Sono stati 1.952 i Comuni italiani che hanno presentato la domanda di adesione all’iniziativa “Bici in Comune” che abbiamo presentato lo scorso mese di ottobre. Il 13 gennaio era il termine ultimo per partecipare, mentre per le graduatorie che assegneranno le risorse bisognerà attendere ancora qualche settimana, anche se qualche dato su cui ragionare c’è già. Ma facciamo prima in piccolo riepilogo,
“Bici in Comune” è un bando promosso dal Ministro per lo Sport e i Giovani, con il supporto del Dipartimento per lo Sport, per il tramite di Sport e Salute e dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. Si rivolge alle amministrazioni comunali (divise in 4 cluster a seconda del numero di abitanti) con tre linee di iniziativa: idee per incentivare la ciclabilità, riqualificazione e messa in sicurezza di infrastrutture ciclabili esistenti e organizzazione di eventi aggregativo-sportivi ciclistici e di attività cicloturistiche.

12,6 milioni di euro
In dote ci sono 12,6 milioni di euro ma, diciamolo subito, non basteranno come ci spiega Fabio Vegni, collaboratore di Sport e Salute.
«Avendo partecipato un Comune italiano su quattro – spiega – sono arrivate richieste per circa 97 milioni di euro. Questo significa che molte richieste, al momento, non potranno essere soddisfatte. Ma è importante avere avuto una partecipazione massiccia. In tal modo, la speranza è che vengano stanziati nuovi fondi. Posso dire che i Comuni che hanno partecipato hanno puntato in maniera omogenea a tutte e tre le linee di iniziativa finanziabili».
Equilibrio Nord-Sud
Lombardia e Campania sono state le Regioni più “attive” nell’inviare domande, che sono arrivate per il 43% dal Nord Italia, per il 39% dal Sud e dalle Isole e per il 18% dalle regioni del Centro. L’onorevole Roberto Pella, vicepresidente dell’Anci è stato determinante per la realizzazione di “Bici in Comune” e ha sottolineato questa equa suddivisione tra Nord e Sud.
«Sono orgoglioso e soddisfatto degli esiti di questa progettualità – ha dichiarato il deputato – che ha saputo concretizzare una visione che ho proposto l’anno scorso e ha preso le mosse dal basso e ha interpretato i bisogni concreti in termini di ciclabilità di tutti i territori. Ce lo conferma il tasso di partecipazione dei comuni in termini assoluti, lo testimoniano l’omogeneità delle candidature tra sud e nord del Paese e la capacità anche dei piccoli comuni di aderirvi in misura consistente».
Effettivamente, oltre la metà delle domande presentate, ben 1.011, sono state inviate da Comuni fino a 5.000 abitanti, mentre 853 da Comuni meno di 50.000 abitanti. Ora, come detto, sarà la volta della valutazione delle candidature.
L’obiettivo del Ministro
Il Ministro Andrea Abodi ha rimarcato come “Bici in Comune” abbia trovato gradimento non solo nell’ambito della mobilità ciclabile e del turismo lento, ma anche dell’attività sportiva in una delle sue forme più popolari.
«Vogliamo fare in modo che gli sport a dimensione urbana e caratterizzati dalla pratica quotidiana – ha detto Abodi – rappresentino una sempre più diffusa opportunità, contribuendo a trasformare le città, nei limiti del possibile, in grandi palestre a cielo aperto».
Sulla stessa lunghezza linea d’onda il Presidente di Sport e Salute, Marco Mezzaroma: «Il successo di questa iniziativa ribadisce l’importanza della sinergia istituzionale e ci sprona a proseguire su questa strada, proponendo sempre nuove azioni per la diffusione dell’attività fisica e sportiva in Italia».