Per chi ama pedalare all’avventura lontano dall’asfalto esiste la mountain bike e la gravel. Ma c’è anche un’altra tipologia di bici meno nota, la monstercross (detta anche monster gravel o mtb drop bar). Per capire meglio di cosa si tratta, abbiamo intervistato Fabio Lucantoni, già organizzatore di trail come l’Italy Coast to Coast e l’Umbria Trail, nonché finisher di dure prove di endurance quali l’Italy Divide e la Silk Road Mountain Race.
Fabio, cos’è una bici monstercross e come l’hai scoperta?
Vengo dal mondo della mountain bike e la monstercross per me è stata una rivelazione. Nasce negli anni ‘70 negli Stati Uniti come evoluzione delle bici da ciclocross. Si cercava più comfort e, di fatto, si è provato a mettere delle gomme da mountain bike sulle bici da ciclocross. Non esiste un marchio che l’abbia inventato, non è in realtà nemmeno una gamma riconosciuta e non c’è un vero segmento di mercato. Io l’ho scoperta grazie alla Salsa Fargo (foto di apertura).
Perché?
Perché avevo bisogno di una bici rigida che non fosse la mountain bike classica che era troppo stancante sui tratti pianeggianti. Con il drop bar (il manubrio da strada, ndr) e un telaio più adatto, hai più comfort, riesci a sviluppare meglio su salite lievi, del 3-4-5 %, sei più aerodinamico e soprattutto hai più soluzioni di carico per le borse.
Quindi sono bici adatte per il bikepacking…
A dirla tutta il bikepacking nasce con le monstercross. Se vedi i primi Tour Divide, (l’annuale cavalcata negli Stati Uniti sulle Montagne Rocciose, dal Canada al confine con il Messico, ndr) venivano affrontati con queste bici. Ora lì, da 3-4 anni, si vedono anche le mountain bike, ma prima quasi tutti i partecipanti avevano Salsa o Surly. Bici con telai robusti, spesso in acciaio, gomme larghe anche fino a 3.4 pollici (la Fargo 2.8-2.9), con rapporti da mountain bike…
A proposito di rapporti: meglio una monstercross con monocorona o doppia corona?
Il monocorona per chi si fa un cicloviaggio da 3.000 km è limitante, perché al posteriore puoi sì montare da un 10 al 52, però con la doppia puoi montare anche un 40 davanti, avendo un range maggiore. E poi con la doppia hai uno spessore della catena maggiore, perché comunque monti 11 velocità, mentre con le 12 velocità c’è un allineamento differente.
Sono bici adatte solo per chi effettua lunghi viaggi o trail?
Sicuramente chi fa cicloviaggi dovrebbe andare in quella direzione, ma anche chi fa semplici uscite domenicali e vuole più comfort e una bici meno “corsaiola” rispetto alla gravel. Oppure affronta tratti più impegnativi delle strade bianche toscane, ad esempio. Ovviamente bisogna ricordarsi di avere una forcella rigida, per cui meglio evitare radici o punti troppo tecnici. Infine, come detto, di solito hanno più predisposizioni per le borse e gli accessori rispetto alle mountain bike, per cui vanno bene anche per viaggi di un weekend o comunque pochi giorni. Il telaio in acciaio è ovviamente facile da saldare. Io poi ne possiedo anche una in carbonio, la Salsa Cutthroat, per necessità di avere un mezzo più prestante quando partecipo alle gare.