| 23 Febbraio 2024

Le città del futuro, Pirelli e il fruscio di una e-bike

Pirelli produce pneumatici. Li fanno per le auto, le moto e anche per le bici. Eppure Pirelli non è solo questo, perché a forza di produrre gomme per bicicletta, si è accorta che il mondo sta andando in una direzione ben precisa. Le città saranno sempre meno a misura di auto e non avrebbe senso insistere su un solo modello di sviluppo. Perciò, alla vigilia della stagione del Covid, hanno iniziato a esplorare anche altre possibili vie di innovazione.

In che modo si può passare dalla produzione di prodotti spiccatamente votati al racing a qualcosa che vada incontro alle esigenze di vivibilità e sostenibilità della società contemporanea? Da questa domanda si è messo in moto un meccanismo virtuoso che ha portato a varie formulazioni. Fra queste il progetto “CYCL-E around” merita secondo noi un racconto, colpiti dalla provocazione riportata su un totem: «Ogni anno a Roma – vi si legge – un automobilista passa 107 ore di vita nel traffico. Un ottimo motivo per prendere subito una e-bike».

Nel profilo Linkedin di Francesco Bruno, Head of Micromobility Solutions di Pirelli, spicca un’interessante serie di qualifiche che, volendo fare la sintesi, lo descrivono come esperto di innovazione e mobilità green. E’ con lui che parliamo dell’ultima apertura di Pirelli, per capire di cosa si tratti e quali sviluppi ci saranno.

«Ci siamo mossi – spiega – in modo abbastanza continuativo rispetto al nostro dna. Lo abbiamo fatto studiando i nuovi trend e, una volta costituita una base, abbiamo iniziato a ragionare in modo innovativo. Volevamo capire se ci fossero spazi di manovra nel mondo dei servizi legati al ciclismo. E anche se la mobilità all’interno dei contesti urbani potesse essere un territorio nel quale sviluppare dei progetti o delle iniziative. Da qui l’idea di costruire una vera e propria funzione chiamata Micromobility. Questo succedeva poco prima del Covid, con l’obiettivo di esplorare le opportunità di mercato».

Il progetto “CYCL-E around” di PIrelli si rivolge a soggetti privati come aziende, hotel o campus universitari
Il progetto “CYCL-E around” di PIrelli si rivolge a soggetti privati come aziende, hotel o campus universitari
Che cosa venne fuori?

Un modello per testare nuove iniziative che abbiamo chiamato CYCL-E around. Di fatto è un servizio di noleggio di bici elettriche per comunità private. Quindi replichiamo i tradizionali modelli di sharing che esistono sul mercato, ma ritagliati sulle esigenze e le specifiche di una comunità privata, senza le difficoltà della gestione di una flotta tradizionale. Ci rivolgiamo a un interlocutore privato, che può essere un’azienda, un hotel o un campus universitario, e insieme costruiamo un programma di mobilità dedicato ai loro utilizzatori. Nasce con l’idea di testare un modello di business più protetto e avere un posizionamento in linea con l’idea di Pirelli.

Cosa c’è alla base?

L’idea di presidiare il segmento della mobilità urbana di corto raggio, nel quale verosimilmente l’automobile avrà un ruolo sempre più marginale. L’idea è che oltre ai mezzi pubblici, la bici elettrica potrebbe diventare il veicolo ideale per questo tipo di spostamenti. Su questa convinzione, abbiamo fatto una scelta abbastanza decisa. L’Italia non è ancora la Germania, l’Olanda e tantomeno la Francia, ma l’Europa va abbastanza inequivocabilmente in questa direzione.

Le aziende hanno aderito e poi incrementato la richiesta. Ad ora in Italia ci sono 600 bici Pirelli
Chi sono dunque i vostri interlocutori?

Per il tipo di offerta, abbiamo a che fare con i Sustainability Manager, i Welfare Manager e i Mobility Manager, che sono le persone più sensibili per introdurre delle innovazioni di servizi all’interno dei contesti aziendali. Non si tratta di un’esigenza ben definita, non ancora. Non fa parte dei programmi di sviluppo aziendali, quindi la prima è una fase di ingaggio, che richiede la spiegazione dei benefici legati all’offerta. La cosa positiva è che magari l’ingaggio può non essere immediato, ma una volta che riusciamo a spiegare il progetto, questo viene recepito come presupposto per un vero cambiamento. Ovviamente non si tratta di fare la guerra alle auto, ma di migliorare l’intermodalità. L’auto privata rimane il mezzo per eccellenza sugli spostamenti di medio e lungo raggio. C’è il trasporto pubblico, soprattutto per gli spostamenti urbani. Avere a disposizione in azienda una bici elettrica gratuita per il dipendente, perché l’azienda si fa carico del costo, è un elemento abbastanza innovativo.

Quanto è vasto il fronte di chi ha aderito?

Ad oggi abbiamo circa 600 biciclette dislocate in Italia, operative e distribuite sia tra strutture alberghiere che tra aziende. Non abbiamo un problema territoriale, grazie a un accordo per la manutenzione che ci consente di essere presenti su tutto il territorio nazionale in modo abbastanza omogeneo. Stiamo crescendo in modo significativo, a volte scalando la stessa azienda, che ha iniziato con un piccolo campione di bici e poi vuole estenderlo ad altre sedi o aprire ad altri uffici, utilizzandolo come mezzo di offerta di mobilità per i propri dipendenti.

