Lo scorso 24 ottobre è ricorso il 60° anniversario della proclamazione di San Benedetto a patrono dell’Europa, avvenuta con la lettera apostolica “Pacis nuntius” di Paolo VI, proclamata a Montecassino nel 1964.
Allora Papa Montini consacrava l’Abbazia che era stata distrutta dai bombardamenti venti anni prima. Oggi, essa, oltre a conservare le spoglie del Santo, è il punto di arrivo di un cammino spirituale ideato da Simone Frignani, autore di una guida per pellegrini. Da lui ci siamo fatti raccontare la genesi di questo percorso.
«Di San Benedetto non ci sono molte nozioni storiche – spiega – a differenza di San Francesco. Sappiamo che nacque a Norcia, che fondò dei monasteri a Subiaco e che trascorse gli ultimi 18 anni a Montecassino. Poco altro. Perciò ho pensato di tracciare un itinerario che raccordasse queste tre località».
Simone, quando hai ideato questo cammino?
Tra il 2009 e il 2012, a seguito di uno studio sulla sua vita. Tra l’altro la famosa frase “ora et labora” non è mai stata pronunciata da San Benedetto, non sta scritta da nessuna parte, ma sintetizza il messaggio della sua Regola.
Che caratteristiche ha il cammino, soprattutto la sua variante in bici?
La stragrande maggioranza lo percorre a piedi anche per avere un’esperienza più spirituale. Sin dall’uscita della mia guida, nel 2012, ci sono state però entrambe le versioni: quella a piedi di circa 300 km e quella in bici di circa 340 km. E quando parlo di bici intendo mountain bike. Anche se non ci sono grandi difficoltà tecniche, ci sono dei tratti in discesa in cui occorre una forcella ammortizzata. Per cui quando mi chiamano per chiedermi se si può fare in gravel, io lo sconsiglio, a meno di non fare qualche passaggio a spinta. Diciamo che con la gravel si può fare quasi tutto quello che io propongo. La guida però è stata concepita per i cicloviaggiatori in mtb con le borse laterali.
Come si possono suddividere le tappe in bicicletta?
Partendo da Norcia, ho ipotizzato sette frazioni di circa 50 km giornalieri, per cui direi che con una settimana si fa. I dislivelli medi sono di circa 600-700 metri a tappa, dato che quasi sempre siamo in mezzo ai boschi dell’Appennino. Il tratto Norcia-Subiaco è quello più godibile dal punto di vista naturalistico, con i borghi di Cascia, Monteleone di Spoleto, Leonessa e della Valle Santa reatina con i monasteri francescani.
Ed il tratto più a sud?
Da Subiaco a Montecassino troviamo più abbazie e testimonianze benedettine. A Subiaco, Benedetto fondò 13 monasteri, tra cui quello di Santa Scolastica. In seguito vi venne edificato il Sacro Speco, costruito nell’XI secolo intorno alla grotta dove Benedetto fu eremita per tre anni. Qui c’è anche il primo ritratto di San Francesco, dato che il frate di Assisi andò in pellegrinaggio a Subiaco nel 1223.
Com’è la situazione delle strutture ricettive?
Credo che sia il cammino in Italia con il più alto numero di donativi (gli ostelli e le sistemazioni dove si pernotta lasciando un’offerta, ndr). Ce ne sono circa 25 e la maggioranza di essi sono laici e non conventi. Diciamo che è un percorso che ha fatto molto presa sul territorio anche perché si tratta di località fuori dal turismo di massa. E forse anche per questo sono capaci di affascinare.
Anche per il Cammino di San Benedetto ci sono la credenziale da far timbrare lungo il pellegrinaggio ed il testimonium che si ottiene all’Abbazia di Montecassino. L’esperienza è apprezzata in particolare dagli stranieri, richiamati non solo dalla bontà della cucina umbra e ciociara, ma soprattutto dalla figura di un santo patrono d’Europa. Simone Frignani ci spiega infatti che il patrimonio benedettino non è solo religioso, ma anche culturale, dato che il mondo occidentale affonda le radici in esso. Benedetto nacque nel 480, quindi subito dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, e trasferì tutta la cultura dei classici nel suo monachesimo dell’Alto Medioevo.
Per quanto riguarda le tracce gps è sempre preferibile scaricarle dal sito per non perdere vari aggiornamenti.