La riqualificazione di Milano e territorio limitrofo passa anche per iniziative come quella del Woodhouse Bike Hotel. Si tratta di una struttura a Cinisello Balsamo, quindi alle porte della metropoli, dedicata prettamente al cicloturismo e se ci si pensa bene, solo fino a qualche anno fa una simile iniziativa sarebbe stata tacciata di follia. La città sta cambiando, è in piena ebollizione olimpica, ma vuole anche mutare la percezione che di lei si ha, non più solamente a vocazione industriale, ma qualcosa da apprezzare anche con i ritmi lenti della bici.
Francesco Cestari e Marco Montini lo hanno capito tempo fa lanciandosi in quest’avventura. La Cooperativa La Cordata di Milano che gestisce la struttura dall’aprile 2023, ha creduto nel progetto Woodhouse avviato in precedenza preservandone l’identità del luogo ma valorizzandone ulteriormente le peculiarità. Una buona parte dei complementi d’arredo della struttura di camere e spazi comuni provengono dall’azienda Boffi, proprietaria dello stabile la cui produzione è limitrofa a Woodhouse. Ma questo è solo un particolare di una struttura che nasce e vive con il forte proposito di tutelare l’ambiente e inquinare il meno possibile.
Tutto nasce da un bando…
«L’idea ci è venuta quando è stato annunciato il bando Turismo in bici della Camera di Commercio Milano, Monza e Brianza e Lodi – racconta Cestari – che offriva un finanziamento per sviluppare un’iniziativa dedicata alle due ruote. Volevamo rendere un servizio al territorio e alla gente che fosse duraturo e abbiamo pensato alla riqualificazione di questa struttura che aveva ancora tanto da dare».
«Il bike hotel – gli fa eco Montini – consta di 11 stanze per un totale di 21 posti letto. Abbiamo una cucina in condivisione, bike room custodita, lavanderia con personale che la gestisce. Insomma tutto quel che può essere necessario per un cicloturista che voglia soggiornare per brevi periodi e godersi il territorio. Abbiamo anche creato un servizio di pulitura bici e nella bike room c’è anche una piccola officina per riparazioni, oltre a 8 bici da noi acquistate e che si possono noleggiare, con portapacchi, borse, catene, caschi, luci e perfino due seggiolini per bimbi. Ma molto altro resta da fare, come ad esempio uno spogliatoio attrezzato».
Tracce scaricabili da Komoot
Il lavoro di ristrutturazione dell’hotel impegna la coppia a tempo pieno, dopo averlo reso agibile c’è stato da lavorare anche sulla promozione e sui servizi da offrire.
«Noi abbiamo voluto pensare a questa struttura anche come un punto di appoggio per scoprire l’ambiente intorno a noi – specifica Francesco – e abbiamo quindi messo a disposizione anche una serie di percorsi provati sul campo e creati attraverso la app Komoot, con tracce GPS che condividiamo con i clienti. L’idea è piaciuta moltissimo e tanti hanno scoperto un’immagine diversa dell’ambiente dove viviamo».
«I percorsi coprono anche lunghe distanze – sottolinea Marco che ha creato i tracciati insieme a Luca Carbone – la nostra zona ha molte attrazioni: il verde è abbondante ma c’è anche tanto altro, ad esempio molte ville gentilizie. L’impegno per la sostenibilità è qualcosa che ci distingue e coinvolge anche iniziative innovative che vanno al di là della stretta attività dell’hotel».
Un territorio in evoluzione
Ad esempio lo stesso Luca fa parte di quella cerchia di “ospiti consapevoli” che partecipano al progetto di abitare collaborativo presso Brodolini 24, una struttura posta nelle vicinanze di Woodhouse Hotel. Chi aderisce al progetto dedica parte del proprio tempo e impegno a prestazioni utili alla comunità avendo in cambio un canone di affitto più favorevole.
Stando sul posto, Cestari e Montini hanno il polso della situazione sul territorio e soprattutto su come viene percepito: «Molti comuni stanno strutturandosi proprio per le bici – spiega il primo – c’è molto da lavorare, non solo dal punto di vista delle infrastrutture ma soprattutto sul piano della sicurezza, però i percorsi ci sono. Abbiamo parecchi percorsi nei parchi, soprattutto addentrandosi nei comuni limitrofi. Per quanto riguarda l’hotel, noi ci sentiamo un po’ dei pionieri in un territorio dove c’è necessità di sviluppo. Noi abbiamo gettato il sasso, speriamo che contribuisca a sviluppare il cicloturismo locale».
Una scelta che sta pagando
«Bisogna anche dire – afferma Cestari – che nella zona si stanno sviluppando molti eventi legati alle due ruote e questo testimonia una certa sensibilità e voglia di favorire chi vuole fare il turista in bici. Io sono convinto che investendo si possa dare un impulso e noi ci stiamo provando. D’altronde abbiamo già visto che diventare un bike hotel ha ampliato la nostra clientela. Noi siamo convinti che il Woodhouse Bike Hotel può diventare un riferimento anche culturale per la nostra zona, che ha bisogno di percepire sempre di più il ruolo delle bici nelle città, di muoversi in maniera più consona all’ambiente. La strada da percorrere è ancora lunga, ma chi come noi ama la fatica in bici non si spaventa…».