PIURO – L’arrivo del Tour de Suisse in Valchiavenna è stato accolto con energia ed entusiasmo da parte della comunità locale. Gli appassionati e i curiosi si sono riversati sulle strade del Passo dello Spluga, di Chiavenna e sotto le cascate dell’Acquafraggia. Ma cosa lascia una corsa o un evento di livello internazionale una volta che tutto finisce? Non si tratta solo di rendere grande l’evento, perché il ciclismo ha la forza di svolgersi sulle strade sulla quali la gente vive ogni giorno. Per certi aspetti è uno sport “concreto”.
«La comunità – racconta Giulia Guanella, del Consorzio Turistico Valchiavenna – ha risposto davvero in maniera importante. Per noi era un po’ una scommessa per diversi aspetti: innanzitutto era un giorno infrasettimanale, e in secondo luogo era la prima volta che il Tour de Suisse arrivava in Valchiavenna. Invece abbiamo lavorato molto bene, e un grazie va anche al sindaco di Piuro che è stato bravo a raccogliere e trovare tanti volontari, i quali hanno lavorato sia all’organizzazione sia poi all’arrivo mercoledì 18 giugno».
Cosa vuol dire per una comunità sentirsi parte di un evento?
Ci sono tanti aspetti e altrettante sfaccettature, dal posizionare le transenne per l’arrivo all’aspetto organizzativo e logistico. Ma non si parla solamente della corsa, ci sono state anche molte iniziative esterne legate all’evento. Ad esempio si è svolto un mercatino con la partecipazione di tanti artigiani locali nei pressi dell’arrivo.
Hanno sentito l’importanza di quella giornata?
Più che altro l’hanno sentita loro, sia che fossero degli appassionati o che non seguissero il ciclismo. Tante persone hanno riempito le strade per tifare i loro idoli ma altrettanti lo hanno fatti incuriositi e con l’orgoglio di ospitare un evento internazionale.
La Valchiavenna è un territorio che offre uno scambio continuo tra Italia e Svizzera…
Alla base di questo c’è la nostra storia, comunque la Valchiavenna è stata per tanto tempo territorio grigionese, quindi Svizzera. Inoltre collaboriamo sia con la Val Bregaglia e con l’Engadina dove abbiamo uno scambio continuo e aperto tra i due Paesi. Ad esempio il Tour de Suisse è entrato in Valchiavenna dalla Viamala, ovvero la parte del territorio svizzero dello Spluga. Aderiamo anche a tante iniziative Interreg con progetti culturali e sportivi con l’intento di rinforzare sempre più questo rapporto.
La voce del territorio
Il passo successivo all’aver coinvolto gli artigiani della Valchiavenna è culminata con l’idea di far realizzare a uno di loro il trofeo che il vincitore di tappa, il portoghese Joao Almeida del UAE Team Emirates, ha portato a casa.
«Quando sono stato scelto per realizzare il trofeo da dare al vincitore della tappa – racconta Roberto Lucchetti, scultore e artigiano – ho voluto realizzare qualcosa di unico. Farlo con la pietra ollare, tipica della Valchiavenna e dalla lavorazione storica e che fa parte della nostra cultura. Avere un pubblico internazionale, con il quale siamo legati, ci permette di far conoscere cos’è la Valchiavenna e le sue bellezze artistiche e geografiche. Nel realizzare il trofeo ho voluto rappresentare l’unione tra questi due territori fondendo un pezzo di pietra della Val Bregaglia svizzera con uno di pietra ollare. Penso che il vincitore si sia portato a casa un simbolo importante di quel che significa per noi questa collaborazione tra la Valchiavenna e la Svizzera».