Dall’8 all’11 ottobre a Cesenatico si è svolto l’annuale appuntamento con il Fam Trip e Workshop allestito dall’Apt Servizi Emilia Romagna insieme al Consorzio Terrabici. Ospiti erano 10 Tour Operator esteri, provenienti non solo dall’Europa ma anche da Asia e Sud America, per far conoscere nel dettaglio tutto ciò che la terra di Romagna può offrire a chi viaggia in bici. Mostrando i nuovi prodotti bike, la bellezza della Via Romagna e i frutti della nuova tabellazione, l’itinerario delle Strade Bianche del Sale, le facilities offerte dai bike hotel del territorio. Il tutto provando direttamente con mano, o meglio pedalando nel territorio.

La provenienza degli ospiti era la più disparata: Singapore e Giappone, Argentina e Francia, Polonia e Danimarca, ma anche Danimarca, Olanda e la vicinissima San Marino. A distanza di qualche giorno, si può fare un’analisi dei lavori dello scorso fine settimana soprattutto per capire che cosa arriva dall’altra parte, qual è la concezione che della nostra realtà hanno anche in ambiti geografici così lontani, anche culturalmente.
E’ su questo che stanno ragionando a Terrabici e il responsabile Andrea Manusia ha un’opinione estremamente positiva dei lavori: «E’ stata davvero una grande soddisfazione sentire i loro giudizi, perché avevamo analizzato bene i tour operator presenti, era stato fatto un lavoro importante in sede di profilazione grazie alle attività all’estero che regolarmente facciamo, il “door to door” che ha avuto un deciso incremento dallo scorso anno. Persone che avevamo già conosciuto all’estero e di conseguenza portandole qua sapevano già di che cosa stavamo parlando».

Come sono stati strutturati i giorni di lavoro?
Abbiamo incentrato tutto sulla scoperta del territorio. Dopo una presentazione del progetto “Emilia Romagna Cycling” e “Romagna Bike” abbiamo proposto già al primo giorno un tour esplorativo sul percorso Cesenatico-Sant’Arcangelo-Sogliano al Rubicone. Il secondo giorno dal mare di Cesenatico li abbiamo portati sulle colline di Longiano, Montiano e Roncofreddo. Il terzo e ultimo giorno visita a Cervia con partecipazione alla cicloturistica di 35 chilometri “Strade Bianche del Sale”. E’ chiaro che, tolto quest’ultimo caso, non si trattava solo di pedalare, ma anche di conoscere la realtà del territorio, anche attraverso la degustazione dei prodotti tipici dei vari luoghi. Ci tenevamo a proporre quello che appunto loro poi andranno poi a proporre alla clientela. Il feedback è stato super positivo, è stato forse il workshop più riuscito di sempre.
In questi tre giorni c’è stata anche l’opportunità di confrontare le vostre esperienze, quindi di parlare non solo della vostra terra, ma anche di quello che loro hanno nel loro Paese, raffrontato alla vostra offerta?
Parliamo di Paesi completamente diversi tra loro, perché ad esempio l’operatore dall’Argentina agisce in tutto il Sud America, quello di Singapore opera su tutto il Sud-Est Asiatico e così via. Sono realtà completamente diverse. Alcuni europei conoscevano già il nostro prodotto e in generale agiscono sull’Italia, ma l’Emilia Romagna ancora non era nelle loro preferenze. Ragionavano più sui viaggi in Toscana. Per questo sono rimasti particolarmente colpiti dalla bellezza del territorio, soprattutto dalle opportunità. Ho notato quindi la forte l’intenzione di organizzare viaggi itineranti che andranno a contemplare un po’ tutto il territorio, anche al confine con le altre regioni. Quindi magari chi viene da così lontano può anche pensare di combinare più regioni in un viaggio.
Questa vostra iniziativa è figlia ancora di tutto quello che ha riguardato lo scorso anno l’approdo del Tour?
L’effetto si sente ancora perché comunque, parlando con i nostri ospiti, veniva sempre fuori. E’ molto interessante verificare come anche il Tour de France sia arrivato in Sudamerica o in Asia e comunque in tutta Europa. Le immagini delle tre tappe sono ancora un bel ricordo anche per loro. In particolare è rimasta impressa la prima tappa perché comunque c’era la partenza da Firenze e l’arrivo a Rimini, ma anche la Cesenatico-Bologna. Il Tour rimarrà un polmone attivo per ancora un po’ di anni, perché certamente è stata una cosa storica la prima volta della Grande Boucle in Italia e noi siamo stati attivamente coinvolti con l’80 per cento del territorio.
Avete in programma altri incontri con altri operator in giro per il mondo?
Sicuramente continuerà l’attività di promo commercializzazione all’estero con la formula “door to door”, ma il piano è ancora da definire anche perché sul prossimo anno avremo degli eventi importanti come per esempio Velocity e quindi un po’ di risorse andranno lì. Ma resta il nostro impegno di promuovere all’estero il territorio dal punto di vista della ricettività, dei bike hotel e dei servizi.