L’infiammazione del tendine d’Achille è un problema che colpisce diversi ciclisti e cicloturisti. Dall’esempio di Alessandro Covi, atleta del UAE Team Emirates, abbiamo voluto approfondire questo tipo di infortunio. Per farlo siamo andati a chiedere a Marco Corzani, ortopedico del centro Fisioradi e specializzato in chirurgia di ginocchio, caviglia e piede.
«L’infiammazione al tendine d’Achille è un infortunio – spiega subito il dottor Corzani – che colpisce chi pratica sport con movimenti continui e che utilizza calzature specifiche. I dolori nascono in particolare per l’utilizzo di scarpe poco adatte, magari strette o che non seguono l’ergonomia del piede. La frizione causata dalla pedalata provoca un’infiammazione delle borse del tendine. Queste hanno il compito di fare da lubrificante per far scorrere al meglio il tendine, una loro infiammazione le fa aumentare di volume e nascono le cosiddette borsiti».
Serve attenzione
Il dolore diventa più acuto quando si scende dalla bici, appena finito l’allenamento o la pedalata. L’acutizzarsi di queste problematiche arriva dopo ore, oppure la mattina dopo, questo perché il muscolo e il tendine si “raffreddano”.
«Solitamente chi pedala – prosegue Corzani – non si accorge dell’infiammazione al tendine d’Achille mentre è in bici. Questo accade perché il movimento della pedalata scalda il muscolo, riducendo il dolore. La protuberanza che si crea nei pressi del tendine porta a dolore e infiammazione, che vengono portati via dalla circolazione sanguigna. Il male esce a “freddo” ovvero lontano dalla pedalata e si manifesta con difficoltà a camminare o a indossare le scarpe».
Diverse tendiniti
La tendinite non si manifesta in un solo modo, ma in tanti, in maniera più specifica in due maniere. Una più seria, che può portare ad una rottura del tendine stesso e una meno grave.
«Ci sono due diverse tendiniti possibili – spiega il medico – quella inserzionale e quella al corpo del tendine. La prima avviene in prossimità del calcagno ed è la più frequente ma non è correlata ad una possibile rottura del tendine. Ci sono due cause che portano a questa infiammazione: una calcificazione che porta a un dolore acuto. l’altra è chiamata Deformità di Haglund, si tratta di una prominenza ossea accentuata. Chi ha questa “deformazione” e pratica attività sportive ripetitive come il ciclismo corre il rischio di soffrire di tendinite. La scarpa continua ad appoggiarsi sulla parte ossea e nasce così l’infiammazione.
«Esiste anche una tendinite, quella al corpo del tendine – continua – che può essere più grave. Il problema, in questo caso, è dovuto al gonfiore che si crea e che provoca dolore a metà del tendine, tre dita sopra il tallone. Nasce da un invecchiamento del tendine che lo rende più rigido e incline a una possibile rottura».
Attenzione ai dettagli
Per evitare problematiche e la conseguente infiammazione del tendine è importante curare ogni particolare quando si sale in bici. La prevenzione è il primo passo.
«Intanto – dice ancora il dottor Corzani – partirei con il dire che si devono cercare le scarpe adatte al proprio piede. Oppure si devono adoperare plantari o talloniere specifiche. Queste accortezze possono prevenire eventuali infiammazioni, così come la scelta delle giuste tacchette o dell’altezza della sella. Scegliere tacchette con una mobilità elevata o eccessivamente ridotta può portare alla nascita di queste problematiche.
«L’altezza sella, invece, è importante perché agisce sull’angolo di piega delle ginocchia. Avere un angolo ridotto porta a pedalare con le gambe alte, in questo modo la caviglia ha meno mobilità e il tendine è costretto a lavorare di più».
Terapie e cure
In quale modo si cura un’infiammazione al tendine d’Achille? Ci sono tante dinamiche da considerare, alcune di prevenzione e altre da adoperare in ogni situazione.
«La terapia indicata per curare un’infiammazione del tendine d’Achille – conclude – è simile a quella di altre tipologie di infiammazioni. Si usano le onde d’urto e gli ultrasuoni. Quel che cambia sono gli esercizi per mantenere muscolo e tendine allenati. Bisogna fare una ginnastica eccentrica, dove il muscolo lavora in contrazione ma allo stesso si allunga. Un esercizio classico è appoggiare le punte dei piedi su un gradino e far scendere uno dei due talloni verso il basso fino a sentir tirare, poi con il piede opposto si scende il gradino.
«Per quanto riguarda lo stretching si può fare un esercizio classico ma sempre utile: seduti a terra si allunga la gamba e con la mano si tira la punta del piede verso di sé, questo aiuta a scaricare il tendine da eventuali affaticamenti. E’ bene mantenere una costanza nella ginnastica e nello stretching, consiglio di farli prima e dopo la pedalata, anche solo per una decina di minuti».