La costruzione della nuova ciclovia che congiungerà Empoli a Castelfiorentino e Certaldo fa da spunto per spiegare come si costruisce un nuovo pezzo ciclabile del nostro Paese, quali sono i suoi passaggi, tutto quel che serve. Di piste ciclabili se ne sente ormai parlare in ognuna delle 20 regioni italiane, ma pochi sanno che quando in un programma politico s’inserisce quest’obiettivo, significa mettere in moto una macchina molto complessa, che arriverà a destinazione in un futuro che propriamente prossimo non è.
Si parte dall’identificazione del percorso
Il Sindaco di Empoli Alessio Mantellassi si è mosso in prima persona per la sua realizzazione e sta seguendo ogni passo giuridico perché si arrivi all’ottenimento di un’ennesima fetta di rete viaria che prescinde dai mezzi motorizzati e della quale il suo territorio ha estremamente bisogno.
«La ciclovia si sviluppa nei pressi del vecchio tracciato della SP429. E’ un’idea che da tempo circolava – spiega – e della quale sentivamo tutti la necessità per sgravare la Provinciale di tanto traffico. Il nuovo tracciato assorbe infatti gran parte della circolazione, ma c’era bisogno di ristrutturare il vecchio percorso per permettere un rapido collegamento tra i grossi centri del territorio fiorentino senza dover per forza usare l’auto. Il percorso come detto passa vicino al vecchio tracciato ma tocca anche il nuovo e per una piccola parte anche una strada comunale di Ponte a Elsa».
I primi fondi pubblici
La 429 ha una fama piuttosto sinistra, per i tanti incidenti, anche mortali, che l’hanno vista coinvolta. Ora questa “rivoluzione” vuole cambiarle faccia, renderla più appetibile anche come simbolo della mobilità sostenibile. Ma i passi da compiere sono tanti.
«Nel consiglio della Città Metropolitana di Firenze è stato approvato uno schema di accordo tra i Comuni interessati dal percorso per progettare la ciclovia per un costo stimato di 75 mila euro. Questo è il primo passo, l’ottenimento del finanziamento da parte della Metrocittà. Noi come Comune di Empoli abbiamo già assunto la delibera e così hanno fatto le altre due amministrazioni locali. Le risorse ora servono a realizzare lo studio preliminare per il progetto di fattibilità, per il quale serve un soggetto attuatore e noi come Empoli ce ne siamo fatti carico.
L’importanza del progetto esecutivo
«A questo punto mancano due passaggi fondamentali – prosegue il Sindaco – Il primo è la realizzazione del progetto esecutivo, che andrà realizzato se verranno reperite le risorse che sono quindi diverse da quelle già stanziate. Toccherà ai Comuni interessati trovare i fondi necessari. Il secondo è l’effettiva realizzazione dei lavori».
Un cammino come si vede piuttosto complesso, la cosa che colpisce di più è che per buona parte tutto questo è un percorso burocratico, si rimane quindi nel campo della teoria: «E’ vero, ma sono i passi che per legge vanno compiuti. Per il nostro territorio è un passaggio estremamente importante, che deve avere una duplice funzione: soddisfare le esigenze di mobilità dolce che ha la popolazione, sia per cicloturismo che per tutto quel che riguarda le necessità giornaliere, i collegamenti con il trasporto pubblico, i percorsi casa-lavoro e casa-scuola. C’è una forte richiesta per migliorare la qualità della vita da parte dei cittadini realizzando una struttura di collegamento che oggi non c’è, collegando luoghi isolati fra loro».
Il collegamento con altre ciclovie
Mantellassi ha fatto di questo progetto un caposaldo della sua attività non solo come sindaco di Empoli, ma anche come vicesindaco della Città Metropolitana: «E’ un primo passo. Nel piano triennale delle opere pubbliche ho inserito la pista che porta dal centro empolese verso Ponte a Elsa, il prolungamento collegherà il territorio al resto della Valdelsa. Ma non solo, perché nelle zone limitrofe passano altre ciclovie che renderanno agevole anche il collegamento con le province di Pisa e Siena, allargando quella rete ciclabile che caratterizza tutta la Toscana».
Tornando al discorso relativo al cammino nella costruzione di una ciclovia, le spese sono ingenti: «Certamente ed è difficile quantificarle in toto, soprattutto per la terza parte, quella realizzativa, per capire la forza lavoro, i materiali, tutto dipende dal progetto esecutivo. Consideriamo che parliamo di una ciclovia che dovrà svilupparsi su un territorio che in linea d’aria è di una ventina di chilometri, ma la sua effettiva lunghezza la sapremo solo con il progetto in mano».
Opera completata nel 2027 (si spera…)
I tempi? «Noi contiamo di avere già completato quest’anno la seconda parte del cammino, quindi avere il progetto esecutivo che ci consentirà il prossimo anno di avere almeno pezzi del nuovo percorso. L’auspicio è che l’opera completa possa essere realizzata entro la fine del 2027. Realizzare opere come questa è fondamentale per incentivare l’uso di bici ed E-bike in sicurezza e la collaborazione fra i vari enti pubblici è sicuramente un notevole aiuto per accelerare i tempi».
Un’opera del genere incontra il favore della cittadinanza ma riesce anche a mettere d’accordo le varie parti politiche? «Nel suo concetto di base sì, tanto è vero che in consiglio il progetto è passato all’unanimità. Poi le divisioni ci sono sempre, sulle modalità di effettuazione, ma anche sulla sua necessità. C’è chi non lo ritiene una priorità. Io sì».