Da venti anni esatti la trasmissione Caterpillar, di Rai Radio 2, porta avanti la campagna di sensibilizzazione “M’illumino di meno”, ovvero la giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, che cade il 16 febbraio. Quest’anno però l’iniziativa si è protratta una settimana, fino al 21 febbraio, andando oltre i confini nazionali. Radio 2 ha infatti chiesto a Silvia Gottardi di Cicliste per caso di intraprendere un viaggio in bici da Valencia all’Emilia-Romagna, due zone di recente colpite dalle alluvioni causate dal cambiamento climatico (devastante quella della Comunità Valenciana, con oltre 220 morti).
Abbiamo contattato Silvia il giorno dopo essere arrivata a Bologna, tappa finale del suo viaggio di 1.400 chilometri iniziato a Valencia il 6 febbraio, dove era stata accolta da Giuseppe Grezzi, l’ex-assessore (ora consigliere) che ha contribuito enormemente negli anni recenti a trasformare la città spagnola in uno degli esempi ciclabili per tutta l’Europa.
Silvia, com’è stato l’incontro con Grezzi e con Valencia, dopo l’alluvione?
Grezzi mi ha portato a vedere le zone alluvionate: ovviamente è un disastro, ci sono negozi sventrati, un inferno, ancora ruspe, interi paesi tutti chiusi… Però, a parte questo, stanno lavorando velocemente per cercare di sistemare le cose. Chiaramente ci sono stati un sacco di morti e anche un sacco di persone che hanno perso lavoro, 100.000 auto distrutte…
Sei riuscita a vedere anche l’impianto della ciclabilità della città realizzato negli ultimi anni?
Sì, la cosa che mi ha colpito è che, come mi spiegava Grezzi, hanno studiato un piano per creare una vera e propria rete ciclabile che consentisse di raggiungere tutti i punti della città. La maggior parte delle piste ciclabili sono in sede propria, sono pochissime le corsie ciclabili in cui si condivide la carreggiata con le auto.
Anche nel resto della Spagna hai trovato una condizione più amica dei ciclisti?
Senz’altro, in Spagna anche nelle zone extraurbane si può pedalare affiancati in due (da noi solo nei centri abitati i ciclisti possono procedere appaiati, “salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro”, recita il Cds, ndr) per cui quando mi capitava di pedalare affiancato a qualcuno e sentivo una macchina sopraggiungere mi mettevo subito a ruota. E invece loro mi dicevano di continuare a stare di fianco. Per me era una cosa sconvolgente pedalare affiancati anche per 40 chilometri…
Le cose sono cambiate in Francia e in Italia?
Premetto che ho cercato di seguire il più possibile la traccia di EuroVelo 8 (specialmente nella Camargue e nella Provenza), però, visti i tempi ristretti, ho dovuto fare dei tratti più trafficati. In Francia, per fortuna, ho trovato strade con un’ampia banchina di lato, fino anche a due metri di larghezza, per cui non avevo la sensazione che mi facessero il pelo. Sensazione che poi ho ritrovato rientrando in Liguria e in Emilia…
Quantomeno a Sanremo sei stata sul red carpet del Festival…
E’ stato divertente, erano un po’ tutti pazzi per via del Festival. Mi ha anche “intervistato” il comico Saverio Raimondo (foto apertura, Blur Video Produzioni). Considerando che ogni sera avevo la diretta con Radio 2 è stato tutto abbastanza impegnativo, ho dovuto percorrere una media di circa 100 km al giorno, superiore al mio standard solito.
Quindi hai potuto visitare poco le città?
Sì, però a Girona voglio tornare perché è molto bike-friendly: ristoranti, locali a tema bike, bici in giro ovunque (non ha caso diversi corridori professionisti hanno casa là). Sempre in Spagna mi sono goduta i 30 km di tratto gravel della Serra d’Irta, lungo la costa. Poi, in Francia, ho visto Montpellier, che è la prima grande città europea che ha chiuso interamente il centro al traffico regalando ai propri cittadini due anni di abbonamento ai mezzi pubblici. A Nizza, lo scorso gennaio, il sindaco ha deciso di vietare dal 1 luglio l’attracco alle grande navi da crociera… Insomma, abbiamo avuto spunti per parlare del fenomeno dell’over tourism e della sostenibilità.
E in Italia? Hai trovato qualche iniziativa di rilievo legata al tema di “M’illumino di meno”?
Il marchio Coop ci ha sostenuto nel viaggio e sono andata a visitare dei punti vendita dove mi raccontavano dei progetti: a Genova ce n’era uno di riqualificazione urbana relativa ad uno vecchio mercato ortofrutticolo con negozi sostenibili. A Parma, invece, ho visitato il punto vendita SpesAut che, in alcuni momenti della settimana, viene reso friendly per le persone autistiche: quindi luci basse, zero musica e personale dedicato.
E di Bologna che ci dici?
Per l’ultima tappa mi hanno accompagnato dei dipendenti Coop, pedalando con me e sono stata accolta dal gruppo di Salvaiciclisti Bologna e di FIAB Bologna. Alla fine abbiamo pedalato in una sessantina. E’ stato bello perché non me l’aspettavo, è stata una bella accoglienza calorosa.