E’ stato presentato ieri il bando nazionale Bici in Comune, voluto dal Ministero dello Sport e dei Giovani, dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e da Sport e Salute Spa. Il contributo determinante per l’ideazione del progetto è stato dato dal deputato Roberto Pella che, oltre ad essere il Presidente della Lega Ciclismo Professionistico, è anche Presidente f.f. ANCI.
«Sono onorato – ha commentato nella videoconferenza di presentazione del progetto che si è tenuta nella mattinata di venerdì – che nella scorsa manovra economica, nella mia veste di deputato, ho potuto inserire questo emendamento. Un emendamento che in questo progetto Bici in Comune (definito col Ministro Abodi ed il Presidente Mezzaroma di Sport e Salute: i tre sono insieme in apertura, ndr) ha una durata di tre anni».
Pella ha anche puntato l’accento sulle finalità del bando: «Abbiamo voluto consentire a tutti i Comuni, dal più grande al più piccolo, di partecipare e raggiungere gli obiettivi che ognuno di noi ha posto nel mandato elettorale».
I quattro cluster
Il bando suddivide i Comuni Italiani in 4 cluster a seconda della loro popolosità: in base ad essa ci sono vari livelli di finanziamento massimo. Per i comuni fino a 5.000 abitanti il contributo massimo erogabile è di 5.000 euro. Da 5.001 a 50.000 abitanti, sono 50.000 euro. Da 50.001 a 300.000 abitanti, di 113.000 euro. Infine, i comuni con più di 300.000 abitanti potranno usufruire di un importo massimo di 150.000 euro.
In totale la dotazione finanziaria è di 12,6 milioni di euro ed i Comuni potranno partecipare dal 7 novembre al 13 gennaio 2025 presentando la propria candidatura sulla piattaforma di Sport e Salute. Coisì come dalla stessa piattaforma è scaricabile l’avviso pubblico del bando.
Gli ambiti dell’iniziativa
Quest’ultima è l’azienda pubblica (fino al 2018 si chiamava Coni Servizi Spa) che fattivamente ha elaborato il bando. Perciò ci siamo fatti indicare da un suo collaboratore, Fabio Vegni, quali sono gli ambiti delle iniziative finanziabili.
«Ci sono tre linee di attività rivolte ai primi tre cluster – spiega – e la prima di esse è l’incentivazione alla mobilità ciclabile. Per cui benvengano tutte le iniziative rivolte ai collegamenti casa-lavoro e scuola-lavoro. Benvenga la creazione di premi per chi sostituisce il mezzo a motore con la bici (ad esempio fornendo un credito per la Co2 risparmiata). O anche le campagne di sensibilizzazione alla mobilità sostenibile. La volontà è stata quella di mantenere più ampio possibile lo spettro del bando, in modo che i Comuni stessi fornissero idee».
Strutture ed eventi
La seconda linea di attività riguarda invece la riqualificazione e messa in sicurezza di piste ciclabili e di percorsi cicloturistici esistenti, al fine di renderli maggiormente inclusivi. Non si tratta dunque di finanziamenti per creare nuove infrastrutture come spiega Vegni. «I fondi del bando non sono pochi, ma non possono certo soddisfare tutte le richieste di impiantistiche come velodromi o nuove piste ciclabili. Tuttavia questa linea può corredare i percorsi ciclabili con arredo urbano, colonnine di ricarica, divisori per aumentare la sicurezza, tabellatura e digitalizzazione dei percorsi…».
La terza e ultima linea di attività è rivolta all’organizzazione di eventi aggregativo-sportivi ciclistici e di attività cicloturistiche, per un massimo di quattro eventi a Comune.
«Si tratta di eventi cicloturistici – continua Vegni – che abbiano il fine di promuovere le attività della mobilità ciclabile e del turismo in bicicletta. Questo perché il ciclismo può essere lo strumento di valorizzazione delle eccellenze di un territorio».
A tutela dei piccoli Comuni
Queste dunque sono le tre linee di attività del bando, rivolte ai Cluster 1, 2 e 3 dei Comuni. Per il Cluster 4, quello dei Comuni con più di 300.000 abitanti (appena una decina), si potrà richiedere un contributo massimo di 150.000 euro. Lo scopo è finanziare progetti che riguardano la realizzazione o l’ammodernamento e l’ampliamento delle ciclovie già esistenti. Ma anche per lo svolgimento di gare giovanili e amatoriali o per l’installazione e l’utilizzo di strumenti e applicativi digitali, di segnaletica, rastrelliere, conta persone…
«La suddivisione in Cluster – conclude Vegni – è stata fatta proprio per non mettere in competizione un comune piccolo con una grande città. Se consideriamo che la metà dei Comuni Italiani ha meno di 5.000 abitanti è stato deciso di proposito che circa il 50 per cento dei fondi dell’intero bando Bici in Comune, cioè circa 6 milioni di euro, siano affidati al primo Cluster».
Parla il ministro Abodi
Chiudiamo allora con la dichiarazione del Ministro Abodi relativa al bando: «Questo è un progetto affascinante, che ha diversi obiettivi. Tra questi si possono indicare la mobilità sostenibile, il turismo lento e la pratica sportiva, perché si può fare attività motoria anche andando in ufficio o a scuola.
«Anche questo progetto è un altro modo con il quale lo sport si consacra all’articolo 33 della nostra Costituzione riconoscendone il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico. Ciò che deve poter accadere è che le città si predispongano alla ciclabilità attrezzata perché non basta andare in bicicletta, ci devono essere le condizioni minime per la sicurezza dei ciclisti e dei cicloamatori».