| 30 Dicembre 2024

Editoriale / L’anno che verrà, tra numeri e speranze 

Si chiude il 2024 di bici.STYLE, il primo di questa nuova avventura. Abbiamo raccontato storie, viaggi (foto di apertura depositphotos.com) e raccolto dati. Tra questi, gli indicatori più interessanti sono quelli del rapporto “Viaggiare con la bici 2024” di Isnart e Legambiente. Presentato ad aprile, esso ha sancito la crescita del cicloturismo, con un fatturato del settore stimato in 5,5 miliardi di euro.

Tuttavia sappiamo di andare incontro al 2025 in un Paese ancora autocentrico con più di 6 auto ogni 10 abitanti. Nell’Unione Europea, peggio di noi c’è solo il Lussemburgo (in cui molte auto vengono immatricolate per… comodità).

Non sono mancate le manifestazioni di protesta contro la riforma del Codice della Strada (foto FIAB)
Non sono mancate le manifestazioni di protesta contro la riforma del Codice della Strada (foto FIAB)

Tutti utenti della strada

Dopo il mezzo terremoto di Stellantis si è aperto un dibattito sull’automotive in Italia e in Europa. E sulla sua arretratezza al confronto con Asia e Stati Uniti, nettamente più avanti nel comparto elettrico. Per conto nostro, ci piacerebbe sapere come la crescita (lenta ma inesorabile) della ciclabilità venga vista da chi lavora in quel settore strategico ed è costretto a rincorrere il tempo perso.

In altre parole: chi per mestiere deve tornare a vendere più auto come si rapporta al crescente bisogno di viversi la città su due ruote? Adotta un atteggiamento di mera superiorità di chi ha numeri ben più importanti da mettere sul tavolo? Oppure lascia trapelare un’alzata di ciglio per un potenziale campanello d’allarme se l’auto viene percepita sempre più come un bene di lusso? O, ancora, c’è lo spazio per una cooperazione anche progettuale che vada al di là dei campanilismi da tastiera e che ci vede tutti utenti della strada, ora a piedi, ora in sella, ora al volante?

Da questo punto di vista lo Stato può fare molto, ma il nuovo Codice della Strada non sembra essere amico dei ciclisti. Nell’anno che verrà esso si dovrà delineare compiutamente e alla fine del 2025 avremo i dati oggettivi per trarne un giudizio. Nel frattempo sono arrivati i primi dati sulle Zone 30 e la speranza è che aumentino sia di numero che di qualità.

A Roma attesi anche molti ciclopellegrini nell’anno del Giubileo. Peccato per alcune ciclovie ancora incomplete (depositphotos.com)
A Roma attesi anche molti ciclopellegrini nell’anno del Giubileo. Peccato per alcune ciclovie ancora incomplete (depositphotos.com)

2025: le proposte del Governo

A proposito di Governo: sul versante del cicloturismo ripartiamo con un importante lavoro di Enit che abbiamo raccontato. L’Agenzia sottoposta al Ministero del Turismo ha infatti lanciato la guida Viaggio Italiano – Le Vie del Bike con 57 itinerari tra ciclovie e piste ciclabili, in tutte le Regioni.

Il 13 gennaio, invece, scadrà il bando di un altro Ministero, quello per lo Sport e i Giovani. Si tratta di quel Bici in Comune che abbiamo presentato e che vuole punzecchiare le Pubbliche Amministrazioni a lanciare dei progetti di ciclabilità. Siamo curiosi di sapere quante avranno aderito.

Nell’anno giubilare che porterà molta gente nel nostro Paese, purtroppo ci sono ritardi sulla rete di ciclovie nazionali che puntano alla Capitale, specie quel fiore all’occhiello per Roma che dovrebbe diventare il Grab (Grande Raccordo Anulare delle Bici).

I raduni come il BAM sono occasioni per condividere la propria passione con amici vecchi e nuovi (foto BAM)
I raduni come il BAM sono occasioni per condividere la propria passione con amici vecchi e nuovi (foto BAM)

Bici sempre più presente

Ma al di là di Ministeri e Amministrazioni locali, l’Italia di chi pedala è fatta anche di singole aziende che sfoggiano mezzi e accessori sempre più specializzati, invadendo e a volte creando segmenti di mercato. Continueremo a raccontarli. Abbiamo parlato delle ciclofficine popolari e dei gruppi sportivi perché se è bello pedalare con la propria bici, è bellissimo condividerlo con chi riconosciamo simile a noi. E lo stesso principio lo troviamo nei festival e nei raduni in cui la bicicletta è protagonista. A volte semplicemente ancella, ma comunque presente. Avete fatto caso che anche negli spot pubblicitari ci sono sempre più bici, magari anche solo appoggiate sullo sfondo?

Il Giro d’Italia, anche se appannaggio del fratello maggiore bici.PRO, è una fonte di ispirazione per itinerari cicloturistici. E qualcosa vorrà dire se nel 2025, dopo la roboante partenza del Tour de France da Firenze, avremo quella della Vuelta Espana da Torino. Del resto alcuni pro’ o ex-pro’ travasano nel mondo STYLE, si tolgono il numero dalla schiena e diventano per un attimo come noi, solo con qualche watt in più. 

Facendo il verso alla canzone di Lucio Dalla che ha ispirato questo editoriale, se davvero poi quest’anno passasse in un istante, vedete come diventa importante che in quest’istante ci sia anche un magazine come bici.STYLE? Per riconoscersi. Così come ci si riconosce, da perfetti estranei, salutandosi con un cenno della mano quando s’incrocia un altro in bici venire in direzione opposta alla nostra.

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