Il paradiso può essere sulla Terra? Sì e di preciso nel Sud Ovest della Sardegna. Siamo nella zona dell’iglesiente. Mare turchese, macchia mediterranea, piccoli paesini e vecchie industrie minerarie: l’area è quella che fa da sfondo al Cammino Minerario di Santa Barbara.
Tra i mirti e i rosmarini selvatici, tra grotte e microscopici laghi, si snoda appunto il Cammino di Santa Barbara. Un percorso che è un viaggio nella storia di questa terra, un tempo forte centro minerario, oggi abbandonato che ha fatto della sua dignitosa decadenza un punto di forza.
Nove tappe
Già avevamo parlato di questo anello che parte e arriva ad Iglesias, “capitale” di questa aerea. E lo avevamo fatto in quanto si era distinto nell’Oscar del Cicloturismo, un importante riconoscimento in tema di turismo itinerante e sostenibile. Stavolta scendiamo un po’ più nel dettaglio nella descrizione di questo percorso.
L’intero anello è costituito da 9 tappe principali, più 17 varianti: in pratica viene a crearsi una rete di sentieri che costituiscono l’intero Cammino. Grazie a queste varianti la lunghezza del Santa Barbara varia da 560 a 650 chilometri. Le zone interessate sono appunto il Sulcis Iglesiente e l’Arburese-Guspinese, che fanno parte del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.
Le tappe hanno una lunghezza media prossima ai 45 chilometri, ma ce ne sono alcune che toccano i 100 chilometri e altre che si fermano sui 30. Una di queste ultime è la tappa 8, quella di Carloforte. Questa si snoda sull’isola di San Pietro, che si raggiunge con un breve viaggio, circa 45’, di traghetto da Portovesme a Carloforte, appunto.
Ma questa non è la sola isola toccata dal Cammino di Santa Barbara: si va anche nella splendida Sant’Antioco (tappa 5).
Il Sulcis all’IBF
Abbiamo incontrato i responsabili del Consorzio Turistico dell’Iglesiente all’Italian Bike Festival. Farsi notare con le foto che avevano sullo sfondo del loro gazebo non è stato affatto difficile. Quelle stradine bianche che correvano lungo le scogliere e il blu del mare erano una calamita per i passanti.
«Se questo cammino – ci hanno detto i responsabili – era ben noto tra gli escursionisti a piedi, adesso lo sta diventando sempre di più anche per i ciclisti. Abbiamo notato un certo flusso di cicloturisti e quindi abbiamo creato migliori vie e collegamenti per loro». Si parla di tratti asfaltati ridotti al minimo. Stradine meno trafficate, intermodalità, inserimento di passaggi anche tra le saline, che sono attive…
La cartellonistica è migliorata ed è più specifica. Soprattutto girando in bici si sono potute proporre delle varianti che raggiungono più località, magari meno note, ma non per questo meno belle, anzi… Il ciclista ha prospetti ancora maggiori rispetto al classico trekker a piedi.
«Ormai da noi i flussi ci sono tutto l’anno. Pensate che abbiamo gente dell’Est o del Nord Europa che viene a pedalare da noi nel periodo di Capodanno. I periodi meno indicati magari sono quelli dell’estate intensa, quando caldo e turisti magari rendono tutto un filo meno fluido».
Cuore selvaggio da offroad
I percorsi sono perfetti per bici gravel e mtb, visto che lo sterrato non manca. «Non è uno sterrato tecnico – proseguono i responsabili del consorzio turistico di Iglesias – ma certo una bici adatta all’offroad è decisamente la scelte migliore rispetto ad una strada».
Il cammino minerario di Santa Barbara inanella diverse aree protette dove è possibile ammirare la flora mediterranea, cespugli battuti dal vento, ma dal profumo inebriante e inconfondibile.
Questi percorsi si snodano lungo le coste e le spiagge, alcune delle quali sono super famose. Pensiamo alle dune di Piscinas, a Porto Pino o alla scogliera di Porto Flavia di fronte al mitico Pan di Zucchero, uno scoglio-isolotto di bianco calcare poco distante dalla costa.
Ma ci sono anche le tappe che invece restano più nell’entroterra, specie nel Cammino di Santa Barbara dedicato alle bici. Qui si ha la possibilità di cogliere e vivere anche la Sardegna agreste, quella dei pastori, di qualche vecchio nuraghe. E il bello è che le due facce di questo percorso si fondono e confondono con grande naturalezza. E’ la magia di certe zone che restano ancora poco industrializzate.
Più servizi
Il Consorzio Turistico dell’iglesiente sta cercando di rendere il Cammino di Santa Barbara più “concreto” per far sì che il ciclista una volta partito non resti allo sbando, ma si renda conto di avere attorno qualcosa di tangibile: indicazioni, tracce Gps, guide e persino strutture ricettive. E anche una App. In una parola più servizi e “infrastrutture”.
Anche per questo, per vivere al meglio questo viaggio è necessario registrarsi online o presso la sede della Fondazione del Cammino di Santa Barbara. Una volta effettuata le registrazione ed ottenuto le proprie credenziali si è in qualche modo ufficialmente al via di questa avventura. Oltre alle indicazioni Gps da inserire sui propri device (comunque scaricabili gratuitamente) si ha la possibilità di ricevere assistenza tecnica e di viaggio da parte della Fondazione stessa e si può usufruire di sconti presso le strutture e gli esercenti convenzionati.
Per facilitare il tutto, oggi basta puntare il QR-Code e si ha già tutto sul proprio telefonino.