| 13 Agosto 2025

Cardiofrequenzimetro: utile per allenarsi e stare bene

Il cardiofrequenzimetro, alleato semplice ma prezioso per chi pedala. E’ uno degli strumenti più diffusi tra i ciclisti amatori e, nonostante l’avvento dei moderni misuratori di potenza, resta un riferimento per chi vuole pedalare con metodo. Il cardiofrequenzimetro misura la frequenza cardiaca e consente di calibrare l’intensità dello sforzo in base alle proprie capacità.

Ne abbiamo parlato con Andrea Giorgi, preparatore della squadra professionistica VF Group-Bardiani, il quale spiega come questo dispositivo possa essere utile sia per chi pedala per benessere sia per chi cerca di migliorare le proprie prestazioni. Dal monitoraggio delle zone di allenamento alla gestione della fatica, il cardiofrequenzimetro si conferma un compagno di viaggio semplice, economico e formativo.

Il dottor Andrea Giorgi
Il dottor Andrea Giorgi

Iniziare ad allenarsi con metodo

Per Andrea Giorgi, il cardiofrequenzimetro è lo strumento entry level per chi vuole iniziare a monitorare il proprio allenamento in bici. «Si basa – spiega il medico toscano – su un parametro semplice e immediato, la frequenza cardiaca, e permette di valutare l’intensità dello sforzo. Nei soggetti non allenati, l’obiettivo iniziale è sviluppare l’endurance, lavorando di norma tra il 60 per cento e l’80 per cento della frequenza cardiaca massima. Una volta individuata, ad esempio con un test massimale, diventa facile impostare sedute mirate».

Il cardiofrequenzimetro è utile anche per leggere le variazioni fisiologiche: «Parlo per esempio di un abbassamento della frequenza a riposo che è indice di adattamento positivo, così come una riduzione della percezione della fatica a parità di battiti. Tuttavia, se l’uscita in bici è sporadica, lo strumento perde gran parte della sua utilità: serve costanza per trarne beneficio».

Non solo per i neofiti, qui per esempio c’è Federico Pellegrino (grande sciatore di fondo) che utilizza la bici come mezzo di allenamento e fa grande ricorso al cardio
Non solo per i neofiti, qui per esempio c’è Federico Pellegrino (grande sciatore di fondo) che utilizza la bici come mezzo di allenamento e fa grande ricorso al cardio

Salute e prestazioni

Allenarsi con regolarità, 2-3 volte a settimana, porta benefici misurabili anche con il cardiofrequenzimetro: diminuzione della frequenza cardiaca a riposo, aumento della gittata sistolica e miglioramento dell’efficienza del consumo di ossigeno.

Giorgi sottolinea che il dispositivo non serve solo a chi insegue una prestazione: «E’ un mezzo – spiega Giorgi – per imparare a conoscere il proprio corpo. Confrontare i dati nel tempo aiuta a capire come ci si stia evolvendo e quanto il fisico si adatti agli stimoli dell’allenamento. Per chi vuole affrontare una granfondo senza arrivare stremato, il cardiofrequenzimetro consente di impostare zone di lavoro personalizzate, utili anche per esercitazioni brevi e intense, come intervalli ad alta intensità. In questo senso, è uno strumento che mantiene un ruolo anche accanto ai più moderni misuratori di potenza».

Fra i tanti valori che si possono monitorare oggi, i battti cardiaci recitano ancora un ruolo determinante, soprattutto per i neofiti o i lavori di endurance
Fra i tanti valori che si possono monitorare oggi, i battti cardiaci recitano ancora un ruolo determinante, soprattutto per i neofiti o i lavori di endurance

Aspetti tecnici del cardio

Il cardiofrequenzimetro è prezioso anche per chi vuole perdere peso. «Qui entriamo nel regno dell’aerobico puro – dice Giorgi – Lavorare in zona 2, quindi endurance, generalmente tra i 150 e i 160 battiti al minuto, stimola un maggior utilizzo dei grassi come fonte energetica. Dopo circa un’ora di allenamento, il mantenimento di questa frequenza richiede una potenza più bassa, segnale di affaticamento fisiologico. La misurazione dei battiti, a differenza della potenza, fornisce un dato interno e fisiologico: permette di capire il reale carico sull’organismo».

È utile anche per affinare la tecnica di pedalata: cambiando rapporto e cadenza si può osservare come varia la frequenza cardiaca, scoprendo la combinazione più economica per il proprio corpo. «Anche qui, la semplicità del dato rende il cardiofrequenzimetro un valido strumento educativo, soprattutto per chi non ha ancora esperienza nel percepire con precisione la propria fatica».

In gruppo o persino ad un evento, il cardiofrequenzimetro può essere un alleato prezioso nella gestione dello sforzo
In gruppo o persino ad un evento, il cardiofrequenzimetro può essere un alleato prezioso nella gestione dello sforzo

Sensazioni, battiti e… divertimento

Il processo di crescita ideale per un ciclista neofita parte dalle sensazioni: imparare ad ascoltare il corpo è il primo passo. «Ma poi, proprio per la sua semplicità, si può introdurre il cardiofrequenzimetro – spiega Giorgi – che consente di dare un numero alle sensazioni e di impostare allenamenti più mirati».

La scelta di passare successivamente a strumenti più avanzati, come il misuratore di potenza, dipende dalla disponibilità di tempo e dall’obiettivo. «Per chi ha poche ore settimanali, il cardiofrequenzimetro è sufficiente a dare ordine e metodo alle uscite, rendendo l’allenamento più motivante. Con la possibilità di monitorare i progressi e di “giocare” con le zone di intensità, diventa anche uno stimolo in più a uscire in bici».

Semplice, economico, versatile: un compagno di viaggio che, ancora oggi, può fare la differenza tra pedalare a caso e pedalare con criterio.

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