Il fermento cicloturistico friulano è all’ordine del giorno, considerando che parliamo della regione che con le sue principali ciclovie, tra l’Alpe Adria e la Pedemontana ha conquistato gli Oscar del Cicloturismo e portato migliaia di appassionati sulle sue strade. Il movimento però grazie proprio a questi numeri si è guadagnato anche un peso politico tanto è vero che le autorità si muove anche indipendentemente dai progetti per crearne di loro, come la nuova pista ciclabile che, inaugurata proprio questa settimana, collega Monfalcone ai comuni di Staranzano e Ronchi dei Legionari andando a finire al Trieste Airport.
Il primo aeroporto intermodale
Questo significa che quest’ultimo diventa il primo aeroporto d’Italia collegato in maniera intermodale al sistema delle piste ciclabili ed è proprio questo il disegno alla base del progetto, per il quale si è spesa fortemente l’Assessore Regionale alle Infrastrutture e Territorio Cristina Amirante.
«L’idea l’abbiamo avuta un paio d’anni fa, pensando a come poter riutilizzare gli spazi della vecchia ferrovia di Fincantieri che erano stati dismessi. Alla sua base c’è la possibilità d’intercettare il grande flusso cicloturistico attraverso la Trieste-Venezia, offrendo un sistema che permetta di ritrovarsi immediatamente nella rete cicloturistica atterrando nell’aeroporto del capoluogo. Ma non solo, la pista nel suo progetto finale di stende da Via Manlio a Monfalcone fino al confine comunale con Ronchi dei Legionari, dando un’opportunità per i ciclisti che si spostano per lavoro o per studio».
Si entra fin dentro l’aeroporto… pedalando
Il lavoro è in pieno svolgimento, quello inaugurato lo scorso lunedì è il primo tratto di 2 chilometri: «A questo seguirà un secondo tratto di 1,5 chilometri che collegherà con i comuni di Ronchi dei Legionari e Staranzano. Per alcuni pezzi viaggiamo in parallelo con la tratta ferroviaria, ma quel che conta è che il percorso va a finire proprio nel terminal bus dell’aeroporto, permettendo così di poter utilizzare la bici appena scesi. Stiamo pensando anche a dei raccordi per il piano inferiore dell’aeroporto, per rendere l’arrivo dei cicloturisti il più semplice possibile».
La lunghezza del tracciato, quando sarà completato, sarà di circa 5 chilometri: «La pista fa parte del Piano Regionale della Mobilità Ciclistica che promuove la stessa nell’area del polo intermodale di Trieste Airport. Gli stessi sottopassi ciclabili di cui accennavo prima serviranno ad accrescere la sicurezza e l’accessibilità consentendo una più facile integrazione con il trasporto pubblico. Noi contiamo che nel giro di un anno la pista sia completata e utilizzabile dai cittadini».
Un’opportunitàm chiesta dai cittadini
Aeroporto ma non solo perché il progetto ha anche altre finalità: «Non dobbiamo dimenticare – prosegue Amirante – che la zona dell’aeroporto è affiancata anche a un’importante zona industriale della città, per questo tanti lavoratori avranno in questo modo la possibilità di raggiungere il luogo di lavoro in maniera più snella, veloce, sana. Era un’esigenza che la cittadinanza di Monfalcone ci aveva espresso da tempo, per poter sciogliere il traffico automobilistico molto forte in alcune ore. In questo modo si può anche rendere più semplice il collegamento tra i comuni interessanti. Diciamo che era una richiesta che arrivava dalla base, siamo contenti di poterla esaudire».
La seconda parte dei lavori sarà direttamente finanziata dall’Amministrazione Comunale di Monfalcone, che ha già gestito la progettazione della prima parte. L’Assessore però vuole anche guardare più lontano: «Il percorso è strutturale per le nostre ciclovie che sono un vanto per tutto il Friuli Venezia Giulia. Ad esempio siamo così a due passi da Grado, da dove parte la Ciclovia Alpe Adria, ma anche la Pedemontana transita vicino e consente di arrivare a Gorizia. In questo modo c’è una connessione di tutta la regione con la zona aeroportuale, io credo che questo darà nuovo impulso al cicloturismo nella nostra realtà».
Ora si lavora ai servizi
Fatta la ciclovia, bisogna però anche pensare a tutti i servizi ad essa connessi: «Ci stiamo infatti muovendo in tal senso e abbiamo già istituito un tavolo di lavoro al quale prenderanno parte la PromoTurismo e la FVG Strade che gestisce le ciclabili. Servono idee per coordinare il lavoro di manutenzione delle piste ciclabili e soprattutto incentivi a abbinare alle stesse tutti quei servizi che sono richiesti, da quelli strettamente legati al mezzo alle semplici strutture ricettive. Ad esempio stiamo pensando al riutilizzo delle vecchie stazioni, dismesse ormai da tempo che potrebbero essere ottimi luoghi per noleggio e manutenzione delle bici, ma anche punti di ritrovo per i cicloturisti impegnati nella scoperta della nostra bellissima regione».