Se il futuro della mobilità urbana passasse proprio dalle cargo bike? Abbiamo chiesto ad un cittadino che ha deciso di cambiare, di provare e di approcciare la categoria delle cargo bike. Francesco Franchi, un appassionato di bici in tutte le sue forme, ma anche un normale cittadino che vive a Milano con la famiglia.
Alla base c’è una cultura ed educazione che seguono il filone della sostenibilità, la volontà di sfruttare le potenzialità che la modernità mette a disposizione. Nel suo approccio c’è anche un senso civico propositivo, pensando anche al futuro delle figlie. Da lui ci siamo fatti raccontare i tanti perché di questa scelta, gli aspetti positivi, quelli negativi e tutto quello che si scopre dopo aver abbandonato definitivamente il trasporto privato e motorizzato. Francesco Franchi ama definirla “filosofia car light”.
Sei entrato definitivamente nel loop delle cargo bike?
Ad un certo punto ci siamo accorti che muoversi in città con la propria auto era insostenibile, per noi, per le bimbe, per tutti. Abbiamo venduto la seconda auto ed i due motorini, mezzi motorizzati che abbiamo sostituito con l’acquisto di due cargo bike, anche grazie agli incentivi della Regione Lombardia: una per me, una per mia moglie. Inoltre abbiamo deciso di tenere un van elettrico che è usato esclusivamente per le trasferte fuori città.
Cosa c’è dietro questa scelta?
Ovviamente il tutto parte di una difficoltà sempre maggiore degli spostamenti urbani. E poi la volontà di assecondare il concetto di sostenibilità, cucirlo sulle nostre esigenze, ma soprattutto fornire un’educazione consapevole alle due bimbe che sono ancora piccole.
Le cargo bike usate in ogni situazione e periodo dell’anno?
Sì e senza problemi, usiamo dotazioni adeguate per noi e per le bambine. Quando il meteo è davvero pessimo, quasi impossibile usiamo il trasporto pubblico, ma le cargo bike vengono utilizzate per ogni situazione. Tragitto lavoro/casa e viceversa, portare all’asilo le bimbe, piccoli spostamenti e fare la spesa, anche in quelle situazioni dove si spostano carichi ingombranti. La parte cargo della bici è di fatto un bagagliaio. Le usiamo anche nel fine settimana per un gita nelle campagne milanesi e le bambine vengono con noi. Ci permettono di affrontare qualche sentiero sterrato, nulla di eccessivo e sono arrivato a percorrere 70/80 chilometri con la cargo bike.
Quanta strada fai in un anno?
A spanne 1.000 chilometri e, sia io che mia moglie non sentiamo per nulla la mancanza del mezzo motorizzato.
Aspetti positivi e quelli negativi?
Non è tutto facile, ci vuole pazienza e bisogna abituarsi, anche le bambine si devono abituare, ma una cargo bike è molto più sicura rispetto ad una bici normale con il seggiolino. Nel complesso si riducono i costi, a parità di tragitto ed esigenze si abbattono le tempistiche di percorrenza urbana ed i tempi morti. C’è anche un aspetto buffo, ovvero in più di una situazione mi hanno identificato come un corriere che effettua le consegne.
E gli aspetti negativi?
Sono legati principalmente ad una città come Milano che, urbanisticamente non è bike friendly. Per lo meno non lo è ancora, ma sta cambiano tanto, si percepisce la volontà di dare uno switch positivo. Resta la mancanza di senso civico da parte di molti. Le cargo bike hanno ingombri importanti, comunque minori di un auto, non lo vedo un fattore negativo, comunque da considerare.
Menzioni l’urbanistica, ti riferisci anche al numero ridotto di infrastrutture dedicate alle bici?
Non proprio, è più che altro una mancanza di educazione da parte di tutti. Ad esempio, nella maggior parte dei casi le piste ciclopedonali vengono usate come parcheggi, oppure dai pedoni che passeggiano con il cane.
A tuo parere la convivenza tra le diverse utenze della città è possibile?
E’ possibile, non bisognerebbe avere il paraocchi e guardare oltre. Ci sono metropoli europee che stanno evolvendo anche grazie alle bici, non vedo perché non si possa fare anche a Milano. Nel momento in cui le abbiamo acquistate, sono comunque rimasto sorpreso da quante richieste fossero state fatte in Lombardia. Vuol dire che qualcosa di importate si sta muovendo.
Spiegaci meglio.
Come detto in precedenza abbiamo comprato le due cargo bike usando anche gli incentivi messi a disposizione da Regione Lombardia. Dati alla mano, le domande presentate nel 2024 per l’acquisto delle cargo bike sono state 1.246, un boom vero e proprio. Inoltre, proprio dal 2025 la Città di Milano ha attivato l’iniziativa del Cargo Bike Day. Lo ritengo uno strumento di informazione e di coscienza civica.
Super entusiasta delle cargo bike, le porti anche in vacanza?
Non le porto in vacanza per il semplice fatto che non ho lo spazio per caricarle sulla macchina, ma con me c’è sempre una e-bike con il carrellino posteriore. Non sostituisce completamente la bici cargo, però mi permette di andare ovunque portando con me le bambine.