Un lago, quello di Piediluco, conosciuto forse più dai canottieri che dai ciclisti, ospitando il Centro remiero della Federazione ancora prima dei tempi dei mitici fratelli Abbagnale che qui, nell’Umbria del Sud, costruivano le loro vittorie olimpiche.
Oggi, però, questo specchio d’acqua che fornisce il flusso alle vicine Cascate delle Marmore può diventare un vero e proprio riferimento per i cicloturisti del Centro Italia e non solo. Merito di un progetto finanziato dalla Regione Umbria che prevede la realizzazione di un percorso ciclabile lungo il suo frastagliato perimetro. Tale progetto è stato concepito dall’Associazione Thyrus Cycling Team Terni che da dieci anni è operativa in loco, come ci spiega il presidente Eros Salvati.
Il percorso chiesto a gran voce
«Siamo in un’Area Parco – racconta Salvati – per cui non si possono realizzare infrastrutture alternative a quelle esistenti. Pertanto abbiamo optato per un ritracciamento dei percorsi esistenti. Il nostro collaboratore, Alberto Carotti, ha fatto un lavoro certosino di mappatura topografica del territorio per individuare i passaggi migliori mantenendo un profilo naturalistico».
L’anello, che parte e arriva nel grazioso borgo di Piediluco (frazione del Comune di Terni), misura circa 20 chilometri per lo più pianeggianti e già attualmente è in larga parte percorribile con e-bike, mtb e gravel. Tanto che gli stessi cicloturisti che si fanno accompagnare dalle guide del Thyrus Cycling Team si stupiscono della mancanza di una pista ciclabile: «La nostra non è stata una fantasia particolare – continua Salvati – ma la risposta ad un bisogno che viene da tante tipologie analoghe di altri laghi italiani. Tutti hanno una pista ciclabile e noi no. Per cui l’abbiamo censita e tracciata».
La Regione Umbria stanzia 4,3 milioni
Sebbene in questi anni l’associazione abbia potuto contare solo sulle proprie forze, senza alcun aiuto delle istituzioni locali (soltanto per la pulitura dei sentieri spendono oltre 4.000 euro) almeno questa volta la loro idea è finita sui tavoli della Giunta regionale che l’ha ammessa nella delibera dello scorso 10 settembre come terzo finanziamento delle tre ciclovie in programma, per un totale di 4,3 milioni di euro. Nel dettaglio, 2,3 milioni sono stati stanziati per il completo recupero ai fini ciclabili della ex-ferrovia dell’Appennino centrale, nel tratto Montecorona-Gubbio-Fossato di Vico (in provincia di Perugia). 1,3 milioni sono per la realizzazione della Ciclovia dell’Antica Via Flaminia da Terni a Bevagna (Perugia) e 700.000 euro, appunto, per la ciclabile attorno al Lago di Piediluco (che, a sud, prevede anche un piccolo sconfinamento nel Lazio).
«Ma delle tre – riprende Salvati – la nostra è quella in fase più avanzata. Si tratterà di ripulire, bonificare e sistemare percorsi già esistenti, magari con del materiale inerte. Non saranno fatte infrastrutture in cemento o abbattimenti di alberi». Anche per le tempistiche, non si dovrebbe andare troppo per le lunghe: «Se la burocrazia non crea intoppi, spero che per la prossima estate l’anello dovrebbe essere pronto» auspica.
Tutto il territorio coinvolto
Nel frattempo, l’area è ampiamente godibile in bici, sia nel perimetro pianeggiante di cui abbiamo parlato che nelle ascese alle due montagne che si affacciano sul lago, quella dove sorgono i ruderi della Rocca Albornoz e quella antistante dove spicca la statua della Madonna dell’Eco. In questi casi si tratta di percorsi per bikers esperti, proprio per venire incontro ad ogni esigenza dei turisti in bici.
«Con una punta d’orgoglio – ammette Salvati – posso dire che tanta gente scopre il Lago di Piediluco grazie al passaparola di chi è venuto a pedalare con noi. Vogliamo infatti puntare su un turismo che coopera con le varie realtà del luogo in modo da avere una ricaduta sul territorio. Pertanto abbiamo operatori della ristorazione convenzionati, facciamo pedalate notturne, cicloescursioni con cena sul battello… Noi stessi, sopra al locale di noleggio bici che dal 2020 abbiamo nel borgo di Piediluco, gestiamo la Casa del Pellegrino per chi vuole fermarsi a dormire».
Il tutto ad appena un’ora di viaggio dalla Capitale ed inserito in un contesto di ciclovie già esistenti come la Via di Francesco o la non lontana Spoleto-Norcia. Un invito, come indica la foto in apertura, a godersi una pedalata d’autunno in una delle tante perle poco conosciute dell’Appennino.