Luci e sicurezza stradale vanno a braccetto. Le luci anteriori e posteriori sono un grande deterrente sia di giorno che nelle ore all’imbrunire e notturne. Lo sono in un ambiente extracittadino, lo sono nell’ottica di un utilizzo urbano, dove le luci pubbliche ci indicano la strada, ma è fondamentale farsi notare.
Per questo approfondimento abbiamo interpellato un grande esperto in materia, molto sensibile quando si parla di sicurezza: Omar Di Felice. A lui abbiamo chiesto qualche consiglio e quali possono essere i canoni di valutazione quando si scelgono le luci da montare sulla bici.
Luci, non solo per la notte
«Qualche anno fa – racconta Di Felice – il ciclista vedeva le luci come uno strumento, un accessorio prettamente serale e notturno. Soprattutto per illuminare la strada da percorrere, anche se la bicicletta era considerato un mezzo diurno. Di fatto le luci per le bici nascono per un utilizzo urban. L’evoluzione della bici è anche nel modo di interpretare e usare il mezzo meccanico. Sempre più persone le usano in città per gli spostamenti, c’è un numero crescente di utilizzatori nelle ore serali, notturne, talvolta anche quando il meteo presenta delle criticità.
«Il merito – prosegue Di Felice – è anche del supporto tecnologico che permette di illuminare e di essere visti, di avere un margine di sicurezza che prima non esisteva. Il mercato mette a disposizione tantissimi strumenti, un po’ per tutte le tasche e necessità. Bisogna sapere scegliere».
Quali sono i canoni da considerare per una scelta giusta?
Sono molto sensibile al tema sicurezza sulle strade, su quanto il ciclista dovrebbe essere protetto, ma anche su quello che può fare ogni ciclista per la propria sicurezza. Per me è fondamentale avere sempre un kit di luci, anche basico, da usare durante le uscite e anche in ambiente diurno. Noi ciclisti dobbiamo farci vedere. Una luce posteriore rossa e attivata in modalità lampeggiante, se radar ancora meglio, una luce bianca, sempre lampeggiante da montare sull’avantreno della bici. La base.
In fase di scelta sono da considerare anche i lumen?
E’ un fattore molto importante, ma sono più propenso a considerare la qualità complessiva della luce. In commercio ci sono dei modelli con tantissimi lumen, con una capacità elevata, che corrisponde anche ad un consumo elevato della batteria, che in realtà non fanno una gran luce. Questo perché la plastica trasparente esterna non è di buona qualità e la curvatura interna non è adeguata e tende a soffocare il potere dei lumen. Il lumen è valore base, una sorta di riferimento.
Hai un tuo riferimento che può essere utile anche ad altri?
Per la luce posteriore dai 450/500 lumen in poi, modalità lampeggiante, montata nel modo corretto per essere visibile a lunga distanza e senza ingombri. Borse, portapacchi, parafanghi e quant’altro può creare interferenze alla visibilità, da montare nel modo corretto. Per la luce da posizionare sull’avantreno direi da 7/800 lumen, fino ad arrivare a 1.500/1.700 lumen, ci sono prodotti che arrivano ai 2000 lumen e li superano, ma il problema è legato al consumo eccessivo della batteria. Diventa necessario capire e valutare anche l’utilizzo delle luci ed in quale contesto ambientale, se di giorno e/o di notte.
Solo la luce per la bici o anche sul casco?
La luce per la bici è la prima da utilizzare, sempre. Modalità flash di giorno, fissa di notte anche vedere dove mettere le ruote. Spingendosi oltre, ma a prescindere la sicurezza ne guadagna in ogni caso, non è da escludere l’utilizzo di luci frontali da montare sul casco, con lumen regolabili e compresi tra gli 800 e 2.000.
Quali vantaggi offre il binomio?
La luce della bici, a prescindere dalla modalità attivata e dalla potenza segue, la traiettoria della bicicletta. La frontale sul casco segue il movimento del ciclista e allevia l’effetto negativo che genera il cono d’ombra creato dalla luce montata al manubrio.
Quando si viaggia?
Le luci non sono mai abbastanza. La sicurezza non è mai troppa. Avere una luce di scorta, un gilet rifrangente ed un nastro ad elevata visibilità da applicare su alcune parti della bicicletta, sono aspetti che possono salvare la vita. Malizie semplici che vanno ben oltre la tecnologia del lumen.
Il riferimento tecnico
Come spiegato da Omar Di Felice, i lumen sono una valore di base utilizzato dai produttori di luce. Considerare i lumen di uno strumento è importante, ma le variabili per la qualità delle luci da bici sono diverse. I lumen di una luce rossa posteriore sono mediamente inferiori rispetto ad una da montare davanti, eppure hanno una grande efficacia. Perché il compito principale è quello di far vedere il ciclista.
Una luce posteriore montata nel modo corretto (orizzontale), in modalità flash e con buona qualità costruttiva, con “soli” 100 lumen, ci rende visibili fino a 2 chilometri di distanza. Il fascio di luce si allarga come un triangolo, dall’alto verso il basso e viceversa. Perché non usarla?
Discorso diverso per le luci frontali bianche, dove il potere dei lumen influisce in modo esponenziale, così come il design della stessa luce. Il fascio non dovrebbe mai disperdersi verso l’alto e deve essere il giusto compromesso tra illuminare la via da percorrere, l’essere visti e non abbagliare chi procede in senso contrario.
Per una luce bianca da montare al manubrio, talvolta sono necessari circa 1.000 lumen per farsi vedere a 2 chilometri di distanza e avere una panoramica buona della strada. Per tutte le situazioni è sempre necessario considerare anche l’autonomia della batteria ed il contesto che ci circonda. Le luci sono uno strumento per la sicurezza attiva del ciclista.