Chi è andato in bici un po’ più seriamente almeno una volta lo ha provato: il colpo di freddo, la gelata in bici. Persino il ragionier Ugo Fantozzi ha avuto a che farne! Paolo Villaggio ha inserito questo cliché nella sua saga… pensate quanto è tipico! Scherzi a parte, pedalare all’aria aperta è una delle gioie del ciclismo, ma con l’arrivo del freddo, l’esperienza può diventare complicata, soprattutto per chi non è abituato o non dispone di un’attrezzatura adeguata (in apertura foto Pedalnorth.com).
Il rischio di colpi di freddo è sempre dietro l’angolo, con possibili conseguenze come raffreddori, faringiti o bronchiti. Ma niente paura: con qualche accortezza si può continuare a pedalare anche nei mesi più rigidi. A spiegarci come fare è il dottor Emilio Magni, medico della squadra ciclistica Astana-Qazaqstan, importante team professionistico, che ha condiviso consigli preziosi su come prevenire e affrontare il freddo.
Abbigliamento prima di tutto
«Non esiste il brutto tempo, ma esiste il cattivo abbigliamento. Questo è il mio motto», inizia così il dottor Magni. Dietro questa frase si nasconde una verità fondamentale. Oggi, grazie all’abbigliamento tecnico, è possibile pedalare anche con temperature rigide senza rischiare di ammalarsi. Per proteggersi adeguatamente, bisogna concentrarsi su vestiti che combinino isolamento, traspirazione e protezione dal vento.
La stratificazione è la chiave: partire da una maglia intima traspirante (qui è spiegato bene, ndr) permette di mantenere la pelle asciutta, evitando che il sudore si raffreddi addosso. Sopra, una giacca antivento e impermeabile, come la famosa “Gabba” usata dai professionisti, protegge dall’aria fredda e, al contempo, consente al corpo di respirare. Non dimentichiamo le gambe, spesso trascurate: una buona calzamaglia tecnica è indispensabile per pedalare comodamente.
Mani e piedi, invece, meritano un’attenzione speciale. «Sono le estremità più esposte e sensibili al freddo – spiega Magni – e la circolazione periferica può risentirne». Per proteggere le mani, si può ricorrere a guanti specifici: imbottiti o, per i più freddolosi, guanti da sub, magari con sotto un sottilissimo guanto di seta. Ma i moderni materiali sono super tecnici e c’è sempre meno bisogno di ricorrere a questi stratagemmi.
La stessa cosa vale per i piedi, un doppio strato di calzini: quello al piede e quello fuori la scarpa. Una volta si metteva un sacchetto di plastica tipo quelli per surgelare i cibi, tra la scarpa e il calzino esterno. Anche in questo caso oggi ci sono copriscarpa leggeri e facili da indossare.
Quando il freddo colpisce
Uno degli errori più comuni quando si pedala in inverno è sottovalutare l’effetto del sudore. Se si affrontano salite lunghe o faticose, la sudorazione aumenta e, una volta in discesa, l’aria fredda può trasformare il sudore in un pericoloso alleato del raffreddore. «Meglio optare per percorsi pianeggianti o collinari, senza affrontare dislivelli impegnativi», suggerisce Magni. Il segreto sta nel mantenere una temperatura corporea costante, evitando di surriscaldarsi troppo durante lo sforzo.
E se il freddo colpisce? Cosa fare in caso “di emergenza”? Può capitare infatti che, nonostante le precauzioni, si cominci a tremare o si avverta freddo intenso durante l’uscita in bici. In questi casi, è fondamentale non sottovalutare i sintomi e agire rapidamente.
«In quel caso la cosa più importante è rientrare a casa il prima possibile – consiglia Magni – e infilarsi direttamente sotto la doccia calda, senza fermarsi a chiacchierare o a sistemare l’attrezzatura. Una volta ristabilita la temperatura corporea, una tisana o una bevanda calda possono aiutare a completare il processo di riscaldamento».
In questo caso un beneficio importante lo danno anche i gli stessi vapori dell’acqua i quali penetrano più in profondità e “scaldano” i polmoni. E’ un po’ reintrodurre una linfa calda nel sistema respiratorio. Perché poi il vero rischio che poi degenera in bronchiti e simili proviene dalle vie respiratorie più esterne. Con l’affaticamento l’equilibrio batterico che si ha in bocca, gola e naso decade. E quei batteri che normalmente il corpo combatte, prendono il sopravvento.
Buonsenso e benessere
Poi ci sono “gli altri” colpi di freddo. Quello alla pancia, per esempio, che può portare congestioni, ma questo d’inverno è legato soprattutto ad una malvagia gestione del sudore e dell’abbigliamento (ci si veste troppo e ci si copre male). Il colpo di freddo alla schiena, per esempio, che magari possono provocare dolori. Così come non è raro alla sera o il giorno dopo avvertire dei dolori al costato, il famoso mal d’ossa.
Per questo come dice Magni è importante scegliere i percorsi giusti e bisogna vestire in modo adeguato. Per assurdo meglio avvertire un pizzico di freddo in partenza, ma poi evitare di sudare, che partire super bardati e poi grondare. L’errore più grave è quello poi di spogliarsi strada facendo.
Non sfidare troppo il clima: buonsenso prima di tutto, specie se non si è chiamati a dover esprimere grandi prestazioni. Insomma, il ciclismo invernale non deve spaventare, anzi, può essere un’occasione per godersi paesaggi mozzafiato e mantenersi in forma durante i mesi freddi.
E’ essenziale investire in un buon abbigliamento tecnico e adattare il proprio allenamento alle condizioni climatiche. In caso di imprevisti, sapere come reagire può fare la differenza tra un semplice raffreddore e un problema più serio.
Con qualche accorgimento, anche l’inverno può diventare la stagione perfetta per pedalare. Perché, come dice il dottor Magni, il freddo si combatte prima di tutto con la testa – e con un guardaroba ben fornito!