«Antonio Tiberi si è sentito male durante la 9ª tappa, soffrendo di un colpo di calore, risultando come stordito e con una temperatura corporea elevata. I metodi di raffreddamento lo hanno aiutato a stabilizzarsi e ora è in buone condizioni, ma purtroppo ha dovuto abbandonare La Vuelta».
Si sta correndo il Giro di Spagna: la Vuelta. E questa notizia, arrivata ieri nel pomeriggio durante la tappa di Granada, sanciva l’abbandono del corridore italiano, che viaggiava in quarta posizione della classifica generale. Un atleta di altissimo livello, insomma, nei cui confronti il solleone non ha avuto pietà alcuna. Il caldo delle utlime settimane non concede tregua, al punto che anche i professionisti sono chiamati a un lavoro straordinario di supplementazione e idratazione. Alla Vuelta Espana si sta correndo da una settimana con temperature prossime ai 40 gradi, tanto che gli organizzatori si ritrovano spesso a dover bagnare il gruppo (foto di apertura). Ma le precauzioni adottate nel caso di Tiberi non sono bastate.
Nelle scorse settimane abbiamo parlato a lungo del caldo e dei rimedi possibili, ma il colpo di calore è il passo successivo. Una via di non ritorno imboccata la quale non è più la prestazione a essere messa in discussione, ma la stessa salute del ciclista. Si può star male e in certi casi anche morire.
Il colpo di calore
Il colpo di calore si verifica quando i meccanismi di dispersione del calore non funzionano come dovrebbero e di conseguenza il corpo va incontro a un progressivo ed eccessivo innalzamento della temperatura interna. Questa condizione diventa presto incompatibile con il buon funzionamento dei processi chimici necessari per la vita.
Vi sarete probabilmente accorti che nei mesi più caldi gli atleti di svariate discipline, i ciclisti non sono da meno, utilizzano dei giubbini termici con lo scopo primario di mantenere costante o comunque abbassare la temperatura corporea. Allo stesso modo, dopo l’arrivo delle corse più calde, si ricorre sempre più spesso a vasche piene di acqua e ghiaccio per ricreare l’equilibrio che lo sforzo e il caldo hanno forzatamente compromesso.
Fatica e umidità
Il colpo di calore però è dietro l’angolo e può essere causato da temperature elevate, climi umidi o attività fisica molto intensa esercitata in ambiente caldo-umido. In pratica quello che stiamo vivendo tutti da due mesi a questa parte. Nel primo caso, più frequente fra gli anziani e in chi soffre di patologie croniche, sono le condizioni ambientali a scatenare l’aumento della temperatura corporea. Nel secondo, è l’esercizio fisico, specie se condotto in giornate o ambienti caldi e umidi che non favoriscono la dispersione del calore corporeo che si produce a causa del movimento.
Un po’ come per la crisi di fame, il solo modo per combattere il colpo di calore è mettere in atto una strategia preventiva che va dalla distribuzione di ristori lungo il percorso all’uso di ghiaccio sul collo o nei calzini. Raffreddare le estremità del corpo è una delle buone pratiche cui non si dovrebbe mai venire meno. Tutto questo diventa… estremo nel caso di atleti professionisti, che non possono certo fermarsi durante una corsa e sono costretti a fare tutto mentre ancora pedalano. Chi ha la fortuna di potersi fermare a una fontana, sarà agevolato e potrà rinfrescarsi prima che il caldo abbia la meglio.
Mal di testa e disorientamento
Gli effetti del colpo di calore si manifestano se la temperatura corporea aumenta rapidamente e nel giro di un quarto d’ora passa da valori normali ai 40 42 gradi che diventano sintomo di disagio. I sintomi attraverso cui capire che stiamo per finire nei guai sono l’abbassamento della pressione e il conseguente senso di debolezza. Le vertigini e il mal di testa, che Tiberi ha accusato come primo sintomo. Il gonfiore di piedi e caviglie. La disidratazione. La nausea o il senso di vomito. I crampi. Il disorientamento e la perdita di lucidità, cui si fa cenno nel comunicato della squadra.
Cosa fare
Cosa si può fare davanti all’insorgenza di uno o più dei suddetti sintomi? Quel che è certo è la necessità di intervenire in modo tempestivo, chiamando il medico se non addirittura un’ambulanza. Nell’attesa, si deve intervenire cercando di abbassare la temperatura corporea. Bene quindi spostarsi in un luogo fresco, distendersi tenendo le gambe sollevate e cercare di intervenire sulla temperatura, bagnando corpo e gambe con impacchi freddi o immergendo il capo in acqua, a patto che non sia troppo fredda.
Allo stesso modo, occorre bere piccoli sorsi di acqua fresca, meglio ancora bevande arricchite con sali minerali.
Meglio prevenire
Ma dato che la cura migliore è la prevenzione, sarà meglio agire per scongiurare l’insorgenza del colpo di calore. Le buone pratiche prevedono l’uscita nelle ore più fresche: all’alba o verso il tramonto. L’uso di capi tecnici che proteggano dal sole e favoriscano la termoregolazione. Bere in quantità adeguate. Usare casco e occhiali, che riparano dal sole. Mangiare leggero evitando l’alcol: la classica birretta che da momento di sollievo può trasformarsi in un’insidia. E poi non resta che sperare che la morsa del caldo conceda una pausa. Si può adottare ogni cautela possibile, ma le situazioni limite non perdonano. Se ne è accorto Tiberi, ce ne accorgiamo quotidianamente sulle nostre strade.