E’ un viaggio che unisce bici, esperienze autentiche e strutture di charme. Duvine, tour operator americano con sede a Boston, propone itinerari ciclistici in tutto il mondo, con una formula che mescola pedalate, cucina e cultura locale. A rendere speciale ogni avventura è il ruolo delle guide, sempre legate al territorio, capaci di aprire le porte di case, cucine e tradizioni.
In Italia una delle figure di riferimento è Dalia Muccioli, ex professionista e ciclista solare, che accompagna i gruppi in Toscana, sulle Dolomiti, in Costiera Amalfitana e non solo. Con lei entriamo nel cuore di Duvine: pedalate di livello variabile, esperienze enogastronomiche e ospitalità esclusiva, per un turismo lento e consapevole che racconta il meglio dell’Italia e del mondo.

Dalia, partiamo da come nasce questa collaborazione in Italia. Come possiamo definire Duvine?
Duvine è un tour operator americano con sede a Boston. Li ho incontrati in Toscana, nel novembre 2021, mentre ero di passaggio tra Siena e Saturnia. Lì ho conosciuto il manager americano e un’altra guida italiana. Stavano cercando collaboratori e dal 2022 ho iniziato a lavorare con loro come guida ufficiale.
I viaggi si effettuano tutto l’anno?
Principalmente la stagione va da maggio-giugno fino a ottobre, quando le temperature sono ideali e il rischio pioggia è minore. Se capita una giornata storta, proponiamo attività alternative: degustazioni, visite o esperienze culturali. C’è sempre una soluzione per non perdere il gusto del viaggio.
Quali sono le mete dei tour?
Abbiamo itinerari in tutto il mondo: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Norvegia, e dal 2026 anche in Nuova Zelanda. Ci sono tour negli Stati Uniti, in Sudafrica, in Cile. La filosofia è avere sempre guide locali, perché offrono la possibilità di vivere davvero la cultura del posto. Mentre in Italia senza dubbio Toscana, in primis, e Puglia giocano un ruolo centrale. Ma anche le Dolomiti e le grandi salite, la Sicilia…
E quali sono i livelli di difficoltà?
Duvine propone quattro livelli. Il livello 1 è il più semplice, al massimo si arriva a 30 chilometri al giorno, con grande spazio a cibo, vino e cucina. E l’e-bike è la bici più utilizzata. Il livello 2 è simile ma un po’ più intenso. Con il livello 3 arriva a 50-70 chilometri quotidiani, sempre con esperienze locali. Il livello 4, invece, è più sportivo: c’è chi vuole affrontare salite come Gavia o Mortirolo e pensa più alla performance che al calice di vino.
Le guide hanno quindi un ruolo chiave?
Assolutamente sì. La guida locale permette di entrare nella cultura del territorio. Ad esempio, nei tour in Italia portiamo i clienti a cucinare in casa con una nonna o una zia. Preparano le tagliatelle o le pappardelle e poi le mangiano insieme. Vivono una giornata autentica, dentro la famiglia italiana.
Quali strutture vengono scelte per i pernottamenti?
Cerchiamo hotel di charme, dimore storiche, strutture tipiche… Ad esempio, in Costiera Amalfitana soggiorniamo al Palazzo Belmonte a Santa Maria di Castellabate, location del film “Benvenuti al Sud”. E’ ancora gestito dalla principessa discendente della casa reale inglese. Sarà lei che racconterà ai clienti la storia del palazzo durante un aperitivo.
E per le bici come funziona?
Disponiamo di una flotta completa: e-bike, bici da strada ed e-road. Collaboriamo con Specialized, Cannondale, BMC e, nei tour più sportivi, anche con Colnago. I clienti possono usare le nostre bici o portare la loro. Ogni anno la flotta cresce, per garantire qualità e varietà.
Come nasce la collaborazione con Colnago?
Abbiamo creato un tour speciale dedicato a Colnago. Si parte dal Chianti, con base a Borgo San Felice, e si conclude a Castiglion del Bosco, sopra Montalcino. Un’esperienza di alto livello che abbina grandi salite e strutture di lusso, senza costi aggiuntivi per la bici Colnago inclusa.
Dove vengono stoccate le bici e il materiale?
La nostra base è in Toscana. Da lì partono van e attrezzature per i tour in Italia. Il furgone di supporto è attrezzato anche per interventi tecnici durante i raid.
Mediamente i gruppi da quante persone sono composti?
Non più di 14 partecipanti, per garantire qualità e attenzione. In media i gruppi sono da 8-10 persone. Con due guide si alternano: una pedala, l’altra guida il van. Sopra le 12-13 persone, entra in servizio una terza guida.
Che domande ti fanno i clienti durante i tour?
Dipende dal livello. Nei tour di livello 4, il più sportivo, chiedono della mia carriera da atleta, dei watt e dei segmenti Strava. Nelle Dolomiti, ad esempio, abbiamo scalato Pordoi, Gavia e Mortirolo, ed è stato bellissimo anche per me. Nei gruppi più turistici invece si parla di storia, vini, piatti tipici. Vogliono conoscere la provenienza di quel vino o di quella ricetta, di una pasta tradizionale…
C’è un aneddoto che ti ha colpito particolarmente?
Due anni fa ho avuto un gruppo di quattro amici sui 50 anni che andavano fortissimo, anche più di me. Un livello 5+! Facemmo il Pordoi belli tirati… Ma la cosa che mi colpisce sempre è lo stupore dei clienti stranieri davanti alle cose semplici: un pane con un buon olio d’oliva, una pasta al pomodoro. Per noi sono scontate, per loro sono emozioni indimenticabili.