In occasione del recente Trofeo Binda, corsa femminile professionistica di categoria WorldTour e prova di Nations Cup per le ragazze juniores, la città di Luino ha lavorato a diverse attività che hanno accompagnato l’evento. A pochi passi dal confine con la Svizzera e affacciata sul Lago Maggiore sulla sponda varesina, Luino è uno snodo nevralgico per la zona. Sul territorio è presente una serie di istituti che accolgono gli studenti delle scuole superiori, che hanno l’età giusta per prendere coscienza del territorio e delle realtà in cui vivono. Per loro è nato un progetto incentrato sulla sicurezza stradale. A capo del progetto c’era Ivan Martinelli, assessore allo sport del Comune di Luino, che da anni lavora a queste tematiche.
«Collaboraiamo già da diversi anni – spiega – con la Fondazione Michele Scarponi. Marzo è il mese in cui di solito li incontravamo e ogni anno davamo un’accezione legata alla sicurezza stradale e alla tutela dei più fragili. Nel 2025, in considerazione del fatto che c’era la gara ciclistica, abbiamo pensato di arricchire ulteriormente questa disponibilità e abbiamo finanziato un progetto nelle scuole superiori. Sono stati coinvolti gli alunni di due classi terze: da un istituto tecnico e da un liceo, che hanno sviluppato un progetto legato alla sicurezza stradale dei nostri luoghi».


Sono stati coinvolti attivamente quindi?
Abbiamo stimolato i ragazzi a prestare attenzione alle cose che abitualmente passano sotto gli occhi di tutti, cui però nessuno fa caso. Anche soffermarsi un attimo, capire e vedere come si sviluppa la viabilità in certi contesti, soprattutto scolastici, è importante. La prima cosa che hanno notato è una criticità negli orari di ingresso e uscita. Il polo scolastico di Luino comprende oltre 2.000 ragazzi che confluiscono da diverse aree limitrofe.
La reazione dei ragazzi qual è stata?
Hanno sviluppato delle belle riflessioni. Il progetto coinvolgeva due classi ed entrambe avevano due progetti differenti. La prima ha puntato su una serie di interviste ai propri compagni di istituto per stabilire quale fosse la percezione della sicurezza nell’area del polo scolastico. Il secondo gruppo, invece, ha puntato su un report evidenziando le situazioni critiche e proponendo delle soluzioni concrete.

Nel concreto quali sono state le proposte avanzate?
Di ampliare l’area dedicata ai passaggi pedonali perché comunque una buona parte dei ragazzi si muove attraverso i mezzi pubblici. In una zona ristretta abbiamo tra i 18 e i 20 autobus che si fermano per far salire e scendere gli studenti. Non mancano nemmeno i ragazzi che si muovono a piedi dal centro di Luino o dalla stazione. Diciamo che ogni giorno c’è un bel flusso di studenti.
Questo dimostra attenzione verso i luoghi da loro frequentati.
Esattamente, hanno anche avanzato la proposta di creare una zona a traffico limitato negli orari di ingresso e di uscita da scuola.
Ci sono studenti che si muovo in bici?
Hanno fatto un’intervista a un ragazzo, l’unico a venire in bici tutti i giorni, qualsiasi meteo ci sia. Si è notata particolarmente la sua sensibilità al tema, anche perché il padre ha origini olandesi, quindi la bicicletta è un mezzo che fa parte della sua quotidianità. Ha evidenziato le differenze tra questi due modi di vivere la viabilità. Da un lato c’è il metodo adottato nel Nord Europa, dove le città sono a misura di pedoni e ciclisti. Dall’altro ci siamo noi, che da questo punto di vista fatichiamo.
Una testimonianza utile…
Devo dire che molti ragazzi hanno visto questo suo stile di vita con interesse, infatti sono fiducioso che magari riesca a trascinare un po’ anche gli altri. Come Amministrazione noi stiamo investendo tanto in progetti sul piano urbano sul realizzare delle piste ciclabili che colleghino anche la vicina Svizzera. Abbiamo partecipato a dei bandi Interreg, che abbiamo vinto, e a breve verranno realizzati.
Dei piccoli passi che possono cambiare il nostro modo di vivere e la nostra cultura…
Dobbiamo imparare a utilizzare meno la macchina, essere meno schiavi di questo mezzo e cercare di spostarci agevolmente a piedi o in bici. In alcuni grandi città, specialmente quelle turistiche, la macchina viene lasciata fuori dal centro abitato e nessuno si lamenta. Anzi, si prova un certo senso di felicità nel muoversi liberamente e in sicurezza. Questi con i ragazzi sono dei primi passi, ma sono loro il nostro futuro.