Anche nella sede di Bollate, in cui nascono gomme di alta gamma per il ciclismo su strada, si sta testando il progetto e-bike
Anche nella sede di Bollate, in cui nascono gomme di alta gamma per il ciclismo su strada, si sta testando il progetto e-bike
Qual è il veicolo di conoscenza: il passaparola oppure avete attuato delle campagne?

Il modello più efficace, che accelera i tempi di conversione, è sicuramente il passaparola. Averlo provato e farne una recensione convincente fa sì che scatti l’emulazione. E poi ovviamente ci sono campagne che facciamo ingaggiando direttamente le persone chiave, che sono i manager preposti a certi tipi di interventi. Chi viene dal mondo della sostenibilità e del welfare vede in questo un elemento distintivo anche per l’ingaggio dei dipendenti. Un servizio che fa la differenza nella percezione dei benefit che un’azienda offre ai propri dipendenti.

Cosa c’è di Pirelli in queste biciclette?

Abbiamo due canali di fornitura, con un produttore italiano e uno tedesco. Le flotte sono personalizzate col nostro branding, sono equipaggiate ovviamente con i nostri pneumatici. Vengono dotate di un elemento di connettività standard che abilita la nostra piattaforma digitale di prenotazione delle bici stesse. Quindi di fatto identifichiamo il mezzo più idoneo, lo personalizziamo, lo connettiamo e lo rendiamo parte integrante del nostro ecosistema digitale. Una volta fornita la bici al cliente, prevediamo un service periodico presso le strutture convenzionate in modo che le bici siano sistematicamente manutenute e nelle condizioni di massima sicurezza.

La e-bike è brandizzata, usa gomme PIrelli ed è registrata su una piattaforma digitale
La e-bike è brandizzata, usa gomme PIrelli ed è registrata su una piattaforma digitale
Crede davvero che si andrà verso uno sviluppo sostenibile?

Io credo che avere un mix modale a favore dei mezzi di mobilità dolce, interna al contesto urbano, sia una tendenza naturale. Ci sono città che questo processo lo hanno accelerato con interventi molto mirati: Barcellona e Parigi hanno fatto delle scelte molto molto drastiche. Alcuni piccoli centri hanno fatto operazioni ancora più importanti. Le città evolveranno per accogliere in modo più sicuro queste forme di mobilità che, nel momento in cui viene provata, entra subito nelle abitudini delle persone. Non è il classico tentativo che faccio una volta e poi lo abbandono. Una delle cose che riscontriamo nei nostri numeri è la frequenza di utilizzatori repeaters. Persone che riprendono il servizio con una certa costanza, che lo prolungano, perché si rendono conto del beneficio di utilizzare una bici elettrica per fare un certo tipo di spostamento.

Quali sono i motivi di resistenza?

La principale è semplice ed è una sola: il tema sicurezza. Molti hanno timore che rendendo disponibile un mezzo come la bicicletta, i propri dipendenti aumentino i rischi. Questo è vero fino a un certo punto. Conosciamo abbastanza bene le statistiche e la fatalità degli incidenti legati alle biciclette non è necessariamente più alta di altri mezzi come le auto o gli scooter. Certamente fanno rumore più degli altri, però il timore principale è proprio quello di rendere disponibile un mezzo percepito come ancora non sicuro. Ma credo che sicuro diventerà non appena le città inizieranno a cambiare la loro disposizione nei confronti della mobilità dolce. Altre grosse obiezioni sostanzialmente non ci sono, perché sono molti più i benefici.

La bici ai dipendenti viene fornita e pagata dall’azienda: un plus da aggiungere alla suite dei benefit
La bici ai dipendenti viene fornita e pagata dall’azienda: un plus da aggiungere alla suite dei benefit
E’ vero che avete usato come tester i vostri stessi dipendenti?

Fin dall’inizio siamo partiti con la sede di Bicocca, semplicemente con una decina di bici, mentre oggi ne abbiamo più che raddoppiato il numero. Abbiamo aperto il servizio anche alla nostra fabbrica di Bollate, che si trova vicino a Milano e che ospita la produzione delle linee alto di gamma di Pirelli Cycling, fra cui tutti i modelli della famiglia P Zero Race. Dietro c’è l’idea di testare le offerte sulla nostra piattaforma, capire se funzionano soprattutto coi temi digitali. A volte è importante rendersi conto se una funzionalità può andar bene o meno e questo tipo di test interno ci aiuta per continuare a innovare nel mondo della mobilità dolce. Questo secondo noi è il percorso che dobbiamo intraprendere. Serve per capire meglio il mercato e le sue dinamiche e conoscere meglio le abitudini dei consumatori. 

Quindi ci sono altri progetti allo studio?

Sì, certamente. E’ ovvio che Pirelli fa pneumatici e continuerà a fare pneumatici, mi auguro per centinaia e centinaia di anni con la stessa qualità. Queste sono iniziative che nascono per aiutare l’azienda a proiettarsi nel futuro in modo credibile, come ha sempre fatto, attraverso tutte le sue iniziative. E devono servire anche come aree di studio e test per cogliere i nuovi trend di mercato. Lo facciamo con questo spirito e con questa idea.

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