito impattante. Su questi aspetti, con la sensibilizzazione e i corsi che facciamo, cerchiamo di insegnare quelle che sono le tecniche più corrette per fare degli interventi che siano sempre migliorativi di quello che è il sentiero, per cercare di ridurre anche quello che è l’impatto erosivo da parte degli eventi atmosferici che diventano sempre più intensi.
A Pinerolo dell’ultimo weekend di ottobre ci sarà l’Italia Gathering, di che cosa si tratta?
Noi abbiamo iniziato 5 anni fa a organizzare quello che è nato come raduno per le associazioni che ci sostengono. La prima edizione l’allestimmo con gli amici dell’associazione di Valceresio, in provincia di Varese. Lì emerse l’esigenza di vedersi di persona e parlare di quelle che sono i progetti che si sono portati avanti e che si vogliono proporre per l’anno successivo, un momento di confronto e di scambio non soltanto con i nostri sostenitori, ma anche con tutto quello che è il mondo che si occupa di trail building, quindi anche aziende del settore Bike Park e pubblica amministrazione. Quest’anno arriviamo alla quinta edizione del Gathering e allo stesso tempo decimo anniversario di IMBA Italia in questa bellissima location nel castello di Miradolo vicino Pinerolo. E siamo estremamente, insomma, contenti che quest’anno il partner istituzionale col quale organizziamo sia Turismo Torino e Provincia. Perché dà un peso ulteriore a quello che è il lavoro che abbiamo fatto in questi in questi 10 anni.