C’è una soddisfazione particolare nel vedere quei 52 chilometri di pista ciclabile realizzati perché se ne era cominciato a parlare nel lontano 2006, una vita fa. Siamo in Umbria, nel territorio eugubino ed è ormai questione di giorni perché la pista che collega Montecorona a Zangolo venga inaugurata, mancano solo le ultime formalità burocratiche, il percorso è già sistemato e attende solo di essere percorso dalle ruote degli appassionati.
Mauro Biccari, presidente dell’Associazione Valle dell’Assino ha seguito passo passo tutta la sua storia e sente un po’ quella pista come un patrimonio proprio e della sua terra.
«E’ un percorso che fa parte di un progetto molto più ampio, che s’inserisce nel tracciato BI18 che collega ipoteticamente Fano a Grosseto, quindi l’Adriatico al Tirreno. Il progetto era nato per recuperare una vecchia ferrovia. I lavori sono durati fattivamente due anni, ma intorno a questo periodo c’è stato un grande impegno per disbrigare tutte le autorizzazioni e ottenere i finanziamenti».
Quanto è costata?
Noi avevamo chiesto e ottenuto un contributo di 10 milioni di euro, poi la Regione Umbria e la Fondazione Cassa di Risparmio hanno concesso un terzo della somma che era comunque sufficiente per compiere i lavori del tratto in questione e mettere in sicurezza la veccia infrastruttura.
Da dove si parte?
Dalla Stazione di Montecorona, ormai in disuso, tanto che la vecchia ferrovia è solo di passaggio per la tratta che va da Umbertide a Perugia. Da lì si dispiega un percorso che molti dicono essere unico per quello che riesce a regalare. Anche a livello di emozioni e ricordi che toccano la storia del nostro territorio. Faccio un esempio: il tracciato comprende 9 ponti che durante il conflitto mondiale vennero bombardati dai tedeschi e distrutti, tutti quanti. Noi li abbiamo ricostruiti cercando di tenere fede al loro passato, impiegando solo legno e metallo per il passaggio di pedoni e bici. E’ come ritornare indietro nel tempo.
Il tracciato comprende anche gallerie…
Sì, un paio, corte, ma di grande impatto scenico. Non hanno neanche bisogno di illuminazione, eppure molte associazioni e volontari del luogo fanno a gara per offrirsi di apporre un sistema di luci per permettere il loro passaggio anche al calar delle tenebre. Per noi dell’Associazione, che da sempre abbiamo creduto in questo progetto, questo è molto importante: un significato di partecipazione che già da solo vale l’impegno che ci abbiamo messo.
Dove arriva la Ciclovia?
Per ora i tratti recuperati vanno da Montecorona al bivio di Civitella Ranieri e dal distributore di Camporeggiano al laghetto di Zangolo. E’ un tracciato di poco più di 50 chilometri, completamente pianeggiante perché ricalca in gran parte quello della vecchia ferrovia e come si sa le strade ferrate tendono a evitare il più possibile anche i più piccoli avvallamenti. Anche dopo la sua inaugurazione i lavori non si fermeranno, per procedere e migliorare sia la sicurezza e anche la segnaletica. L’Associazione in questi giorni si sta adoperando per ottenere una seconda tranche di finanziamento, con la quale stiamo progettando la seconda parte dei lavori per la messa in sicurezza dell’intero tragitto tra Montecorona e Gubbio. Rimarrebbe infine l’ultimo tratto di collegamento tra Gubbio e Fossato di Vico. Ora c’è da lavorare per portare quanti più turisti in questi luoghi.
Che cosa li potrebbe attrarre?
E’ un percorso che ha una potenzialità immensa. Ricordiamoci che riprende parte della Via di Francesco, il percorso dei pellegrini che ripercorrevano le strade del Santo. Lungo il tragitto ci sono tantissimi luoghi che meritano una sosta. Il Castello di Carbonana, completamente restaurato una decina di anni fa e costruito prima del 1200 svetta per la sua imponenza. Oppure l’Abbazia di San Bartolomeo a Camporeggiano, ancora più antica, dove c’è una fonte battesimale ad immersione con il volto del Cristo in rilievo, che risale addirittura al IV secolo. Ma d’altronde tutto il territorio è impregnato di quell’atmosfera fatta di sacralità e devozione, di pace e tranquillità, l’ideale per essere vissuto al ritmo della bici.
Quali servizi ci sono a disposizione di chi viene?
L’Umbria e il territorio eugubino in particolare sono famosi per la tradizione gastronomica, i luoghi per soste non mancano come anche le strutture logistiche, tanto è vero che il percorso è da vivere appieno anche dividendolo in due tranche, per apprezzare tutto quel che può dare. Noi da parte nostra vogliamo fornirlo sempre più di indicazioni per supportare i turisti. Speriamo che questa opportunità faccia anche da volano per spingere le strutture limitrofe a fornire sempre più attenzione a chi vive da fuori, perché è un’opportunità da non farsi sfuggire.