| 16 Maggio 2025

Perché Abus investe in Italia? Prima di tutto per la qualità

CISON DI VALMARINO – Nel 2024 Abus ha festeggiato e celebrato i 100 di attività e l’azienda tedesca continua ad avere al timone la famiglia Bremicker, ovvero la medesima che ha fondato il marchio nel 1924. Forse non tutti sanno che, Abus è un acronimo: August Bremicker und Sohne (August Bremicker e figli).

Daniel Bremicker assieme al fratello Thana è uno dei dirigenti di Abus
Daniel Bremicker assieme al fratello Thana è uno dei dirigenti di Abus

Abbiamo incontrato Daniel Bremicker che insieme al più giovane fratello Thana, rappresentano la quinta generazione (entrambi ricoprono un ruolo dirigenziale in Abus). L’azienda ha investito in modo importante in Italia (in modo specifico per la produzione di caschi di alta gamma per la bicicletta, siamo solo all’inizio) e nel 2026 sarà attivo un sito produttivo tecnologicamente avanzatissimo.

Perché Abus ha deciso di investire in modo così importante in Italia?

Perché uno degli obiettivi era far crescere la categoria dei caschi e abbiamo avuto l’opportunità di creare un collegamento con l’Italia. Non meno importante è il fatto che in Veneto in particolare c’è una grande tradizione e passione per la bici ed un grado di specializzazione elevato. Il primo test, se così vogliamo chiamarlo è stato fatto nel 2017, quando è stata lanciata la prima versione del GameChanger. I risultati sono stati eccellenti. Da quel momento in poi abbiamo capito che era necessario investire.

E’ ancora possibile credere nella produzione e nella qualità europea?

E’ una sfida che rinnova continuamente ed è parte di una strategia. Deve sempre essere chiaro quale è l’obiettivo e dove vuole andare Abus. Detto questo abbiamo anche una fabbrica in Asia che si concentra su una produzione diversa rispetto a quella fatta in Europa.

La qualità elevata è ancora un biglietto da visita?

Lo è ed è fondamentale per un’azienda che investe tantissimo nella qualità e specializzazione della manodopera, in tecnologia e nella qualità delle materie prime. L’Europa e l’Italia rimangono un riferimento in questo e vale la pena investire.

Abus nasce di fatto con la produzione dei lucchetti, perché entrate nella categoria dei caschi?

Per due motivi principali. La passione, visto che la bicicletta è parte del DNA di Abus e naturalmente per fattori legati al business. Voglio aggiungere il concept legato alla sicurezza, perché Abus sviluppa tecnologie per la sicurezza.

Il segmento dei lucchetti resta il principale per Abus (foto AKG Nieland)
Il segmento dei lucchetti resta il principale per Abus (foto AKG Nieland)
Quale è la categoria, se esiste, principale per Abus?

Se parliamo del settore bike la categoria dei lucchetti resta la principale, subito a ruota quella dei caschi. In quella dei lucchetti rientrano anche tutti i sistemi che abbiamo sviluppato per le e-bike. E’ pur vero che il mercato dei caschi è molto combattuto e c’è un numero di player maggiore con i quali confrontarsi.

Abus mantiene un’identità famigliare. Questo comporta maggiori responsabilità per i membri della famiglia?

Certamente, ma è altrettanto vero che è tutta la famiglia ad essere coinvolta nella gestione aziendale. Ognuno di noi ha il suo ruolo, questo è chiaro, ma le responsabilità hanno fatto e fanno parte della nostra crescita. Siamo un team di persone molto forte, circondato da collaboratori altrettanto forti e capaci, quindi la percezione di grandi responsabilità è relativa. Mi piace dire che sono più i giorni di gratificazione e piacere, rispetto a quelli in cui soffro per qualcosa che non funziona.

Quale è il mercato più difficile con il quale confrontarsi?

Il mercato più complicato è quello americano, i motivi sono diversi, mentre quello più altalenante è quello cinese, dove un anno mostra dei picchi positivi incredibili, quello successivo è inaspettatamente negativo. In generale quello asiatico è difficile da leggere ed interpretare.

Quanti giorni trascorre fuori di casa un manager d’azienda del tuo livello?

Dipende sempre dai periodi e dagli obiettivi, ma sono oltre 120 giorni ogni anno.

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