| 14 Aprile 2025

Farsi spazio nel traffico: 3 anni di Critical Mass a Padova 

Le Critical Mass sono dei caroselli di biciclette che, una volta al mese o anche di più, occupano le strade delle città normalmente usate dal traffico automobilistico. Un modo per farsi spazio in un mondo popolato solo dai motori, un modo per dire: “Esistiamo anche noi”. 

Il movimento è nato molti anni fa negli Stati Uniti, ma ora è presente in tutto il mondo, anche in Italia. Giusto ieri, per esempio, Critical Mass Padova ha festeggiato il suo terzo compleanno, e per l’occasione abbiamo deciso di farci raccontare da quei ragazzi com’è nata e come si è sviluppata la loro voglia di fare “massa critica” a pedali nella città del Santo. 

Nonostante il brutto tempo, ieri a Padova si sono radunate 150 persone
Nonostante il brutto tempo, ieri a Padova si sono radunate 150 persone
Ragazzi, cominciamo dall’inizio. Per chi non lo sapesse, cos’è una Critical Mass? 

E’ un movimento spontaneo in cui delle persone in bici si danno un ritrovo in un punto della città, e da lì partono tutti assieme, facendo “massa critica”, una sorta di corteo pacifico lungo le strade. Lo scopo è far vedere alla città che una mobilità diversa è possibile, se ci sono le ciclabili e le strade adatte. L’idea è nata ad inizio anni ‘90 a San Francisco e poi da lì si è diffusa in tutto il mondo. Il movimento Critical Mass in Italia è presente ormai in molte città, prima fra tutte a Milano, dove la organizzano ogni settimana. A Padova da una decina d’anni non era più presente, quindi tre anni fa abbiamo deciso di provare a riportarla qui.

Com’è andata all’inizio? 

Alla prima Critical eravamo in 8, sotto la pioggia. Quella successiva, con un meteo migliore, in 30, poi 50 e così via. Ora in media partecipano un centinaio di persone, che arrivano a 300 quando c’è la festa annuale. Ieri per esempio eravamo in 150 con il brutto tempo, un gran risultato, perché con il sole saremmo stati il doppio. Padova si presta molto bene a questo tipo di iniziative, essendo una città universitaria. Quello che ci contraddistingue è che l’abbiamo resa una festa, un momento conviviale, in cui organizziamo una pausa in mezzo dove bere qualcosa, ascoltare della musica e degli interventi spontanei per approfondire i temi della mobilità sostenibile. Poi abbiamo deciso che non ci fossero bandiere se non quella della Critical Mass.

Durante il tragitto si fanno delle pause conviviali, un modo per conoscersi e approfondire i temi della sostenibilità
Durante il tragitto si fanno delle pause conviviali, un modo per conoscersi e approfondire i temi della sostenibilità
Ci raccontate come funzionano nella pratica? Il ritrovo, gli orari, qualche indicazione per chi volesse partecipare

Quella di ieri è stata la 37esima Critical Mass, fatta di domenica perché era il nostro compleanno. Normalmente invece si fa il primo giovedì del mese con ritrovo a Prato della Valle alle 20,30 e partenza alle 21. Dalla prossima però, quella di maggio, sposteremo l’appuntamento all’ultimo giovedì del mese, abbiamo visto che per questioni di calendario è più comodo. Diciamo alle persone di venire con le bici agghindate come meglio credono, con luci e musica. Vogliamo essere una massa il più possibile visibile, colorata e festosa.

E com’è il rapporto con il traffico automobilistico? 

C’è un po’ di tutto, da quelli che si arrabbiano perché si trovano a dover stare fermi in coda a quelli che ci sostengono con un sorriso e suonando il clacson. Una cosa che abbiamo notato è che all’inizio, quando eravamo in 8, era più pericoloso, perché essendo in pochi le auto cercavano degli spazi in cui passare. Invece se sei in 100 le macchine stanno in colonna e aspettano, proprio perché da singoli diventiamo massa. Anche noi col tempo abbiamo imparato ad essere più coesi, a non reagire alle eventuali provocazioni. Non a caso abbiamo scelto di utilizzare il simbolo dell’elefante della stanza, che usiamo nelle locandine e negli adesivi. Vogliamo essere quell’elefante, fare vedere e capire che c’è la necessità di una viabilità più a misura di bicicletta, e quindi di ambiente.

Com’è stata accolta questa iniziativa dall’amministrazione locale, ci sono mai stati problemi?

E’ stata accolta subito molto bene a dire il vero. Quando abbiamo fatto la prima Critical ci hanno solo chiesto di comunicargli la data e il percorso, e da lì in avanti è andata sempre molto bene. Noi abbiamo fatto sempre una cosa pacifica, prima di partire diciamo a tutti di restare nella propria corsia e di rispettare gli automobilisti, quindi si è instaurato un rapporto di rispetto reciproco. Questo ci ha anche aiutato a continuare a portare avanti la Critical Mass a Padova ogni settimana da tre anni a questa parte. 

Che tipologia di persone partecipano di solito? Solo giovani o un po’ di tutte le età?

Qui a Padova il  gruppo, “la massa”, è sempre molto eterogenea, cosa che ci fa molto piacere. Ci sono tante famiglie con i bambini, ma anche anziani, e poi certo, molti studenti, padovani e fuori sede. Ieri per esempio abbiamo visto un nonno, un papà e un bambino: tre generazioni a pedalare per le strade della città sotto la stessa bandiera. Un bellissimo esempio di inclusività tra passato, presente e futuro.

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