| 17 Gennaio 2025

Nel bresciano c’è una Greenway in continua evoluzione

Dal 2016 c’è un nuovo modo di vivere la natura nel territorio bresciano. Un progetto che ha messo insieme due valli, Val Trompia e Valle Sabbia accomunandole in un agglomerato di percorsi dedicati alla bicicletta, che ad oggi vanno a sfiorare quasi il centinaio. E’ la Greenway delle Valli Resilienti, nata nel 2016 per volontà delle due Comunità Montane insieme alla Fondazione Cariplo. Un progetto diverso dagli altri, ad esempio la Greenway-Ciclabile del Sile, perché nata attraverso un matrimonio di intenti.

Sul sito della Greenway delle Valli Resilienti c’è il dettaglio di ogni percorso
Sul sito della Greenway delle Valli Resilienti c’è il dettaglio di ogni percorso

«L’idea era quella di dare nuovo sviluppo al turismo outdoor sfruttando le grandi potenzialità della bicicletta – racconta Luca Bettinsoli, apprezzato corridore di ultracycling e uno dei titolari del progetto – Inizialmente abbiamo censito vecchie strade disegnate anche sugli argini dei fiumi, poi rimettendole in funzione abbiamo anche pensato a tratti di collegamento, andando così a costruire una vera e propria rete, inaugurandola nel 2019. Da allora però le strade delle due comunità montane si sono divise e la cura dei percorsi e la gestione del sito è rimasta esclusivamente a carico della Comunità Montana della Val Trompia».

Sul sito quindi i naviganti interessati che cosa possono trovare?

Troveranno il totale dei tracciati dell’intera Greenway, solo che quelli riguardanti la Valle Sabbia sono rimasti gli stessi di quando il rapporto si è chiuso, mentre per quanto concerne la Val Trompia abbiamo continuato a implementare percorsi e idee, fino alla nascita, lo scorso luglio, del Bike Festival.

Luca Bettinsoli, responsabile del progetto Greenway, che continua a evolversi con nuovi itinerari
Luca Bettinsoli, responsabile del progetto Greenway, che continua a evolversi con nuovi itinerari
Che risposta ha avuto?

Eccezionale, con tantissime iniziative, a cominciare dall’escursione di due giorni sul Passo Maniva con notte in tenda o strutture attrezzate, con musica, la ciclopedalata da Brescia promossa dalla Fiab, evoluzioni di freeride e prove sui percorsi di downhill. Abbiamo coinvolto oltre un migliaio di appassionati che ci hanno trasmesso un clamoroso entusiasmo. Infatti il Festival è già in calendario per la prossima estate e sarà ancora più in grande.

Il vostro territorio ha anche una sua tradizione legata agli eventi, proseguirete su quella strada?

Noi non siamo direttamente chiamati in causa, ma diamo sempre il nostro patrocinio, a cominciare dalla Granfondo di mountain bike del prossimo marzo per continuare con le prove giovanili sempre legare alle ruote grasse e alla Supermountain che tradizionalmente si svolge a fine settembre. Per noi sono momenti d’immagine che hanno un peso specifico, ma a noi interessa naturalmente quel che riguarda la promozione turistica del territorio.

Ci sono quasi un centinaio di percorsi dedicati agli appassionati, sia su strada che offroad
Ci sono quasi un centinaio di percorsi dedicati agli appassionati, sia su strada che offroad
Le attività come vengono sviluppate?

Noi procediamo su due fronti: uno è quello della ricerca e costruzione di sempre nuovi tracciati dedicati ai vari tipi di biciclette procedendo anche alla loro manutenzione attraverso persone qualificate. L’altro è adeguare tutte le strutture legate alla Greenway: ad esempio tutte quelle ricettive sono state dotate di quei servizi dedicati al ciclismo, dal kit di attrezzi per le riparazioni alle rastrelliere. Poi sono stati predisposti speciali pacchetti turistici.

Accennavi ai vari tipi di biciclette: queste zone hanno una tradizione maggiormente legata alla mountain bike, ma si stanno aprendo anche alla strada?

Certamente, anche se la differenza è ancora marcata. Possiamo dire che per l’80 per cento il pubblico degli avventori è ancora legato alla mtb. Ma sul sito sono disponibili anche molti percorsi dedicati a chi ama la bici da strada, almeno una trentina e di varia difficoltà, in modo che chiunque possa trovare la propria destinazione. Bisogna considerare che questa è zona di passi di un certo peso e tradizione, dal Maniva stesso al Crocedomini a quello di San Zeno che è stato Gran Premio della Montagna all’ultimo Giro d’Italia. Anche in questo caso abbiamo realizzato tratti di collegamento per poter seguire una traccia complessiva che permetta di affrontare un viaggio.

I tracciati dedicati alla strada sono una trentina e sono incentrati sulla scalata delle asperità locali
I tracciati dedicati alla strada sono una trentina e sono incentrati sulla scalata delle asperità locali
E questo ha dato impulso al cicloturismo?

Molto, perché dobbiamo considerare che tradizionalmente queste strade erano percorse da appassionati locali, ma c’era poca conoscenza al di fuori dei nostri confini. Oggi vediamo che arrivano sempre più presenze, soprattutto dall’estero e questo fa pensare che proprio il nostro progetto abbia spinto alcune agenzie turistiche, ad esempio in Inghilterra e Olanda, a inserire il nostro territorio fra le proposte cicloturistiche legate al Nord Italia. Infatti vediamo che vengono appassionati attrezzati di tutto punto e anche con furgoncini.

Allargando il discorso anche alle ruote grasse, la Greenway ha potuto beneficiare di un incremento di presenze dopo il covid?

Sì, anzi c’è stato un autentico boom, considerando che si è risvegliata la voglia di scoprire le nostre valli. La nostra era prima vista solamente come una zona industriale, dedita alla produzione di ferro e famosa per la presenza di grandi industrie di produzione di armi. Oggi stiamo tornando al livello degli anni Sessanta, quando la Val Trompia era anche vista come luogo di escursioni e di contatto con la natura. Chi viene dalle nostre parti sa di poter trovare una rete di percorsi ben sviluppati e adatti a ogni tipo di ciclista, ma anche tutti i servizi legati alle due ruote e soprattutto genuinità nell’ospitalità e nei prodotti tipici.

Intorno ai tracciati si sono sviluppate molte strutture e tanti luoghi tutti da scoprire
Intorno ai tracciati si sono sviluppate molte strutture e tanti luoghi tutti da scoprire
Una curiosità: perché Greenway delle Valli Resilienti?

E’ legato alla storia di queste valli che hanno sempre subìto una sorta di sudditanza con l’attigua Valle Camonica. La storia di questo territorio parla di un progressivo spopolamento dei suoi paesi soprattutto nelle posizioni geograficamente più alte e la resilienza è legata proprio a questa capacità tutta locale di resistere alle avversità e andare avanti nonostante tutto, mantenendo vive le sue tradizioni e il suo richiamo.

Greenway delle Valli Resilienti

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